Christian 2
Sky e NOW
Secondo giro per la serie “in periferia romana” che però quei margini li ridefinisce. Proiettandoli in una dimensione tra il fantasy e il cristologico che non assomiglia a nient’altro, almeno nel nostro panorama. Si alza la posta in gioco per il “miracolato” Edoardo Pesce, sempre affiancato da ottimi colleghi (Silvia D’Amico, Claudio Santamaria, Giordano De Plano, Antonio Bannò e molti altri). Ma si aggiungono new entry che ci portano in altri angoli di questo multiverso del Corviale, su tutti una darkissima Laura Morante. Esame di nuovo più che superato.
Vita da Carlo 2
Paramount+
Alla seconda stagione, Vita da Carlo non si configura più solo, come fu per il primo capitolo, una serie di stampo psicanalitico in cui annegare i propri dispiaceri cinematografici o politico-civici, ma come una sorta di laboratorio in cui ritrovare più autenticamente il contatto con una realtà in trasformazione. Verdone ha lo straordinario merito di divertirsi e divertire mentre compie un grande sacrificio. In Vita da Carlo 2 non appare più infatti solo come autore, co-regista e attore, ma anche e soprattutto come personificazione di un intero mondo, interiore ed esteriore, una piattaforma culturale fattasi uomo, l’unica possibile costante umana ed esistenziale di un percorso che vorremmo durasse ancora per molte stagioni.
Un’estate fa
Sky e NOW
Un thriller a tinte teen, o meglio un crime dai toni nostalgici che schiera una formazione riuscitissima, tra senior e junior: Lino Guanciale e Filippo Scotti, il divo generalista Rai (che però non ha mai rinunciato al teatro) e il nuovo volto lanciato dalla mano del Dio Sorrentino. Ma anche un giallo che mette al centro i ricordi personali e collettivi, perché tutto avviene il 3 luglio del 1990: che succede se, mentre la semifinale Italia-Argentina tiene sospeso il resto del mondo, la ragazza di cui sei innamorato scompare all’improvviso? Tra Ritorno al futuro e Sapore di mare, una serie che è puro intrattenimento, ma addictive come poche altre cose viste quest’anno.
La legge di Lidia Poët
Netflix
È la storia della prima donna a entrare nell’Ordine degli Avvocati in Italia, e questo dà già il senso dell’operazione. Ma è anche un period piece italiano con uno spirito e un respiro internazionali per davvero, affidato alla più cool e globale delle nostre giovani star (bravissima Matilda De Angelis, la attendiamo l’anno prossimo nello spin-off Citadel: Diana) e con un giusto mix tra divertimento e messaggio. E con un cast che riserva ottime sorprese: oltre alla ormai certezza del nostro cinema e Tv Eduardo Scarpetta, il misconosciuto (e bravissimo) Pier Luigi Pasino. In arrivo la seconda stagione.
Django
Sky e NOW
L’icona spaghetti western inventata da Sergio Corbucci e celebrata da Quentin Tarantino è tornata in una nuova versione che non dimentica il passato, ma che parla al mondo di oggi. Nelle mani di Francesca Comencini, il leggendario anti-hero affronta questione razziale e sessuale, sposa un punto di vista femminile e inclusivo, ma non tradisce il suo culto. Perché tutto rimanga com’è, infatti, bisogna che tutto cambi. Per davvero. A partire da una destrutturazione dell’eroe maschile, a favore di una fragilità animalesca imprevedibile e tenerissima che Matthias Schoenaerts centra a meraviglia.
The Good Mothers
Disney+
Le storie vere di Denise Cosco (Gaia Girace), figlia di Lea Garofalo (Micaela Ramazzotti), Maria Concetta Cacciola (Simona Distefano) e Giuseppina Pesce (Valentina Bellè). Non c’era mai stata una prospettiva tanto sfaccettata e corale come quella raccontata in The Good Mothers, che entra nel sistema ’ndranghetista per la prima volta con uno sguardo al femminile su un doppio versante: quello delle donne dei boss (mogli, figlie) e quello di una pm, Anna Colace (Barbara Chichiarelli), che lavora per trovare delle crepe in una delle organizzazioni criminali più impenetrabili al mondo. Taglio pop, narrazione elegante e ottimo cast, per portare al centro del dibattito vicende spesso colpevolmente dimenticate.
A casa tutti bene – La serie 2
Sky e NOW
La famiglia Ristuccia è tornata per un secondo, e ancora più impetuoso, round. Al grido (e alle grida mucciniane e sempre adoratissime) di “l’infelicità è vera solo se condivisa” (semicit.), i drammi lavorativi e privati dei tre fratelli (Francesco Scianna, Silvia D’Amico e Simone Liberati), della madre (Laura Morante) e degli altri personaggi (figli, compagne/i, ex mogli, amanti, cugini) si moltiplicano a vista d’occhio, in una spirale discendente che sembra non avere mai fine, tra un bellissimo piano sequenza e l’altro. Ancora un po’ thriller, con una bella dose aggiuntiva di crime, senza mai dimenticare l’amore, che move Muccino e l’altre stelle.
La vita bugiarda degli adulti
Netflix
Come la tetralogia dell’Amica geniale, anche La vita bugiarda degli adulti, ultimo romanzo di Elena Ferrante, è il coming of age di una ragazzina ambientato a Napoli, dove i conflitti della città svolgono un ruolo fondamentale così come la questione di classe. Però è una storia più piccola e circoscritta, anche a livello temporale. La zia Vittoria, che mette in discussione l’artificiosità del mondo borghese, è una strepitosa Valeria Golino, mentre la giovane protagonista Giovanna ha il volto dell’esordiente Giordana Marengo. La regia evocativa di Edoardo De Angelis le fa riconoscere in un gioco poetico di specchi e contrasti sonori firmato Enzo Avitabile. Avrebbe potuto essere semplicemente un film? Forse. Ma ha una forza indiscutibile.
Call My Agent – Italia
Sky e NOW
Chi non credeva in un possibile adattamento del cult francese Dix pour cent si è dovuto ricredere. Con una serie in cui funziona tutto, a partire dalle cose più difficili: la scrittura, by Lisa Nur Sultan, e il cast dei quattro agenti protagonisti e dei loro assistenti, che dovevano essere professionisti ma non troppo famosi, almeno non più delle guest star. E poi – appunto – loro, le nostre stelle: Paola Cortellesi nel kolossal Tuskia, Paolo Sorrentino e il suo clamoroso monologo, Pierfrancesco Favino bloccato dentro i suoi personaggi, Matilda De Angelis travolta dai social, Stefano Accorsi workaholic e Corrado Guzzanti che è Corrado Guzzanti. Più una super Emanuela Fanelli. Insieme sfottò e celebrazione del cinema, ma che del cinema (persino italiano) riporta in vita il glamour. Tutto giusto.
Questo mondo non mi renderà cattivo
Netflix
Si è parlato di una seconda serie più divisiva per le tematiche politiche, ma per chi conosce Zerocalcare da sempre assolutamente niente di nuovo (anzi, semmai era Strappare lungo i bordi l’eccezione). E in questo senso ci sono spunti su cui bisognerebbe soffermarsi per giorni, come la definizione di “nazisti”, cioè «l’ultimo baluardo che ancora fatica a trova’ spazio nel mercato democratico». Ma, forse, il vero cuore di Questo mondo non mi renderà cattivo è il personalissimo meta-dramma di fondo: un’analisi del successo, del Calcare post-Netflix, del fumettista di Rebibbia pessimista e di sinistra che “svolta”. E che si accolla pure tutte le nostre crisi di coscienza (anche perché l’Armadillo, un gigantesco Valerio Mastandrea, non ci pensa nemmeno). Ancora una volta Zerocalcare ci scava dentro come manco il nostro terapeuta. Instant-fenomeno.
Schede di Benedetta Bragadini e Mattia Carzaniga