«Tentare di spiegare un quadro è un po’ come tentare di spiegare tutta la mia vita, e il più delle volte mi risulta impossibile».
Se a Emilio Vedova questa impresa è risultata impossibile, a Tomaso Pessina, il regista del documentario Emilio Vedova. Dalla parte del naufragio, è riuscita bene. Partendo dai diari del grande artista, di cui nel 2019 si è celebrato il centenario dalla nascita, è stato costruito questo importante documento storico sulla vita e sul suo vissuto, intriso di esperienze politiche, umane ed artistiche.
Il racconto è scandito dai passaggi fondamentali della storia politica, sociale e dell’arte del ventesimo secolo. Un viaggio che va dal “territorio di emergenza, che è lo studio” – uno spazio tra la possibilità e il fallimento, alla narrazione sociale fatti di gesti, violenza, necessità e pensieri. Sullo sfondo una Venezia quasi eterea, e cornice silenziosa che restituisce, grazie all’appassionata interpretazione di Toni Servillo un dialogo quasi personale e diretto con Vedova.
Prodotto dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova e realizzato da Twin Studio per la regia di Tomaso Pessina, Dalla parte del naufragio è stato presentato la stagione scorsa a Venezia nel programma delle Giornate degli Autori della 76° Mostra internazionale d’arte cinematografica. E che quest’anno è stato, invece, selezionato ufficialmente per la corsa ai Nastri d’Argento 2020.
Il film è arricchito dagli interventi di curatori e critici, collaboratori, amici e colleghi di Vedova: da Alfredo Bianchini (Presidente della Fondazione dedicata a Emilio e alla compagna di una vita, Annabianca) a Germano Celant, da Karole Vail (Direttrice della Guggenheim Collection e nipote di Peggy) a Fabrizio Gazzarri, storico assistente di Vedova, Luca Massimo Barbero (curatore e direttore di storia dell’arte fondazione Cini), fino a Georg Baselitz, il grande pittore tedesco amico di Vedova che, in occasione del centenario ha curato personalmente la mostra Emilio Vedova di/ by Georg Baselitz in corso al Magazzino del Sale, lo spazio della Fondazione restaurato da Renzo Piano, amico di Vedova sin dai tempi del “Prometeo” di Luigi Nono.
Questa rosa di interventi è accompagnata da immagini di repertorio e rari materiali d’archivio che rappresentano davvero un’occasione per scoprire sotto nuove sfaccettature e anche nel suo insieme l’artista. Da pochi giorni il film è a disposizione on-line sulla piattaforma digitale Wanted Zone.