Continua il diario di bordo di Rolling Stone dalla Biennale di Venezia, e siccome abbiamo esordito dicendovi che questa Biennale tratta i grandi temi della contemporaneità e che a catturare l’attenzione è stata Barca Nostra, installazione che parla del dramma che affrontano gli esseri umani che migrano attraverso il mare, a vincere il Leono d’Oro è invece il Padiglione Lituania, che tratta la questione ambientale.
Per la prima volta sono stati usati gli spazi della marina militare vicini all’Arsenale e lo spettacolo del padiglione lituano subito fa sorridere, infatti se ci si affaccia dal ballatoio si può vedere una spiaggia, con turisti stesi su teli da mare. Ci sono due gemelle adolescenti che sonnecchiano, una signora con un improbabile costume leopardato insieme al marito panzone, un tipo color latte che sembra fissare i visitatori. È la gestione del nostro tempo a essere al centro di questa installazione, un tempo libero che forse non dovremmo avere perché ci mette di fronte alle nostre pochezze, alla noia, ma anche al pericolo di questi tempi.
I bagnanti infatti sono come tante voci di un coro, che se subito si preoccupano di come evitare scottature o di come sfruttare al meglio le vacanze, si fanno via via più cupe. Le micro-storie salottiere e frivole della spiaggia affollata, gradualmente soccombono lasciando spazio a una sinfonia catastrofica, un coro di esseri umani che finalmente capiscono che la vera emergenza è la distruzione del nostro pianeta.
A realizzare questa bellissima installazione sono Rugilė Barzdžiukaitė, Vaiva Grainytė e Lina Lapelytė, tre donne della generazione anni ’80. Il punto di vista del visitatore è più o meno quello che avrebbero gli occhi del sole sulla Terra e anche se non ne potete più di sentir parlare di cambiamenti climatici, forse l’arte può assolvere al ruolo della comunicazione nella sua forma più alta: se non vi va più di ascoltare Greta Thunberg e Al Gore, se passate al Padiglione Lituano forse capirete che è il caso che anche i discorsi da spiaggia, oltre al matrimonio di Pamela Prati, potrebbero elevarsi. Alla prossima puntata.