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Tutte le lezioni di vita che ho imparato da ‘The Kardashians’ e che nessuno mai mi toglierà

Non avrei mai pensato che il reality appena conclusosi su Disney+ sarebbe stato in grado di insegnarmi qualcosa, e invece. Tra flebo di vitamina C con le amiche, incoraggiamenti al supermercato, esempi di reale sostegno famigliare e bagni di vapore vaginale, una sintesi dei Kardashian-comandamenti

Foto: Hulu/Disney+

Giovedì 16 giugno si è conclusa la prima stagione di The Kardashians, reality-serie prodotta da Hulu e distribuita in Italia da Disney+, e io da allora sono inconsolabile. Ho iniziato quello che pensavo fosse il naturale prosieguo di Keeping Up with the Kardashians convinta sarebbe stato il solito, piacevolissimo, svuota-cervello, e invece poco ci mancava che dovessi seguire le varie puntate munita di carta e penna per tenere a mente le lezioni di vita che il clan delle K ogni volta m’impartiva. In un’epoca popolata da «serie importanti», «libri imprescindibili», «film coraggiosi», io son qui a sostenere che non esista nulla di più giusto, divertente e intelligente per interpretare lo spirito del tempo che osservare e ascoltare le «tre sorelle (più due sorellastre, più una matriarca) che hanno fatto un patto» (cit.). Chiaramente tale affermazione rischia di apparire un po’ buttata lì se non supportata da fatti e argomentazioni plausibili, dunque ecco un estratto, un compendio – purtroppo parziale – degli insegnamenti di Kim, Khloé, Kourtney, Kris, Kendall e Kylie: sì, soltanto dei loro, ché se c’è una cosa che ormai abbiamo ormai capito è che lì dentro gli uomini non contano davvero un cazzo.

Levarsi la giacca è da cafoni

Ho sempre detestato gli appendiabiti, le giacche buttate sul letto, gli appendini, e credo che le Kardashian la pensino come me: la giacca va tenuta sempre addosso, che tu sia in macchina, nella villa di tua madre, al ristorante a scofanarti una cacio e pepe (anzi, una «cacìpepi», ma ci torneremo dopo), in uno studio di registrazione. D’estate come d’inverno, d’autunno come in primavera, che si tratti di un trench o di un piumino, togliersela nei luoghi chiusi è un gesto villano e datato – con buona pace dell’ascella.

«We don’t need to baby people»

Foto: Hulu/Disney+

Questa frase è stata una vera e propria epifania, ma che dico, una nuova regola morale. Tra una serie di addominali e una di squat (stavolta senza giacca, nonostante Khloé non rinunci a una cuffia), le sorelle giungono a una conclusione univoca: gli uomini non devono essere trattati come dei bambini. Anzi, non solo gli uomini: la gente in generale. Siamo adulti vaccinati (si spera) e dobbiamo smetterla di fare le babysitter: chi ha orecchie per intendere, intenda; per quanto riguarda gli altri, bye bye.

L’incontrovertibile necessità di essere multitasking

Il tempo è poco, le ore sono contate e le cose da fare sono tantissime: bisogna prendere esempio da Kim, che – mentre consola al telefono un potenziale condannato a morte – ne approfitta per farsi il semipermanente alle unghie. Piangono entrambi, soprattutto lei, ma almeno lo Shellac intanto s’asciuga.

Voglio solo limonare, limonare limonare

Come Kourtney e Travis Barker: quasi novant’anni in due e chilometri di lingua cacciati in bocca in qualsiasi posto o situazione, da soli o in compagnia, senza vergogna alcuna. Evviva i limoni durissimi, sempre, comunque e a qualsiasi età.

Non avere paura di mettersi alla prova

Foto: Hulu/Disney+

Alla sesta volta che Kris Jenner provava a dire «cacio e pepe», sbagliando puntualmente pronuncia e accenti, ho pensato «Vabbè Kris, mettiti il cuore in pace, non fa niente». Ma lei ha continuato, imperterrita, così soddisfatta del suo «cacìpepi»: le volte sono diventate almeno quindici, e la matriarca-momager non ha mai dato segnali di resa.

Le vere amiche si vedono nel momento della flebo

Pensavate che Kendall-maniaca-della-salute-Jenner in vacanza con l’amica del cuore Hailey Bieber a Miami fosse tutta spiaggia, party, drink sul lettino, shopping e nuotate nell’oceano? No: le due si chiudono in hotel a spararsi delle sane flebo di vitamina C, ché «questa sì che è la vera amicizia». Nota a margine: ovviamente ho verificato la fattibilità della cosa in Italia, e per ora pare ci sia soltanto un tizio a Latina che offre un’esperienza simile. Chiunque volesse lanciarsi in questo business, sappia che può contare sul mio totale supporto morale ed economico.

Tutti abbiamo bisogno d’incoraggiamento

Se già solo la vita di per sé richiede temerarietà, figuriamoci fare la spesa al supermercato: ogni volta che riporto il carrello al suo posto, sento la voce di Kris Jenner che mi dà forza, «You are doing amazing, sweetie!», esattamente come infondeva coraggio a una Kylie impreparata ad affrontare le insidie della quotidianità proletaria. Vorrei campionarla, la voce di Kris Jenner, e mettermela come suoneria, ché anche rispondere al telefono di ‘sti tempi è un atto eroico.

L’unione fa la forza

Tanto banale, quanto sacrosanto: esistono pochi esempi di reale e sincero supporto famigliare come quello tra i membri del clan Kardashian. Tutti sono lì gli uni per gli altri, indipendentemente da scaramucce, litigi e malumori: ci si consiglia, ci si sostiene vicendevolmente, non c’è spazio per gelosie (Kim che “ruba” la copertina di Vogue America a Kendall, con Kendall che commenta «Sono davvero felice per lei»), rancori, musi lunghi. Un plauso a Kendall, che dopo aver litigato con quel verme di Scott Disick e aver fatto passare un po’ di tempo, ci tiene a chiarire la situazione: «Perché tu sei comunque parte della nostra famiglia e io a te ci tengo». Bene, brava, bis.

L’importanza di un buon bagno vaginale

Sapete cos’è uno yoni steam? No? Male. Kourtney docet: non esiste nulla di più lussurioso che lasciar evaporare sulla propria vagina un infuso di «roses and stuff» per liberarsi delle tossine. «Una vagina fumante? Fa un po’ schifo a sentirlo», commenta Khloé in separata sede: il mondo è diviso, decidete voi da che parte stare.

«Fool me once shame on you, fool me twice shame on me»

Che in italiano suona un po’ come «Fregami una volta ed è colpa tua, fregami due volte ed è colpa mia»: a dir la verità, le volte in cui Khloé è stata fregata dal cestista Tristan Thompson non si contano più, ma comunque. Intestardirsi a voler far funzionale la relazione con un uomo incapace di tenere il pisello nei pantaloni è la strada più veloce verso l’inferno, e dopo l’ennesimo tradimento/scandalo, Khloé decide (ci si augura) che basta, è finita. Nonostante sia devastata, la nostra eroina fa pure il beau geste d’impacchettargli la roba in uno scatolone: un gesto catartico indice di superiorità morale, una cosuccia che non s’impara dall’oggi al domani e che in famiglia abbonda. Chapeau, Khloé.

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