Viaggio nel tempo nella Milano degli anni '60 e altre mostre da non perdere | Rolling Stone Italia
Arte

Viaggio nel tempo nella Milano degli anni ’60 e altre mostre da non perdere

Dalla Milano del design, del jazz e dell'editoria, fino alla ricognizione nell'arte contemporanea australiana, il meglio delle mostre della settimana scelto da Rolling Stone

Viaggio nel tempo nella Milano degli anni ’60 e altre mostre da non perdere

Ghisa in attesa del metrò © Archivio Carlo Orsi

Milano anni ’60

I Beatles sul tetto del Duomo © Archivi Farabola

Per chi è nostalgico, o solamente curioso di immergersi in un decennio che in Italia, e a Milano, ha fatto epoca, la mostra ospitata a Palazzo Morando è l’occasione giusta.
Un decennio esplosivo e rivoluzionario in tutte le sue declinazioni. Sul piano urbanistico, meravigliose foto degli scavi per la costruzione della linea 1 ci fanno scoprire, o ricordare come la città fosse vissuta, mostrandoci soluzioni ingegneristiche che sarebbe bello utilizzassero oggi per completare la nuova linea 5! La nascita del premio Compasso d’oro (1960), la linea metropolitana (1964), la prima edizione del Salone del mobile (1961), e la già nota Triennale sanciranno la centralità del capoluogo meneghino a livello internazionale.

Immensi nomi del design rivoluzioneranno il nostro modo di vivere quotidiano casalingo, anche grazie alle innovative scoperte di nuovi materiali (Giulio Natta e il Moplen), ed eleganti architetti ideeranno e realizzeranno edifici come la Torre Velasca simbolo di modernismo assoluto. Poi la nascita del cabaret (Enzo Jannacci, Gioirgio Gaber) e l’arrivo del jazz internazionale in città con nomi come Billie Holiday, Miles Davis, Chet Baker, John Coltrane, solo per citarne alcuni. Altre sale ci portano nel mondo elegante dell’editoria, che consolida il rapporto con il mondo della grafica (Molina, Munari, Bob Noorda, Klinz) creando un vortice di attività culturali, che, unito all’effervescenza del mondo dell’arte e delle gallerie, creerà un luogo nevralgico del panorama internazionale. Brera e il Bar Jamaica, il Piper e la vita notturna, la moda e le minigonne, ma anche la lettura del giornale collettivo appeso ad un albero, o vetrine trasbordanti di mercanzie, per ricordarci da quale faticoso dopoguerra arrivassimo. A questo galoppante decennio ci fu un brusco risveglio, quello della strage di piazza Fontana. Foto, riviste, oggetti, e allestimenti ci ridonano parte dello spirito di questo incredibile decennio. Da qualsiasi angolatura la si guardasse, Milano presentava il profilo di una città destinata a un radioso avvenire, e sembra che questa energia abbia ripopolato oggi la nostra città.

Dove: Palazzo Morando, Vi S.Andrea 2, Milano
Quando: Dal 6 novembre 2019 fino al 9 febbraio 2020

Australia, Storie dagli Antipodi

Australia. Storie dagli antipodi. PAC Milano 2019. Foto: Nico Covre, Vulcano

Il PAC propone una ricognizione nella lontana Australia contemporanea. Eugenio Viola, il curatore, sceglie di denominarla “Antipodi”, per delineare la distanza e le differenti influenze, lingue, origini etniche, religioni e tradizioni di cui questo continente è permeato. Tante e differenti le espressioni artistiche che qui si possono cogliere. Questa raccolta di lavori è la più grande ricognizione sull’arte australiana contemporanea mai realizzata al di fuori del continente e racchiude un’ampia costellazione di pratiche e prospettive culturali, politiche e sociali (Fiona Hall, Judy Watson). La mostra costituisce un viaggio metaforico all’interno del panorama multiculturale dell’arte contemporanea australiana, ma non troveremo arte aborigena, bensì la restituzione, nella sua complessità, della storia recente del paese che ancora risente dei brutali atti del colonialismo (Yhonnie Scarce, Dr Christian Thompson AO, ), un profondo sguardo sull’avveniristica tecnologia (Callum Morton, Patricia Piccinini), come una forza vitale di restituire la bellezza dei suoi paesaggi (Juilie Gough).

Le differenti opere sono influenzate da storie personali, lingue, origini degli artisti afferenti alle molte culture aborigene e ‘First Nations’ (James Tylor, Nyapanyapa Yunupingu), a quelli che sono arrivati dal Pacifico (Hayden Fowler), dall’Europa, dai paesi asiatici (Jason Wing, Khadim Ali) e dalle Americhe (Maria Fernanda Cardoso, Soda_Jerk). Insomma un ricco panorama da cui attingere e trovare un nuovo sguardo con cui osservare il nostro-vecchio mondo.

Dove: PAC, Via Palestro 14, Milano
Quando: Dal 17 dicembre 2019 al 9 febbraio 2010