Bologna, l’arte, la tavola: guida per non sbagliare tra mostre e ristoranti | Rolling Stone Italia
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Bologna, l’arte, la tavola: guida per non sbagliare tra mostre e ristoranti

Il capoluogo emiliano è famoso per lasagne e tortellini, ma non dimentichiamo il fitto (e curato) programma culturale. O anche il contrario. Da Ai Weiwei a Maurizio Cattelan, con una sosta Al Cambio, ecco il nostro itinerario per questi mesi

bologna arte

Opera di Chiara Fumai

Foto: press

Prendete una delle città più goderecce del già piuttosto godereccio Belpaese, cospargetela qua e là di fiere d’arte, mostre e performance, e aggiungeteci dosi massicce di ristoranti gourmet, cocktail bar e hotel storici. Scoprirete una Bologna inedita. Una mistura di sollecitazioni spirituali e sensoriali capaci di traghettare il capoluogo emiliano in cima ai luoghi da visitare in questo inizio 2025.

 

L’appuntamento è soprattutto dal 6 al 16 febbraio, settimana di Art City, succulento programma di eventi promosso dal Comune, in collaborazione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera (7-9 febbraio). Partiamo proprio da quest’ultima. E più precisamente dai padiglioni 25 e 26, che la ospitano all’interno del quartiere fieristico. Saranno 204 le gallerie presenti quest’anno, tutte distribuite fra la Main section e altre quattro aree: Fotografia e immagini in movimento, Pittura XXI, Multipli, e la novità del 2025, Prospettiva, che vuole intercettare i migliori next to be di domani.

 

Nel corposissimo carnet di premi e iniziative speciali della fiera, guidata dal direttore artistico Simone Menegoi e dal direttore operativo Enea Righi, merita una menzione speciale la performance di Adelaide Cioni realizzata in collaborazione con Fondazione Furla. Un progetto del tutto simile a una danza, dove la geometria si mescola ai suoni e al movimento. 

 

Dopo tanta arte è tempo di fare un break, ovviamente culinario. Proprio vicino alla Fiera e all’uscita della tangenziale, in via Stalingrado, c’è Al Cambio, un locale di “schietta cucina bolognese”, così lo definiscono le guide. Offre piatti di terra e di mare piuttosto generosi, cucinati in modo sublime. Come un vero artista, lo chef Armando Martini mette tutti i giorni in scena i grandi classici della cucina locale: dai tortellini in brodo alle tagliatelle al ragù (che qui tagliano col coltello), dalla cotoletta all’immancabile lasagna. Consiglio: il ristorante è sempre pieno, la prenotazione è d’obbligo.

 

Giusto il tempo di finire il caffè e subito ci si immerge nel fitto programma di mostre sparse nel capoluogo. Una delle più attese è la collettiva Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo (6 febbraio-7 settembre) al MAMbo, dove sono esposte cento opere realizzate da artisti come Francesco Vezzoli, Bruno Munari, Gino De Dominicis, Maurizio Cattelan e Michelangelo Pistoletto. Lo scopo dei due curatori Lorenzo Balbi e Caterina Molteni? Invitare i visitatori a ripassare la storia del nostro Paese – dagli anni Cinquanta a oggi – attraverso l’arma affilatissima dell’ironia e delle sue innumerevoli declinazioni.

 

Altre esposizioni da non perdere sono poi quelle di Carol Rama dal titolo Unique Multiples (25 gennaio-30 marzo) dedicata alle grafiche, e poi Ai Weiwei. Who am I? a Palazzo Fava (fino al 4 maggio) che gioca con l’Intelligenza Artificiale, e di Tina Modotti a Palazzo Pallavicini (fino al 16 febbraio), dove è esposto anche il meraviglioso ritratto che le ha fatto Edward Weston. Di tutt’altro tenore è poi l’omaggio che il Museo internazionale e biblioteca della musica dedica al cantautore di casa Luca Carboni fino al 9 febbraio. La mostra Rio Ari O, curata da Luca Beatrice, celebra infatti la sua musica a quarant’anni di distanza da quel primo album dal titolo indimenticabile: …intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film (era il 1984).

 

Dalla musica creativa alla creatività in cucina il passo è breve. Fra le tante opzioni offerte da Bologna per la cena spicca quella del nuovo spazio della Trattoria Da Me, uno dei must della gastronomia bolognese, aperto di recente nella duecentesca Torre dei Galluzzi. Cresciuto alla scuola di Massimo Bottura e del Noma, lo chef Marco Meggiato firma un menu di grandi classici della cucina locale a cui si affiancano piatti più innovativi. Da circoletto rosso i tagliolini con friggione e squacquerone, ma anche le lasagne, servite però solo la domenica, come comanda la tradizione.

 

Un’alternativa all’altezza della situazione può essere Ahimè. Il nome non inganni, non c’è alcun dispiacere né rimpianto. Il locale si trova poco distante dal caratteristico Mercato delle Erbe, ha linee pulite, è plastic free e soprattutto garantisce ai clienti ricette fantasiose e una cucina che parte dai prodotti del territorio, attenta alla sostenibilità (le carni arrivano da allevamenti di proprietà mentre le verdure dall’orto privato) e alla stagionalità.

 

Il dopocena è invece da Ruggine, tempio della mixology bolognese nascosto in un vicolo ricavato da una vecchia officina degli anni Quaranta. Una delle particolarità è la drink list, stampata su una musicassetta ispirata a Nervermind dei Nirvana e London Calling dei Clash, ma il vero motivo per cui venire qui sono le bevute. Una delle chicche è il Nocciolino: bitter, punt&mes, arancia, yogurt alla nocciola e panna montata… Chi invece è piu per le atmosfere urban, può provare l’offerta di Velluto Botanique Eclectique. Un po’ concept store e un po’ cocktail bar, lavora dalle 9 del mattino alle 2 di notte, dalla colazione all’afterdinner. Nel menù grande attenzione è data ai classici fino ai signature cocktail, trattati in modo da ridurre al minimo gli sprechi. Oltre a questi, ampio spazio è dato anche ai distillati, ai liquori e ai vini emiliani accompagnati da tapas di ogni tipo. 

 

Il meritato riposo è infine in una delle 106 camere del Grand Hotel Majestic “già Baglioni”. Risalente al XVIII secolo, si trova a pochi passi da Piazza Grande, è uno dei simboli dell’eleganza e del lusso della città emiliana. Tra le perle al suo interno il ristorante I Carracci, la cui sala è decorata con affreschi attribuiti alla scuola degli omonimi fratelli (Agostino e Annibale), celebri pittori del Rinascimento italiano.

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