Quattro ragazzoni americani tengono una mano appoggiata a una fiammante Lamborghini gialla all’interno di un anonimo box per auto. L’ultimo a staccare la mano se ne andrà al volante della supercar, spiega l’organizzatore della sfida. “Posso cagare?” domanda uno, immaginando una lunghissima permanenza accanto al macchinone. “Certo”, è la pronta risposta. Più tardi nel video si vedranno bicchieri di plastica pieni di un inequivocabile liquido giallo. Intanto il cellulare di uno dei concorrenti viene usato per chiamare suo padre, che da casa fa il tifo sperando che il figlio diventi il nuovo proprietario dell’auto. “Chiamami se stai per mollare!” conclude il genitore.
Dopo un paio d’ore i quattro cominciano a dare segni di cedimento. “È la cosa più noiosa che abbia mai fatto”, dice uno di loro. Talmente noiosa che in tre si arrendono in un tempo relativamente breve, staccando la mano e consegnando la vittoria a tale Chris. Quest’ultimo si rivelerà poi assai generoso, chiedendo in premio il valore in denaro dell’auto per dividerlo con gli altri tre. Finisce ad abbracci dopo cinque ore di girato, ridotte a venti minuti per YouTube, dove il video ha totalizzato 64 milioni di visualizzazioni.
È grazie a idee come questa che Jimmy Donaldson, 22enne del North Carolina, è diventato uno dei creatori di contenuti più popolari del mondo web, con più di 95 milioni di iscritti ai suoi sei canali YouTube, per un totale di oltre 13 miliardi di visualizzazioni dei suoi video. Numeri che gli hanno fruttato un patrimonio netto stimato di 16 milioni di dollari.
MrBeast, questo il nome che utilizza per i suoi video, è il principale esponente della stunt philantropy, termine che tradotto in italiano con un po’ di fantasia potrebbe suonare come “filantropia acrobatica”, ma anche “filantropia esibita” o, nell’accezione meno edificante, “filantropia pubblicitaria”. Lo schema, pur declinato in mille modi diversi e sempre più fantasiosi, è più o meno sempre quello della Lamborghini: una sfida apparentemente alla portata di tutti, con un premio finale molto consistente che fa esplodere di gioia il beneficiario, la cui reazione viene mostrata nei minimi dettagli. Oppure, unica variante significativa, denaro o premi regalati a persone più o meno bisognose. Come quando Jimmy si è finto un autista di Uber e alla fine della corsa ha regalato l’auto al suo cliente. O come quando ha donato un totale di mezzo milione di dollari a persone incontrate per caso, dal mendicante al rider che gli consegnava il pranzo. I pacchetti da mille euro regalati da Fedez lo scorso dicembre a senzatetto e artisti di strada non erano in fondo un’idea tanto originale.
Jimmy Donaldson è uno youtuber e filantropo, si legge all’inizio della sua voce su Wikipedia, con uno di quei paradossi figli della completezza per cui Paul McCartney è un cantautore, pittore, poeta, scrittore e attivista britannico.”Ma in realtà io un giorno voglio essere Elon [Musk]“ ha scritto lo scorso anno in un tweet, aggiungendo poi che Elon Musk è la persona con cui sogna di collaborare. E come il fondatore di Tesla e decine di altri super-ricchi, anche MrBeast ha da tempo deciso di diversificare le proprie attività.Non più soltanto video, dunque, per girare i quali ha attualmente alle sue dipendenze una cinquantina di persone, alcune delle quali sono amici di vecchia data divenuti essi stessi celebrità minori su YouTube.
Lo scorso anno ha lanciato Finger on the app, un gioco online che, come didascalicamente suggerito dal nome, consisteva nel tenere il più a lungo possibile un dito sullo schermo del telefono. Il premio per i quattro vincitori, in grado di resistere per quasi tre giorni, è stato di 20mila dollari. Il successo dell’iniziativa è stato tale che la gara è stata ripetuta di recente, con un premio salito a 1oomila dollari. Quella dei premi sempre più ricchi è una costante, ma nel mondo di MrBeast tutto sembra destinato a crescere, a partire dai suoi incassi: il ricavato del suo principale canale YouTube è al momento stimato in oltre 3 milioni di dollari al mese. Da cui, appunto, la necessità di diversificare gli investimenti.
Ecco allora la catena dei MrBeast Burger, hamburger cucinati nelle cosiddette “ghost kitchen”, ristoranti senza tavoli che lavorano esclusivamente per il delivery, che avviene attraverso le normali app dedicate a questo servizio. Per raggiungere il traguardo del milionesimo hamburger ci sono voluti meno di tre mesi.Jimmy ha poi monetizzato l’esperienza accumulata nel business dei contenuti online, firmando ricchi contratti di consulenza con società che si occupano di finanziare l’attività dei suoi colleghi, con l’obiettivo di vedere ripagato il loro investimento in un business, quello della creazione di contenuti web, che secondo uno studio della società di venture capital SignalFire è quello con il maggior tasso di crescita fra i business di piccole dimensioni.Infine, nel marzo scorso, si è mosso in prima persona lanciando Juice, fondo di investimento da 2 milioni di dollari che offre finanziamenti ai creatori di contenuti in cambio di quote dei loro canali YouTube.
Ma l’ascesa apparentemente irresistibile dell’ex studente del liceo cristiano di Greenville non è immune da critiche e controversie. Lo scorso aprile ha scatenato le ire degli investitori in Refinable, una criptovaluta da lui promossa (e nella quale aveva egli stesso investito) il cui valore iniziale è crollato del 75%. I guai peggiori sono però arrivati da chi ha ripescato i suoi primi video – oltre a vecchi post su twitter – sottolineando che contenevano commenti omofobi. Pur rifiutando di venire intervistato sull’argomento, MrBeast si è difeso attraverso un suo portavoce, che ha detto che quando Jimmy ha iniziato a utilizzare i social era ancora un ragazzino, che oggi è una persona diversa e sa che non ci sono scuse per l’utilizzo di un linguaggio omofobo.
Più difficile difendersi dalle accuse che gli sono state mosse da alcuni suoi ex dipendenti, secondo i quali le condizioni di lavoro nelle sue aziende sono tutt’altro che ideali. Simpatico davanti alle telecamere, Donaldson cambierebbe atteggiamento nella vita di tutti i giorni, arrivando addirittura a insultare i suoi dipendenti con termini utilizzati per descrivere disabilità mentali. Nate Anderson, un montatore che nel 2018 lasciò il lavoro dopo solo una settimana, ha pubblicato un video significativamente intitolato “La mia esperienza di lavoro con MrBeast – La peggiore settimana della mia vita”. Nei commenti si leggevano minacce di morte da parte dei fan dello youtuber, alcuni dei quali giovanissimi. Ora il video è stato rimosso, e non è tanto facile nemmeno parlare con altri ex dipendenti, molti dei quali hanno firmato accordi di riservatezza.
Ufficialmente Jimmy Donaldson è invece protagonista di decisioni politicamente corrette, come quella di piantare venti milioni di alberi al raggiungimento dei venti milioni di iscritti su YouTube. Un traguardo ormai ampiamente superato ma, come detto, tutto nel mondo MrBeast sembra essere destinato a una crescita inarrestabile, e le buone azioni non dovrebbero fare eccezione. Cosa sarà capace di inventarsi quando raggiungerà i cento milioni di iscritti?