Natalie Portman confessa di essersi sentita sessualizzata dai colleghi quando, da bambina, ha iniziato la sua carriera d’attrice. Lo ha fatto in un episodio del podcast di Dax Shepard Armchair Expert, in cui ha anche rivelato che tutto ciò all’epoca la turbava moltissimo. «Ero consapevole di essere ritratta sullo schermo come una sorta di Lolita», dice l’attrice premio Oscar, oggi 39enne. «Ma credo che quella sessualizzazione abbia condizionato il mio modo di vivere il sesso. Mi ha resa più fragile, spaventata, mi ha portata a fare di tutto per sentirmi più sicura. Il mio atteggiamento è diventato: “Sono una ragazza seria, mi devi rispettare”. Oppure: “Sono una tipa intelligente, non mi devi guardare in quel modo”».
Ha poi aggiunto: «A qualunque età, ognuno ha la propria sessualità, i propri desideri. Ed è giusto che voglia esplorare, sperimentare, essere aperto a tutto. Ma non ti senti sicura, se di fronte hai uomini più vecchi di te che sembrano interessati al tuo corpo e a cui vorresti solo dire: “No, no, no”. Moltissime persone pensavano che io fossi una ragazzina seria e bacchettona. Ho capito solo dopo che era il mio modo per difendermi, per farmi rispettare, per non sentirmi un oggetto sessuale».
Gli esordi su set come quello di Léon di Luc Besson hanno influenzato anche la sua carriera successiva. «Quando ero adolescente, dicevo: “Non voglio fare nessuna scena di sesso in un film”. Sceglievo ruoli per niente sexy, avevo paura che gli altri continuassero a percepirmi in quel modo».
Natalie Portman è attualmente impegnata nella lavorazione di Thor: Love and Thunder, il nuovo capitolo della saga Marvel sul supereroe vichingo interpretato da Chris Hemsworth, diretto stavolta da Taika Waititi.