Immaginate di potervi immergere nell’immaginario fabiesco, onirico e allegorico che Hayao Miyazaki ci ha regalato nel corso di più di quarant’anni di carriera: addentrarsi nella foresta in cui Mei e Satsuki fanno la conoscenza di Totoro, passeggiare tra le vie della città termale al centro delle avventure spiritiche di Chihiro, salire sull’idrovolante di Porco Rosso e chi più ne ha più ne metta.
Sembra quasi un sogno, vero? Eppure, dallo scorso 1° novembre, per migliaia di giapponesi è diventato realtà: è stato infatti inaugurato il chiacchieratissimo Ghibli Park, il parco a tema interamente dedicato allo studio fondato nel 1985 dallo stresso Miyazaki e da altri nomi illustri dell’animazione nipponica, come Isao Takahata, Toshio Suzuki e Yasuyoshi Tokuma. Il parco si estende per sette ettari ed è situato nella prefettura di Aichi, a ovest di Tokyo: nato dalla collaborazione tra lo Studio Ghibli e il Chunichi Shimbum, un importante quotidiano regionale. Cosa più importante: il Ghibli Park è bellissimo.
Gavin Blair, storico corrispondente del Guardian, è andato a visitarlo personalmente, raccontando la sua esperienza in un reportage pubblicato questa mattina: il fulcro del Ghibli Park è rappresentato dal cosiddetto “Big Warehouse”, un enorme spazio espositivo colmo di oggetti, mostre e riproduzioni di scene iconiche tratte dalle numerose e acclamate produzioni dello studio, tra cui La città incantata, il film più acclamato di Miyazaki.
Alcune aree devono ancora essere aperte al pubblico, come ad esempio il Mononoke Village, spazio interattivo interamente dedicato a La Principessa Monoke, che sarà inaugurato nel 2023.
Le stime parlano di quasi due milioni di visitatori all’anno e di un indotto capace di generare circa 48 miliardi di yen (325 milioni di dollari) per l’economia locale. Al momento, i biglietti possono essere acquistati soltanto in Giappone. Che dire: ne siamo già innamorati e non vediamo l’ora di visitarlo.