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Alice Pasquini, la street artist acclamata in tutto il mondo viene multata in Italia

AliCé, una delle street artist italiane più note nel mondo, condannata per avere realizzato murales in aree degradate di Bologna
Alice Pasquini all'opera a Bologna

Alice Pasquini all'opera a Bologna

Alla fine è arrivata la condanna. AliCé, 35enne romana tra le più conosciute street artist del momento, era stata denunciata dai vigili urbani nel 2013, dopo che in un’intervista aveva parlato di alcuni murales realizzati nel centro di Bologna. Due giorni fa il tribunale ha preso la sua decisione: Alice Pasquini deve pagare. E non solo una multa, ma su di lei peserà una condanna penale. Una sentenza assurda, perché persino il Pubblico Ministero ne ha chiesto l’assoluzione in aula. Evidentemente, si è preferito giocare allo sceriffo contro il bandito, che va punito e censurato. Che la censura dia credito ai pensieri che attacca, ormai è noto e risaputo. Cerchi la censura il regista che vuole che il suo film sia visto, lo scrittore che vuole che il suo libro sia letto, l’artista che vuole che la sua opera sia contemplata. Ci sono occasioni, però, in cui assume solamente il gusto amaro. La presunzione e la superficialità usata nel sancire che Alice Pasquini è una “imbrattatatrice di muri”, è uno di questi casi.

Alice Pasquini’s Art

Una grande artista, tra le migliori della nuova generazione, celebrata dai media e dalle istituzioni artistiche di tutto il mondo, AliCè in Italia è invece teppista per sentenza, vandala per verdetto. E chissà se il giudice che ha stabilito che lei debba risarcire la Città, si è reso conto che con quella decisione ha messo allo stesso livello una grande pittrice con quelli che, loro sì, devastano i monumenti e i muri storici. Non prendeteci per cretini e tenetevi la retorica del “come fai a stabilire quando è arte e quando è vandalismo?”, perché a danneggiare le Città italiane non sono le Alice Pasquini, ma una politica che negli anni ha creato e poi sviluppato un’architettura d’accatto, periferie o persino centri storici abbandonati a sé, intere zone urbane sfigurate dal cattivo gusto e dall’incuria di progettisti e amministratori, dove l’intervento dei writer spesso ha permesso il ritorno di un minimo di dignità.

A questo “problema” la risposta sono gli artisti veri. La risposta a chi imbratta è Blu, è Bros, è Kay One, sono Sten & Lex, è 2501, è Pixel Pancho e tanti altri. Se li multate per avere reso onorevole un muro che prima era indecoroso, loro che sono riconoscibili perché di talento, smetteranno. Invece continueranno gli sfigati, perché la loro totale assenza di estro li condanna a restare anonimi e dunque impuniti. Non è bastata la rivolta di un quartiere milanese, quando un branco di esaltati (che si sentivano super eroi) ha cancellato il murales di Pao tanto amato dalle famiglie di via Cesariano?

È arrivato il momento in cui le Istituzioni e lo Stato prendano di petto questa situazione, e se è necessario che chiamino critici e uomini di pensiero a testimoniare in tribunale a favore di AliCè, a favore dell’arte. Spero che tutta Bologna difenderà una ragazza che ha sempre realizzato i suoi straordinari affreschi a volto scoperto, di giorno, firmandoli. Dobbiamo proprio fargli una multa? Bene. Vi lasceremo questa soddisfazione. Ma qui si tratta di una condanna penale, se il giudizio verrà confermato. Se così sarà, non sperate più, sindaci e amministratori vari, di chiamare gli street artist a decorare luoghi quando vi farà comodo, perché li avrete processati, condannati e idealmente cacciati.

La street art ormai è un tassello fondamentale della nostra società, volenti o nolenti dobbiamo tenerne conto. E vedrete che se saremo in grado di esaltare la creatività, riusciremo anche a isolare chi deturpa. E allora forza Alice, resistere resistere resistere, non permettere che la pochezza di alcuni ti mortifichi, perché le città italiane hanno bisogno di voi.

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