‘May I Love You?’, o come l’amore può spiegarci gli NFT | Rolling Stone Italia
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‘May I Love You?’, o come l’amore può spiegarci gli NFT

Il progetto dell’illustratore Emiliano Ponzi feat. Giuliano Sangiorgi celebra l’attesa del bacio. E si ‘piazza’ nel nuovo mercato dell’arte: ecco come sta cambiando

‘May I Love You?’, o come l’amore può spiegarci gli NFT

Il dettaglio di una delle opere di Emiliano Ponzi per il progetto May I Love You?

Riprodurre in loop l’attesa più bella che esista: quella di un bacio, del primo bacio, con tutto il carico di aspettative, speranze e desideri destinati a risolversi nel momento in cui le labbra si toccheranno. Parrebbe impossibile, eppure Emiliano Ponzi e Giuliano Sangiorgi ci sono riusciti con May I Love You?, un trittico di opere d’arte digitale composto da tre video che verranno rilasciati in formato NFT (Non Fungible Token, quindi opere virtuali uniche, vendibili e certificate) sulla piattaforma SuperRare il giorno di San Valentino, dove saranno battute all’asta al miglior offerente.

Una coppia sta per baciarsi davanti a un’automobile che esplode, un’altra è avvolta dalla bandiera arcobaleno della comunità lgbtq+, la terza è stesa tra i fiori di un prato: l’attimo immortalato da Emiliano Ponzi, che ha firmato illustrazioni per giornali e editori come New York Times, Le Monde, New Yorker, il MoMa di New York, Der Spiegel, Penguin Books e Feltrinelli, accompagnato da un brevissimo tema musicale inedito del fondatore dei Negramaro, Giuliano Sangiorgi, è sempre il medesimo, in tre diverse declinazioni.

«Sono variazioni sul tema dell’amore, come fotogrammi di una storia», spiega Ponzi. «Con Emiliano cerchiamo, per così dire, pretesti d’arte per “costruire”, sempre, qualcosa di magico insieme», prosegue Sangiorgi. «Dalle copertine dei miei romanzi – che senza il segno di Emiliano sarebbero prive di tutte quelle visioni nascoste nella scrittura che solo lui sa svelare al mondo – a esperienze nuovissime come questa, in cui, al contrario, io ho cercato di estrarre dalle viscere delle sue visioni il suono che queste stesse emettono quando tremano per qualcosa, che sia l’amore o che sia la vita».

La curatela del drop su SuperRare è affidata al giornalista e critico Giacomo Nicolella Maschietti, i testi e il concept sono a firma di Federico Bottino, mentre la promozione delle opere è stata affidata ad Art Rights, realtà italiana leader nel settore digital art e NFT. «Il mondo dell’arte è cambiato lo scorso 11 Marzo 2021 (…), quando uno sconosciuto di nome Beeple ha venduto un collage digitale da Christie’s New York per 69 milioni dollari, e nulla è stato più lo stesso», scrive Nicolella Maschietti nel testo critico d’accompagnamento. «Prima di Beeple si poteva parlare di bravi grafici, di maestranze specializzate, di illustratori, ma l’arte da museo era considerata di un altro livello. Era arte, prima degli NFT, solo quella esposta in galleria, in fiera, alla Biennale. Non certo quella condivisa su Internet. Ebbene, in una manciata di mesi, complice una folle speculazione finanziaria e l’ingresso di enormi capitali di cryptovaluta, l’arte digitale è diventata improvvisamente arte. È diventata un asset di investimento, ma soprattutto, è assurta ad accettabile, riconoscibile, amabile».

«Uno degli NTF è la copertina dell’ultimo libro di Giuliano (Il tempo di un lento, edito da Einaudi, nda), che abbiamo animato, e l’aggancio è nato proprio da questa idea», racconta Ponzi. «Perché non facciamo una serie di NFT per capire innanzitutto se riusciamo a sviluppare questa doppia arte – musica e immagine animata – e allo stesso tempo per comprendere una cosa nuova?». I margini di guadagno nella criptoarte, come sottolinea Nicolella Maschietti, sono ampissimi per artisti e collezionisti, ed essendoci una valuta in bitcoin, l’etherum, sussiste anche un discorso speculativo esattamente come in Borsa. «Ci sono tante variabili che hanno a che fare da un lato con l’arte, dall’altro con l’hype e le community di Discord. Oggi puoi essere un dio nel mondo reale, ma nella cripto-community non sei nessuno: devi rimetterti alla prova, fare un bagno d’umiltà e costringerti a capire i meccanismi di un fenomeno nuovo, sei obbligato a ragionare seguendo binari differenti».

«La più grande risorsa che abbiamo è la gioventù, da non intendersi in senso anagrafico, bensì come la capacità di far mutare la plasticità del nostro cervello», continua Ponzi. «Il fatto che ci sia del movimento ti dà l’opportunità di buttarti in questo stream e d’imparare: quando ne abbiamo discusso con Giuliano eravamo concordi nel fatto di non voler essere schiavi del mezzo, ma trovare un modo per mantenere la nostra coerenza e la nostra cifra. Non bisogna mai dare mai il potere delle proprie decisioni a un qualcosa che non sei tu. Ci sono persone che hanno costruito delle carriere su Instagram, poi per alcuni motivi il profilo è stato chiuso e si sono ritrovati per terra: avevano delegato la loro fortuna a un mezzo che non erano loro stessi, e una volta sparito quello è sparito tutto. Ciò per dire che non è che adesso mi metterò a fare solo questo, ma continuerò con le altre cose che seguo: illustrazioni, dipinti, un’eventuale mostra. La bellezza sta proprio nel non perdere quello che avevi prima, ma di aggiungere: la tua identità diventa così multi sfaccettata, sempre meno monodimensionale, il tuo vocabolario aumenta e riesci a creare frasi più complesse, a spiegare meglio te stesso al prossimo».