ATTENZIONE: questo articolo contiene spoiler sulla quarta stagione di Succession.
Ci sono tantissime cose da apprezzare nella performance di Sarah Snook nei panni di Shiv Roy, la fredda ed eternamente irrequieta figlia di Logan Roy in Succession (da noi in onda su Sky e in streaming su NOW, ndt). È sempre molto composta e sarcastica, e costantemente pronta a schernire gli stupidissimi fratelli e il marito babbeo con una sicurezza che solo un fondo da miliardi di dollari e un’educazione impeccabile possono garantire. Ed è anche molto stilosa, mentre si aggira tra ville toscane e sale riunioni nei suoi perfetti e sciancratissimi tailleur écru.
Ma quando si tratta della stessa Shiv, è difficile sostenere che ci sia qualcosa di apprezzabile in lei. È tremendamente fredda e distaccata, capace di ridurre il pur ingenuo marito a una mera comparsa della sua vita; è totalmente autoriferita, e abbraccerebbe qualsiasi ideologia politica pur di compiere la sua scalata aziendale. In uno dei momenti migliori dell’intera serie, mostra la sua capacità di manipolare le persone più vulnerabili per i suoi stessi fini: ovvero quando bullizza la vittima di un abuso sessuale – mentre la figlia di quest’ultima gioca amabilmente sul tappeto di casa – rimanendo in un perfido e glaciale silenzio.
Eppure, sui social, Shiv è diventata uno dei personaggi più amati, e addirittura “tifati”, di Succession. Spesso questa adorazione prende derive “di genere”, dibattito che ha raggiunto l’apice grazie a un thread diventato virale su Twitter questa settimana. “Il personaggio di Shiv Roy è scritto secondo i codici dell’essere donna – voi [che non lo siete] non potete capire”, comincia la discussione. “Ogni arco psicologico e narrativo, ogni scena, ogni dialogo: in ogni cosa c’è la complessità e il paradosso del femminile, la nostra natura così piena di livelli e sfumature che però vuole sempre mantenere tutto chiaro e semplice”.
Il thread ha ricevuto qualche critica: molti hanno sottolineato la bizzarra scelta di scrivere “i codici dell’essere donna” a proposito di un personaggio che è, per l’appunto, una donna. Ma non è la prima volta che Shiv viene descritta dai fan come uno dei personaggi più apprezzabili dell’intera serie. “Ogni persona che non sia un uomo ha avuto quell’imbarazzante cedimento dell’anca alla fine della giornata più brutta della sua vita”, scrive una utente dopo l’ultimo episodio, in cui una Shiv segretamente incinta lascia la guida dell’azienda di famiglia ai suoi fratelli e, alla veglia per il padre appena morto, inciampa e cade per terra davanti a tutti. “Shiv Roy, sei una persona vera”; “La rabbia di Shiv per essere sempre vista come la donna isterica e vittima degli ormoni… io supporto Shiv e la sua giustificatissima aggressività” sono altri commenti sotto quel post.
La percezione di Shiv come simbolo della condizione femminile può lasciare perplesso qualcuno, ma lo sviluppo del personaggio, per quanto sia l’erede di un impero multimilionario, è vicino alla vita di molte donne reali (sempre che in tante vadano in giro come lei in abiti di Monique Lhuillier a schiena scoperta). Il fascino di Shiv può essere forse attribuito alla diffusione della figura della “toxic girlboss“, archetipo divenuto celebre negli anni ’10 con la pubblicazione del saggio di Sheryl Sandberg Facciamoci avanti: le donne, il lavoro e la voglia di riuscire. Quel libro fu criticato per aver proposto la solita immagine della donna bianca in carriera, con una visione un po’ troppo “aziendale” del femminismo, e Sandberg a sua volta fu più tardi accusata di aver usato il genere sessuale per coprire certe cattive pratiche adottate quand’era la direttrice operativa di Facebook.
Quell’archetipo di girlboss era poi diventato una sorta di parodia: su TikTok fu coniata la frase “manipola, stai zitta, fai la girlboss”, per dire che dietro quell’idea di femminismo si mascherava in realtà un modo di operare tutt’altro che equo o inclusivo. Ma il fatto che ogni comportamento aggressivo o trasgressivo messo in atto da una donna sia considerato degno di lode o segno di empowerment è ancora radicato nella testa di molti. Shiv Roy ha una schiera di devoti che, ogni volta che lei stessa dice una bugia o che i suoi fratelli rovinano la vita di qualche dipendente della Waystar Royco, chiedono a Sarah Snook su Twitter di andarci giù ancora più pesante.
Il motivo per cui Shiv si è guadagnata questo grado così alto di empatia risiede forse nel fatto che, sebbene occupi una posizione di assoluta minoranza all’interno della società di famiglia, le venga riservato lo stesso trattamento dei personaggi maschili. Fin dall’inizio della serie, è stato evidente che non viene presa sul serio da suo padre come possibile successore alla guida dell’azienda anche perché è una donna; e con la rivelazione della sua gravidanza in questa quarta stagione, la serie sta chiaramente “apparecchiando” una nuova tensione tra il suo ruolo di possibile CEO e il suo diventare madre.
Ma ciò che rende Shiv una figura interessante – e ciò che fa di Succession migliore di qualsivoglia serie in onda in questo momento – è che, quando trova un ostacolo lungo la strada, il suo genere sessuale è l’ultima cosa a cui gli sceneggiatori ci fanno pensare. Come i suoi fratelli spesso sottolineano, lei non ha nessuna esperienza aziendale, visto che ha trascorso la maggior parte della sua carriera all’interno della politica; e, come vediamo nella trattativa con il CEO di GoJo Lukas Matsson (il personaggio interpretato da Alexander Skarsgård), è del tutto incompetente nel campo dello spionaggio industriale. Non è vittima di sessismo sistemico o culturale, ma piuttosto del suo credere che tutto le sia dovuto anche se i suoi fallimenti sono evidenti a molti (come dice l’ex CEO della Waystar Rhea Jarrell nella seconda stagione: “Shiv pensa di essere molto più intelligente di quanto non sia in realtà”); e ancora adesso, per nessun motivo, crede di essere la migliore candidata al ruolo di successore di Logan Roy.
Quando Logan incontra i figli la sera prima del matrimonio di Connor e conclude dicendo loro che non sono “delle persone serie”, c’è un motivo per cui include anche Shiv in quella definizione: soffre della stessa illusione di cui soffrono molti ricchi, cioè il fatto di pensare che i soldi siano l’unica qualifica per qualsiasi lavoro. Tra gli attori di Hollywood, quell’illusione si traduce nell’entrare in politica o nel prendere il brevetto di pilota; nella famiglia Roy, in questa lotta fratricida all’interno dell’azienda.
La tragedia di Shiv non sta nel fatto che le venga dimostrato meno rispetto o che venga trattata in modo diverso perché è una donna. Nelle prime stagioni, è colei che riveste il ruolo dominante nel proprio matrimonio, rifiutandosi di aderire alle norme tradizionali e di mostrare qualsiasi segno di debolezza quando quello stesso matrimonio va in pezzi. La serie motiva questo comportamento come specchio del disperato bisogno che tutti i fratelli Roy hanno di essere rispettati da un padre così ingombrante; e, al tempo stesso, come riflesso del tema, centrale in Succession, del privilegio che li guida tutti: in una famiglia in cui tutti i problemi possono essere risolti facendo una semplice telefonata o staccando un assegno, è solo Shiv a vedere il genere sessuale come uno svantaggio.
Naturalmente, ora che Shiv è incinta, dovrà fare i conti con il fatto incontrovertibile che tutte le donne, qualunque sia il loro background, devono fronteggiare: anche se lei non vede il suo corpo come un “problema” da risolvere, per tutto il resto del mondo lo è. E, purtroppo, ci sono ben poche cose in cui una donna può immedesimarsi più di questa.