More – Di più, ancora di più (1969) di Barbet Schroeder – Ibiza
Sesso, droga e… Pink Floyd. La cui colonna sonora, commissionata dal regista e poi pubblicata nell’album Soundtrack from the Film More, resta ad oggi il dato più rilevante di questo film del futuro autore del Mistero Von Bulow e Inserzione pericolosa. Al centro, la storia di un ragazzo che, per amore, entra nel tunnel degli stupefacenti. L’isola “strafatta” fa il resto.
Krámpack (2000) di Cesc Gay – Castelldefels
Praticamente impronunciabile il nome della località – sulla costa barcellonese – che fa da sfondo all’educazione (omo)erotica dei due giovani e adorabili protagonisti di questa commedia deliziosa, diventata col tempo un vero cult. Il regista Cesc Gay ha la mano lieve perfetta per raccontare i turbamenti dell’adolescenza, ma ci mette pure una buona dose d’ironia affilatissima. Ah, il titolo è il nome di un giochetto da non rifare a casa…
Lucía y el sexo (2001) di Julio Medem – Formentera
Altro cult d’inizio 2000 è il film di Julio Médem con una calientissima Paz Vega, cameriera di Madrid che finisce su un’imprecisata isola del Mediterraneo (che in realtà è Formentera) dopo che il fidanzato è rimasto coinvolto in un incidente. Ma tante altre avventure (in tutti i sensi) la aspettano… Il film che ha lanciato la star spagnola, generosamente svestita per l’occasione.
Amnèsia (2002) di Gabriele Salvatores – Ibiza
Cosa fanno gli italiani a Ibiza? La risposta a Gabriele Salvatores, che intreccia in una delle discoteche più famose de “la isla” (quella che dà il titolo al film) i destini del gestore di un chiringuito sulla spiaggia (Sergio Rubini) e di un produttore di film porno (Diego Abatantuono), con annessi e connessi (tipo Martina Stella). Non esattamente una vacanza, ma una fotografia a suo modo precisa dello spirito del luogo colonizzato da los italianos.
Olé (2006) di Carlo Vanzina – Siviglia
Nemmeno i Vanzina non si fanno mancare una capatina in Spagna. Per la precisione in Andalusia, dove i prof Massimo Boldi (neo-orfano di Christian De Sica) e Vincenzo Salemme portano in gita la loro classe. Dimostrandosi, ovviamente, più ragazzini degli alunni. Natalia Estrada è la quota chilometro zero (o quasi), in colonna sonora ci sono i Gipsy Kings, e appare pure Daryl Hannah: tutto vero.
Vicky Cristina Barcelona (2008) di Woody Allen – Barcellona
Siete più Vicky (Rebecca Hall) o Cristina (Scarlett Johansson)? Oppure date di matto come la María Elena di Penélope Cruz (che vinse, meritatamente, l’Oscar)? Il viaggio barcellonese di Woody (con detour a Oviedo) ha lasciato delusi molti fan, ma in realtà è un’ode sexy e libera alle sliding doors della vita, tra picnic sur l’herbe, triangoli, impennate lesbo e isterie assortite. Javier Bardem è il (perfetto) macho della situa.
Gli abbracci spezzati (2009) di Pedro Almodóvar – Lanzarote
Tra Rossellini e Antonioni, una vacanza che non è una vacanza, ma più un omaggio al grande schermo e ai suoi fantasmi. Penélope stavolta è diretta dal “suo” Pedro, che le offre un personaggio da attrice totale. E che riconsegna la bellezza monumentale e un po’ spettrale di Lanzarote, l’isola delle Canarie in cui è ambientato il film, come nessun altro prima e dopo. Cinefilo e struggente.
Ibiza (2018) di Alex Richanbach – Ibiza
Non proprio un capolavoro: ma, visto il titolo, non poteva mancare. Un’americana (la Gillian Jacobs lanciata da Community) viene inviata per lavoro in Spagna, e si porta al seguito le sue amiche. Fino a Ibiza, dove, in stile Una notte da leoni, accadrà di tutto. Una rom-com stupidina ma divertente, nello spirito dei titoli “made in Netflix” confezionati per passare una serata svuota-testa sul divano.
Rifkin’s Festival (2020) di Woody Allen – San Sebastián
Altro giro, altro Woody. Che stavolta però ci porta nei Paesi Baschi. La San Sebastián location dell’omonimo festival di cinema è in realtà il “posto delle fragole” dell’ex docente di cinema (il grande Wallace Shawn) che “si fa un film” nella testa, tra passioni improvvise (Elena Anaya) e tira-e-molla con la moglie (Gina Gershon, incapricciata di Louis Garrel). Un piccolo grande film, e anche un testamento preventivo di vita e di cinema.
Bonus: White Lines (2020) – Ibiza
Il corpo di un ragazzo viene ritrovato dopo molti anni dalla sua scomparsa nel deserto di Almería. La sorella va a Ibiza, dove lui faceva il deejay, e indaga… La pista da seguire è da intendersi in senso strettamente letterale: le “strisce bianche” del titolo sono proprio quelle che immaginate. Da Álex Pina, il creatore della Casa di carta, un’altra serie truzzo-spagnola, ma girata in lingua inglese (e di minor successo). Però obbligatoria, in questa rassegna di estati iberiche.