Prima ancora di cominciare a scrivere canzoni John Lennon raccontava storie e disegnava personaggi immaginari su una sorta di diario di bordo personale che aveva chiamato Daily Howl. È la prima testimonianza della vocazione artistica del futuro Beatle: “Lo scrivevo di notte poi lo portavo a scuola e lo leggevo ad alta voce ai miei amici”. Lennon disegnava ovunque: sul retro delle buste, su fogli per le note, sui pacchetti di sigarette, sulle scatole di fiammiferi. L’approccio non era così diverso da quello che ha poi mantenuto nella “seconda” carriera artistica: il suo mondo adolescenziale è già pieno di humor, surrealismo, nonsenso. Tutte cose che non lo abbandoneranno.
Nessuno ha avuto un impatto più forte sulla cultura pop (e non solo pop) di John Lennon. Le canzoni, le infinite incarnazioni del tempo presente, il ruolo di guida – anche politica. La primissima copertina della storia di Rolling Stone non a caso è uno scatto tratto dal film How I Won the War di Richard Lester: in essa è raffigurato Lennon con indosso un casco mimetico di tipo militare. Musica, cinema e politica in un singolo scatto potentissimo: impossibile trovare sintesi migliore.
Con la sua morte, 40 anni fa, Lennon da soggetto è subito diventato oggetto privilegiato dell’arte e della cultura condivisa. I testi delle sue canzoni sono diventati inni – a volte anche un po’ stucchevolmente, va detto – le sue frasi più famose manifesti, il suo pensiero bandiere, il suo volto icona. Tutto di Lennon è stato trattenuto all’interno della cultura che lo ha visto nascere, crescere e infine morire. Nulla è andato smarrito nel tempo. Lennon vive.
E Lennon vive in questa campagna che Rolling Stone lancia esattamente a 40 anni dalla sua morte. “L’arte sostiene l’arte”, così l’abbiamo sintetizzata, per raccontare il formidabile gesto di generosità di 40 artisti italiani, ciascuno dei quali dona una propria opera originale ispirata alle tante sfumature della personalità e dell’opera dell’ex Beatle e la cui vendita andrà a sostenere il fondo “Scena Unita – per i lavoratori della Musica e dello Spettacolo”. Cliccate qui. La campagna, curata da Alice Manni, ha avuto le adesioni di artisti come Paolo Troilo, Marco Lodola, Max Papeschi, Anna Godeassi, Paolo Maggis, Mr.Wany, Giulio Vesprini, Giordano Floreancig, ma anche di direttori d’orchestra, cantanti e musicisti come Morgan (suo il disegno-manifesto), Sascha Goetzel, Andy, Enrico Gabrielli e Gianluca De Rubertis. Ognuno con un contributo unico, frutto di vocazioni e appartenenze le più diverse, in una scansione che verrà svelata e raccontata dall’8 dicembre in avanti a questo link. Quella che qui possiamo anticipare è una delle sue ispirazioni – e aspirazioni – primarie, quella della democratizzazione dell’opera d’arte: tutti i dipinti, le illustrazioni, le sculture e gli oggetti della campagna – compresi i più importanti – saranno venduti a prezzi accessibili a tutti. Anche questo è bellezza.
“L’arte sostiene l’arte”, dicevamo, anche perché tutta IMAGINE vede la luce all’interno dell’universo vastissimo di ciò che consideriamo essere arte. La campagna è stata infatti concepita insieme ai quattro musicisti ideatori di Lennon80 (Danysol, Roberto Dellera, Lino Gitto e Andrea Pesce) come naturale continuazione del grande concerto/happening tenuto il 16 novembre a Milano. Dalla musica quindi si trascende ad abbracciare le arti tutte per poi ritornare indietro sotto forma di sostegno attivo a chi si trova più in difficoltà a causa della pandemia. Un percorso di incroci e incontri non scontato, una lampadina che si accende a illuminare due mondi, quello della musica e quello dell’arte, non a caso simultaneamente, per ricordarci che l’arte è un messaggio universale di bellezza ma anche di solidarietà e vicinanza. E quanto è bello scoprire la generosità con cui gli artisti donano il frutto del proprio lavoro per sostenere un altro settore – pur essendo anche il loro in grande difficoltà – e quanto è rassicurante sapere che la lampadina in grado di accendere queste due formidabili famiglie creative e umane sia sempre il “nostro” caro e indimenticato John.