Natalia Aspesi è la protagonista del quarto episodio di Archivio Pacifico, il podcast di interviste lunghe in cui lo scrittore Francesco Pacifico chiacchiera a schema libero con i personaggi che hanno attirato la sua attenzione. Aspesi è una delle penne più brillanti e temute d’Italia, dai primi articoli scritti per La Notte fino alle rubriche su Repubblica e ai libri – La donna immobile, Lui! Visto da lei, Vivere in tre, Il lupo e l’autarchia -, i suoi scritti sono da sempre un punto di riferimento del panorama culturale del nostro paese, e hanno cambiato il modo di raccontare la moda, il cinema e il costume.
Nell’intervista con Pacifico, la giornalista racconta della sua giovinezza – «Quando sognavamo un grande futuro, e potevamo costruirlo» -, la trasformazione in «una iena, di quelle che vanno dalla mamma dell’assassino», del femminismo, del #metoo e dei rapporti uomo-donna. In uno dei primi passaggi, racconta il suo rapporto con il passato e la memoria storica. «Il Saggiatore ha pubblicato alcune raccolte dei miei pezzi, ma non le ho neanche viste. Certo, le ho per far finta di essere una che scrive, ma non le ho mai sfogliate e non ho mai voluto vederle. Non mi importa nulla», dice. «A me interessa molto il passato storico, non il mio».
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