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Per Scorsese è «tra i migliori, se non il migliore, della sua generazione». Da Marriage Story a The Report, fino all'ultimo Star Wars (che l’anno scorso, di questi tempi, aspettavamo con ansia di andare a vedere al cinema): nel giorno del suo 37esimo compleanno (auguri!), ecco il best of dell’attore.
Nel film di Baumbach che consacra Greta Gerwig come musa dell’indie-cinema USA, è il newyorkese-tipo, talentuoso ma un po’ mitomane. L’attore si fa da parte, al servizio di una storia al femminile.
La commedia di Soderbergh più scatenata degli ultimi anni (o forse di sempre) è pane per i suoi denti. Sembra un divertissement tra amici. Per questo Adam (con mano finta) fa esplodere tutto il suo talento comico.
Prima (e un po’ rubata) candidatura agli Oscar per la satira di Spike Lee sul Ku Klux Klan. Forse non la sua performance migliore, ma lui è spassoso. Ed entrare nell’orbita dell’Academy è un traguardo raggiunto.
Kylo Ren è un cattivo da storia del cinema? Forse no. Ma l’attore gli infonde un’umanità che finora ai villain della saga di George Lucas mancava. Colpo di scena finale alla Beautiful o quasi: ma glielo perdoniamo.
Il maestro Scorsese lo chiama per il suo progetto 'spirituale' agognato da anni (e non riuscitissimo) in cui Adam dà prova di saper quasi scomparire. E un Marty nel curriculum va sempre bene.
La scena in cui canta Tu si ’na cosa grande basta a rendere la sua performance memorabile. E la collaborazione con una supercoppia italiana (Saverio Costanzo e Alba Rohrwacher) non è da 'lost in translation'. Coppa Volpi a Venezia.
Dopo tanti personaggi chiusi nel privato, finalmente un grande ruolo civile. Scott Z. Burns, già collaboratore di Soderbergh, lo vuole nei panni dell’investigatore che stana i misfatti della CIA. Il plauso della critica è unanime.
Il conducente di autobus della cittadina di provincia del titolo nasconde un animo da poeta. Elegia (letteralmente) del quotidiano by Jim Jarmusch. E l’antieroe di Adam è un classico istantaneo.
Se è nata una stella, lo si deve a Lena Dunham. Che nella sua serie cult gli offre la parte dell’oggetto del desiderio non privo di lato oscuro, anzi. Il ritratto dell’uomo (in crisi) contemporaneo è fatto.
Nei panni del divorziando da Scarlett Johansson, mette a segno il ruolo più bello della sua carriera, tra dolore e tenerezza. Il film, in cui è diretto per la quarta volta da Noah Baumbach, gli è valso una nomination agli Oscar 2020. Che però era già stato blindato da Joaquin Phoenix per Joker. Sarà per la prossima, Adam.
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