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LOL – Chi ride è fuori 2, le pagelle delle puntate finali: non vince il migliore, ma va bene così

In attesa della puntata bonus del 7 marzo, il meglio e il peggio con cui si è chiusa la seconda stagione. Attenzione: SPOILER

Foto: Prime Video

Era difficile immaginare come sarebbe andata dopo giorni di guerra, bombardamenti e paura. Era impossibile capire se saremmo riusciti a ridere o se quegli artisti chiusi in un teatro fuori da tutto e fuori di testa ci avrebbero consolato e irritato. Un bel rischio, non sospenderla o rimandarla. E pur essendo coscienti che la terza stagione di LOL – Chi ride è fuori preluderà a un’invasione di zombie (ormai abbiamo capito come va), va detto però che si è riso tanto e quindi che Dio salvi LOL (ne abbiamo bisogno, anche più di una volta l’anno: e per fortuna il 7 marzo arriva la consueta puntata-bonus), perché senza sarebbe tutto ancora più duro. E pazienza se non ha vinto il migliore.

Virginia Raffaele voto: 10

Sia chiaro, questo voto non è influenzato dall’amore che provo per lei. Anzi: sì. Come fai a non amare disperatamente quel talento totale come la risata con cui rende omaggio al suo maestro, riferimento, carnefice. Nelle ultime due puntate si mette ancora più in gioco, è il centro d’attenzione e d’attrazione, senza paura si fa sfibrare facendo da spalla e duellando con i maestri (soprattutto Guzzanti: prima col finto napoletano, e dopo con Brunello Robertetti) e pareggiando la sfida finale con quel diesel di Maccio al suo meglio. Fa fuori Pozzoli con una battuta che tutti vorremmo sentirci dire da lei – “Hai rovinato un sogno erotico” – e infatti lui ride, sì: ma lusingato. Non intrattiene, recita. Sta in scena, non ferma un attimo il cervello, la gestualità, fa ridere anche il modo in cui non ride, la fa diventare un’arma comica. Persino quando Capatonda rischia di farle venire un ictus, lei è lì, a farci innamorare. Pardon, sganasciare. Ah, è sexy anche con le gambe di Lucio Dalla.

Corrado Guzzanti e Maccio Capatonda voto: 9

Foto: Prime Video

I campioni come Corrado Guzzanti a LOL non arrivano alla fine. Non sarebbe giusto. Come Lillo la volta scorsa, esce di scena quel tanto da farsi rimpiangere e rientrare come ago della bilancia. E con Brunello Robertetti dedicato ai due finalisti fa capire che loro tutti sono bravi, ma lui è LA comicità. Li guarda, li studia, li stima: ecco perché il poeta di fatto ricalca con umorismo astuto e geniale le loro qualità di artisti, dalla comicità apparentemente basica e per questo surreale di Maccio a quella strutturata, classica, spiazzante di Virginia. Lui, semplicemente, è entrambi. Lui è tutti, è la fonte delle loro ispirazioni. E infatti poteva batterlo solo un amico e suo pari. Si è messo in gioco meravigliosamente, non sbagliando nulla con la strategia, aggiornando i suoi personaggi meravigliosamente (la nuova Grande Raccordo Anulare del suo Venditti è da sentirsi male) e giocando di fino anche su numeri altrui, a ogni livello. Come quello della sirena e dei suoi colleghi che si chiedono se ha la patata e lui “Sì, la si aggiunge dopo, in cottura”. Ci sei mancato, Corrado, se sparisci di nuovo ti veniamo a prendere. Tu sei il vero ristoro per questo periodo di merda. Il bonus risata. E intelligenza. Maccio invece ha ingranato tardi: il voto è doveroso per – attenzione: SPOILER – la vittoria e per essersi messo alla prova con linguaggi non suoi (un po’ come ha già fatto con il Tavernello). Di sicuro il 5 della volta scorsa diventa almeno un 7, anche se sembra spesso un pesce fuor d’acqua. Ma quando il gruppo si assottiglia e il tasso di difficoltà si alza, lui esce fuori. Un po’ perché oggettivamente nessuno lo ha mai visto ridere, probabilmente neanche in privato, un po’ perché si sente libero e inizia anche a divertirsi. E poi merita il trofeo chi ci ha fatto conoscere il capolavoro di Roberto Rana Marziana e ha avuto il coraggio di sdoganare il volume che tutti dovremmo avere nelle nostre librerie: Perché cachiamo. I trailer live con la jingle machine li voglio vedere in tour. Negli stadi.

Lillo voto: 8

Quel “io so dove abiti” Lillo deve tatuarselo. Guzzanti deve a lui i suoi due cartellini, e prima del secondo lo minaccia con questa frase. Esiste un riconoscimento più alto per un campione della risata? Esistono solo due persone al mondo. Quelle che ridono appena Lillo entra in scena e quelli che lo fanno appena inizia a muoversi. Tra l’altro, diciamolo, è un ballerino straordinario (e non ha neanche provato i passi del Ballo dell’estate, “abballo io che abballi tu”). Quando si dice un artista completo, un po’ Bolle un po’ Cuccarini. E pure urlatore mambo (come hanno fatto a resistere, lì? Erano sedati, sicuro).

Mago Forest voto: 7

Meno esplosivo che nelle prime quattro puntate, ma è anche vero che la carretta l’aveva tirata lui. Il proletario della risata, quello che si è fatto la gavetta e l’ha poi riempita di mestiere, gag e tempi comici, non si è risparmiato neanche un secondo. Anzi, ha dato tutto, ma talmente tanto che si è suicidato: due cartellini autoinflitti lo hanno spedito nella stanza di Matano e Fedez, ma con l’uscita di scena migliore di questa stagione. Voglio quelle manette. La verità è che lui è un comico vero, il più comico di tutti. E la risata non può essere negata a uno come lui. Il pubblico deve esplodere di gioia. E se non lo fa, ci pensa lui a ridere. Ma gli do due voti in meno perché doveva arrivare almeno negli ultimi quattro, privarci delle trovate che aveva messo nella manica (insieme a uno spiedino) per i minuti finali è un delitto. Ora continuate pure a sottovalutarlo.

Maria Di Biase voto: 6

Brava, bravissima, ma gioca sempre dal fondo. Come i pallettari nel tennis, si difende e la rimette dall’altra parte della rete aspettando l’errore altrui. Ottimo per arrivare fino alla fine a giocarsela, ma poi le manca il colpo vincente. A volte poteva scendere a rete, chi la conosce sa che ha i mezzi per farlo. Vero è che c’erano almeno tre assi nel cast che erano difficili da arginare e con cui confrontarsi era a rischio massacro. E di fatto l’unico che lo ha fatto senza paura e senza rete è Forest, finendo impallinato da se stesso. Brava, ma poteva dare (molto) di più.

Gianmarco Pozzoli voto: 5

Sedotti e abbandonati. Pozzoli era entrato con un paio di botti, pieno di promesse di umorismo e divertimento, ma è crollato alla distanza. Ovvero, dopo venti metri: quelli del corridoio che porta alla stanza delle torture tragicomiche. Con tutto il rispetto anche per la moglie Alice Mangioni, è stato un eiaculatore precoce della comicità. Ha dato il meglio nei primi secondi, facendoci intuire quanto avrebbe potuto farci godere, ma poi con quegli occhioni meravigliosi si è accasciato chiedendoci se ci è piaciuto. A un certo punto ha scelto la tecnica Masazza, fare da tappezzeria, ma lui con lo sguardo da cerbiatto spiritato. Meriterebbe un voto più basso, ma il momento di follia totale in cui con il rasoio con cui dovrebbe rasare i finti peli di Virginia Raffaele si taglia i capelli con un taglio alla mohicana al contrario rimarrà nella storia del format. Il risultato estetico, però, è come la sua partecipazione a LOL: vorrei ma non posso. Sembra il fratello del personaggio del filippino di Marco Marzocca. E, come non bastasse, dopo quell’atto demenzialmente eroico si fa buttare fuori. Tre secondi dopo: è un vizio.

Frank Matano voto: 4

Foto: Prime Video

Chi scrive lo adora, ma in queste puntate finali era distratto, fuori fase (si sbaglia persino nel conteggio degli eliminati). Persino la sua risata irresistibile diventa alla fine fastidiosa – Elio, ora forse riusciamo a capirti – e la verità è che Fedez (e LOL) logorano chi ce l’ha. Fare da spalla alla strana figura di conduttore-carnefice di questo format, già al limite del pleonastico, ti costringe a una marginalità da cui smarcarsi è difficile. Mara Maionchi almeno reagì scazzata, e quella reazione faceva sorridere. Frank rimane molto meglio come concorrente. O magari, nella stagione 3, potrebbe diventare un’altra arma fine di mondo, come Lillo.

Diana Del Bufalo voto: 3

Breve storia triste: la sua canzone sulle personalità multiple era la prima trovata degna di LOL dell’artista in questione. Ne ha riso da sola ed è stata eliminata. Dice parecchio dell’occasione persa da chi da questo programma doveva uscire con un profilo diverso. Niente salto di qualità per la bella Diana: non qui, almeno.

Il regolamento voto: 2

Troppo semplice, troppo severo nel giudicare sorrisi di alcuni e non di altri. E forse troppo al servizio di una narrazione che qualche eliminazione potrebbe “pilotarla”. Non si è ancora riusciti a evitare due cose: che arrivino in fondo quelli che si sono risparmiati e che non vinca il migliore. Abbastanza grave per quella che è una competizione all’ultimo sangue tra comici. Guzzanti che non arriva in finale grida vendetta (come Lillo lo scorso anno), tanto che si rifà con un Robertetti killer, buona idea di Fedez per mostrare a tutti chi fosse il vincitore morale. Arrivano in finale due pezzi da 90 (a differenza della prima edizione), ma nel sistema delle ammonizioni bisogna inserire almeno un bonus. Se fai eliminare un avversario, puoi cancellare il tuo giallo, ad esempio. E forse bisogna aumentare le ore e le prove collettive. Qualcosa comunque va rivisto, conduttore compreso (va bene Fedez, ma forse entrare dentro il teatro di posa spezza il ritmo: potrebbe essere una voce, tipo quella di Saw, alzerebbe la tensione e diminuirebbe le possibilità di “riposo” facciale per i concorrenti). Sì: LOL deve essere ancora più sadico.

Tess Masazza voto: 1

Vestita da sirena sta bene. La monopinna le dona. Dopo ore di silenzio, tanto che a un certo punto tutti eravamo convinti che fosse un gadget di Forest, prova uno sketch. In cui un paio di volte rischia di suscitare una risata negli avversari più per la bruttezza della battuta che per la stessa. Risate di incredulità (Guzzanti e Capatonda a un certo punto hanno l’espressione “ma lo ha detto davvero?”, come quando tua nonna racconta le tue gesta ai tuoi amici quando sei adolescente) di fronte a qualcuno che potesse davvero aver detto o anche solo immaginato un monologo di quel tipo, e credere che potesse far ridere qualcuno. Resiste diverse ore perché dentro il teatro ce la siamo dimenticata. Alcuni sostengono non sia mai entrata. Altri che ce la siamo immaginata. Io ho sospettato fosse la mia amica immaginaria. L’unica che faceva meno ridere di me. Essere eliminata per prima sarebbe stato un atto di pietà che le hanno risparmiato. Purtroppo. Per noi e per lei.

Max Angioni voto: S.V.

Pronti, via, numero da wrestler (il migliore del suo LOL), risate, bacio in bocca con Maccio talmente bello che fa ammonire entrambi. Potrebbero essere i perfetti protagonisti de La vita di Adelo di Gipi (questa è per pochi, ma è il pezzo comico definitivo del cinema italiano moderno). Dopo pochi secondi dall’inizio della quinta puntata invece esce. Troppo bullizzato per riuscire a spiccare, ha fatto abbastanza per farsi notare. Ma quando poteva fare il salto, si è innamorato. Capita. Maccio, Maccio man.

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