La Merda d’artista di Piero Manzoni, opera che ha segnato la storia dell’arte del nostro Paese, è sicuramente ciò a cui pensiamo quando in arte si parla di cacca. In quel caso, l’escremento veniva sigillato in piccoli barattoli di latta e non mostrato più a nessuno. Tuttavia, a Milano si è deciso di sovvertire questa dinamica. Dal 21 febbraio, la cacca è stata esposta al pubblico, diventando la protagonista indiscussa della nuova mostra di Oliviero Toscani.
Negli spazi della Galleria Lampo (Ex-Scalo ferroviario Farini), fino al 24 marzo, 18 fotografie in grande formato raccontano la storia e il ciclo della vita di ogni essere vivente, presentando in modo elegante qualcosa che elegante non è.
Si tratta di opere realizzate nel 1998 da Oliviero Toscani per la rivista COLORS e mai esposte al pubblico prima d’ora. Un progetto artistico rimasto racchiuso solo tra le pagine – dell’ormai introvabile – progetto editoriale Cacas, un coffe-table book.
«Con il titolo Non è tutto oro quel che luccica ci riferiamo a un proverbio tipico italiano che punta a mettere in guardia dalle apparenze. Toscani sovverte la paura e usa queste parole in positivo, dimostrando che l’arte può rendere affascinante qualunque cosa, anche la cacca, che con le sue fotografie splendide», racconta il curatore Nicolas Ballario.
Sono scatti di grandi dimensioni che ritraggono escrementi non solo umani, ma anche di animali che provengono da mezzo mondo: scimpanzé, mucche, giraffe, iene, maiali, leoni, anatre, pesci rossi, pitoni, bufali, tigri, grilli e molto altro.
Ci fa sorridere, ma anche riflettere, quando, negli spazi della mostra, Oliviero Toscani ribadisce ad alta voce che: «La cacca è l’unica cosa che l’essere umano fa senza copiare gli altri, non c’è niente di più personale e ogni volta è un’opera d’arte».
Il fatto è che non solo questa mostra coinvolge tutti, ma riguarda tutti: trasversale, democratica, inclusiva e antispecista, c’è poco da fare, con la pupù ci facciamo tutti i conti. Tuttavia, se ci soffermiamo un attimo a riflettere, capiamo che dietro quell’ironia c’è qualcosa di più, qualcosa che a primo impatto può sfuggire.
Gli scatti di Toscani sono enormi manifesti che sembrano esplodere di fronte al pubblico in sala. CACAS – Non è tutto oro quel che luccica, è una mostra “politicamente scorretta”, per certi versi anche scomoda, una proposta che sfida tutte le convenzioni tradizionali dell’arte. Inoltre, il connubio Toscani-Ballario, fautore di esperimenti artistici pirotecnici, crea le condizioni perfette per riflettere su ciò che definiamo arte e ciò che consideriamo creatività.
Non è un caso che la mostra, già dopo le prime ore dalla sua inaugurazione, abbia catturato l’attenzione di pubblico e giornalisti e sia stata capace di alimentare il dialogo (e lo scontro) di gran parte del mondo dell’arte.
Fra tutto quel marasma c’è anche Sebach (e chi sennò), che in qualità di promotore della mostra è presente con un’installazione ad hoc: un gioco interattivo, divertente variazione sul tema che coinvolge i più famosi bagni mobili di sempre.
La presenza di Sebach non è casuale, dal momento che il connubio tra l’azienda e Oliviero Toscani parte da lontano. Nel 2006, infatti, il celebre fotografo ha curato il restyling del brand, con l’idea del famigerato cuore rosso rovesciato, entrato ormai nell’immaginario comune e che ha segnato la svolta comunicativa dell’azienda. Una sorta di chiusura del cerchio per Sebach che, a quasi 20 anni di distanza da quella intuizione, si trova nuovamente a stretto contatto con la sregolatezza di Oliviero Toscani.
Insomma, una mostra da vedere, che fa sorridere e riflettere, senza mai sfociare nella banalità.
E poi, se non ricordo male c’era anche qualcuno che cantava: Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…