Il progetto si è svolto alternando momenti di lavoro con visite alla Biennale d’arte contemporanea Manifesta 12, dove i ragazzi hanno potuto confrontarsi con altre forme artistiche. «Abbiamo iniziato facendo dei disegni, poi siamo passati alla fotografia», dice Anzaldi. «Mi ha colpito la loro concentrazione. Sono persone con un altro vissuto, e prendono ogni piccola cosa in un’altra maniera rispetto ai ragazzi italiani. Abbiamo scattato tutto in Hasselblad, è difficile: devi mettere la pellicola, fare la messa a fuoco, destra e sinistra sono al contrario… mi hanno sorpreso perché hanno preso tutto con gioia e grandissima determinazione».