Noi lo avevamo detto per primi: Cattelan il water d’oro se lo è rubato da solo. Ed è stato divertente sentire poi tutti gli addetti del settore, quello dell’arte contemporanea, che lo dicevano in giro, sottovoce e con quell’aria un po’ losca, come se loro sapessero qualcosa che non potevano dire fino in fondo. La realtà è che l’unico a riuscire a mettere in atto quel furto che noi avevamo solo immaginato, è stato Oliviero Toscani. Ieri è stata lanciata “Arte Generali”, società che per il colosso mondiale delle assicurazioni si occuperà nello specifico delle opere – con l’obiettivo di 50 milioni di fatturato – e la campagna la firma il grande fotografo che ha immortalato Cattelan, nudo e mentre spicca il volo, con sottobraccio il suo water d’oro (c’è anche una variante con il dito medio di Piazza Borsa come refurtiva).
Toscani e Cattelan insieme sono il gatto e la volpe, e noi sappiamo che nella prima idea non era il water l’oggetto del furto, ma una sagoma di Picasso e una di Warhol. Gli eredi del primo non gli hanno dato il permesso, la Fondazione del secondo ha forse avanzato troppe richieste. Hanno fatto male, malissimo, perché una campagna del genere avrebbe fatto bene sia uno sia all’altro. Ma siccome non tutti i mali vengono per nuocere, ecco l’intuizione più forte di tutte: facciamo rubare a Cattelan l’opera davvero scomparsa dal Blenheim Palace a Oxford lo scorso settembre.
A breve la campagna andrà a occupare una intera facciata della Torre Generali di Zaha Hadid, con un Cattelan alto 140 metri. E adesso chiediamo a Oliviero Toscani e Maurizio Cattelan: quando una mostra insieme? Magari Generali vi fa lo sconto sull’assicurazione.