Il 2022 è stato un anno pienissimo. Il ritorno dei concerti, la gente che è tornata a uscire, vivere. E anche ad ascoltare musica Made In Italy (se si può ancora scrivere così, controlliamo).
Per il terzo anno di fila, la top ten degli album più venduti in questo paese è interamente composta da artisti italiani. Complice il Sanremo di Amadeus e i suoi “brividi”. Che poi si può ancora parlare di dischi venduti? È un concetto così obsoleto che a scriverlo ci vengono i capelli bianchi. Qualcuno li ha venduti ancora, e intendiamo proprio i CD nella scatola di plastica. Parliamo di Francesco Guccini, che in un’intervista ha dichiarato «ignoro cosa sia uno streaming». Ma per uno che lo ignora, tutti gli altri lo sanno benissimo. Ogni settimana escono migliaia di canzoni, e orientarsi è sempre più dura. Come è stata dura fare questa classifica, che classifica non è. È una lista ristretta di artisti che pensiamo che quest’anno possano fare la differenza, anche parlando di generi musicali.
Potrebbe - per esempio - essere l’anno del pop punk. Se all’estero è realtà consolidata (vedi alle voci Yungblud e Machine Gun Kelly), qui da noi il segnale lo ha dato Naska che ha deciso di inaugurare il 2023 con un brano in cui ha riportato in auge i paladini del genere del nostro Paese, i Finley. A dar man forte, ma con tutt’altro mood, ci pensano le creste, le smorfie e le borchie de La Sad, il trio composto da Theø, Plant e Fiks, sicuramente la quota follia tra le nostre scommesse.
La trap - che tutti danno morta da almeno 3-4 anni (e immaginiamo continueranno a farlo per altri 3-4 almeno) - continuerà sicuramente a macinare ascolti, occupando in modo coatto la classifica FIMI. Sarà ancora Milano, e ancora meglio San Siro, il luogo a cui guardare: dal collettivo Seven 7oo, capitanato da Rondodasosa, c’è grande fermento intorno ai prossimi passi di Sacky. Mentre la risposta di Napoli (città che continua a vivere un momento d’oro) potrebbe essere Lina Simons, che ci ha fatto intravedere sprazzi di talento puro.
Anche se il mondo del rock continua a rimanere confinato al successo globale dei Måneskin, dopo anni di solipsismi assoluti, c’è da registrare un promettente ritorno alle band. L’ironia nel crossover dei Brucherò nei pascoli, l’eleganza del songwriting dei Delicatoni, l’afrobeat de Il mago del gelato, sono questi tre progetti con un’ampia possibilità di crescita in questi prossimi mesi.
Ma c’è spazio anche per il pop e le sue sfaccettature: dalla formidabile Camilla Magli a Popa arrivando a chi si divide tra musica e schermo, grande e piccolo: come Beatrice Grannò e Kaze. E ancora la new wave padana di Ibisco, le ricerche sonore di Daniela Pes (con un disco d’esordio prodotto da Iosonouncane) e l’hard tarantella di Nziria, l’artista di elettronica più promettente anche in ottica del mercato europeo.
Le nostre promesse per il 2023 sono 14. E l’augurio che gli facciamo è che sappiano mantenerle, le promesse.
Il grande pubblico ha conosciuto Beatrice Grannò per il ruolo di Mia nella seconda stagione di White Lotus. Soprattutto gli americani, che per l’attrice romana hanno perso la testa. Non tutti però sanno che Grannò sta portando avanti anche una carriera musicale da cantautrice alt folk. Per ora si è sentito pochissimo, se non una sorprendente cover di Io non so parlar d’amore di Celentano e un solido primo singolo, Redini, proposto in una live session con un quartetto d’archi. A breve uscirà un nuovo brano, poi forse un EP e tra un set e l’altro - chissà - magari arriverà anche un album.
L’ultimo singolo del duo milanese si chiama Palle piene, l’incipit è questo: “Ho le palle piene di tu che mi ami e poi non mi ami: vaffanculo e muori”. Ecco, questo verso potrebbe essere il manifesto dei Brucherò nei pascoli, un mix di ironia e strafottenza in chiave rap-punk. Un crossover che funziona quando sbraca (come in Immenso). Se continuano a pestare duro, il loro percorso potrebbe essere piuttosto divertente da seguire.
Nel 2022 ha pubblicato il suo primo EP Club Blu, come le sigarette sottili che fuma ma pure come il clima che si respira nella sua stanza invasa da libri, dischi e vestiti: «Ho passato molto tempo chiusa in casa a leggere e scrivere, immersa in un’atmosfera nebbiosa e malinconica». Blu(e), appunto. Se le chiedete quali sono le sue ispirazioni vi risponde Rihanna e Franco Califano. Ha collaborato con Big Mama, Bresh, Franco126 e Mahmood. Il suo pop è contemporaneo, sporco, sentito. Se è vero che germoglia quello che si semina, quest’anno per Camilla Magli sarà un anno di raccolta.
Presentarsi con un album prodotto da un artista riconosciuto e acclamato come Iosonouncane è cosa per pochi e fa capire la caratura dell’artista sarda. Un’elettronica oscura, fatta di bordoni e arpeggi vulcanici, ma anche di voci “liturgiche” e tamburi rurali, in cui le strutture cedono inevitabilmente di fronte al naturale sviluppo dei brani. Spira, il primo disco di Daniela Pes, non è un lavoro semplice, ma un ambizioso progetto in «una lingua che non esiste (ancora)», che conquisterà gli avventurieri del suono.
Il nome della band vicentina è autoesplicativo della musica prodotta dai quattro musicisti: un sofisticato cantautorato pop dalle trame jazz. All’attivo due EP (Margherita del 2020 e Giorno libero del 2023) e un album (Delicatoni del 2022), che hanno ampiamente dimostrato come i quattro sanno scrivere belle canzoni, nella forma e nella sostanza. Manca forse una hit che faccia fare il salto. Certo sono delicatoni, ma con un po’ di cazzimma in più (e un po’ di venerusismo in meno) le possibilità ci sono tutte.
La presa male oscura della new wave inglese portata in Emilia: la musica di Ibisco è un mix di elettronica e cantautorato, di voci gravi e testi cupi. Il suo ultimo singolo, Darkamore, prodotto da Cosmo, è industria e nebbia nella Pianura Padana, il brano ideale per Darkside Emilia, la riedizione allargata del primo album dell’artista bolognese Nowhere Emilia. Una voce interessante in angoli non troppo battuti dalla musica italiana.
Anima afrobeat e cuore mediterraneo. Così è stato descritto Il Mago del Gelato, band di quattro elementi formatasi a Milano che, a breve, pubblicherà il primo disco, Maledetta quella notte. Per ora, nonostante i molti concerti, la band non esiste ancora su Spotify e per ascoltarne i brani (dai titoli da gelateria come Stracciatella e Zenzero) bisogna affidarsi a una live session su YouTube. Funk e jazz ritmato nel nome di Fela Kuti, già omaggiato dalla band con una cover di Open & Close.
Nata a Nairobi, in Kenya, da madre del Burundi e padre italiano, Kaze si divide tra recitazione (Call My Agent – Italia, Anni da cane) e musica, dove ha pubblicato cinque singoli in bilico tra pop e r&b, l’ultimo, Il giardino di Maddalena, in coppia con il cantautore partenopeo Napoleone. Ora è in studio per lavorare al suo primo album per Island Records. Noi ci mettiamo una fiche: vediamo dove può arrivare.
Sono i paladini della nuova ondata emo trap e pop-punk e nel tempo sono riusciti a costruirsi una schiera di fedelissimi che li segue in giro per l’Italia. Ci sono i capelli colorati, le creste, i giubbotti di pelle pieni di spille. Ma soprattutto c’è la provocazione: nei testi, su Instagram e pure sulle pagine del nostro giornale dove hanno lanciato un velatissimo messaggio alla scena musicale italiana: «Stiamo per togliervi il lavoro». Insomma, Theø, Plant e Fiks sono tutto ciò che la musica italiana non è: quest’anno sentirete parlare di loro.
Lina Simons è Pasqualina De Simone, venticinquenne nata a Pozzuoli da madre nigeriana e cresciuta in un piccolo paesino nella provincia di Benevento. C’eravamo innamorati di lei grazie alla sua prima traccia, In the Block, in cui mostrava un certo talento nell’uso del rap in napoletano. Nel 2022 Lina ha pubblicato due brani molto differenti, Nuda, una conferma delle sue abilità al microfono, e Shaku Shaku, un pezzo dai tratti house, molto estivo, che invece sembra averla portata un po’ fuori strada. Il 2023 sarà l’anno in cui capiremo di che pasta è fatta. Un consiglio: lasciate rappare Lina Simons.
Il 2023 potrebbe essere l’anno del pop-punk da classifica anche in Italia e, nel caso lo diventasse davvero, una parte del merito potrebbe essere di Naska. Con il suo primo album Rebel, uscito lo scorso anno, l’artista marchigiano si è già tolto parecchie soddisfazioni raggiungendo numeri importanti. Il 2023 è iniziato subito forte con un paio di featuring molto differenti tra loro: da una parte ha partecipo a Che benessere !?, brano dello Stato Sociale, dall’altro ha chiamato in aiuto i veri paladini del pop-punk italiano, i Finley, per un nuovo inedito Porno. L’ultima uscita, A testa in giù, invece è andata a pescare dall’estetica del rock anni ’50, dimostrando che il ragazzo ha varie e differenti cartucce in canna.
È forse l’artista più promettente in Italia nel macro-universo della musica elettronica nonché l’artista con la più alta possibilità di avere un futuro artistico anche al di fuori dell’Italia. Continuando su una linea tracciata da compositori futuristici come Lorenzo Senni e Caterina Barbieri, Nziria – con solo una manciata di singoli dalla sua, tra cui lo sfolgorante Hard Tarantella - ha già dimostrato di avere tutte le qualità per il grande salto. Potrebbe arrivare quest’anno, magari assieme al primo album.
Cantautrice e fashion designer lituana oramai adottata dal nostro paese, Popa ci accompagna per mano in un’Italia d’altri tempi giocando con un sound vintage anni ’70 arricchito da testi gioiosamente ironici. Sciura milanese, Mare di Milano, Tocco di lusso, Psicomagia, Bon vivant, Io lei tu, i sei brani pubblicati finora, si posizionano a metà in una linea immaginaria tra Nu Genea e Emanuelle, perfetti da ascoltare in auto in direzione mare con i finestrini abbassati.
Il presente della trap in Italia si trova a Milano, in zona a San Siro. Dal Municipio 7, Sami Abou El Hassan, in arte Sacky, è uno dei talenti del collettivo Seven 7oo che comprende Rondodasosa e Neima Ezza. Il suo primo EP, Quello vero, è uscito a fine gennaio e vanta le collaborazioni di Massimo Pericolo, Baby Gang, Rondodasosa, Neima Ezza, Ernia, con produzioni pregiate firmate da Don Joe, 2nd Roof e Nko. Trap di strada da una seconda generazione, un nome che diventerà ben presto molto grosso nel rap game.