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10 cose che i videogame ci hanno insegnato sui virus

Lavarsi le mani è solo l'inizio, ma quando avete a che fare con un contagio davvero serio ecco cosa dovete sapere, direttamente dai videogame

La cura dell'igiene personale e l'educazione dovrebbero essere regole di base del vivere in comunità, ma il Corona-virus ha scoperchiato il Vado di Pandora sulle (cattive) abitudini.

Da giorni gli organi d’informazione ci bombardano con regole di comportamento atte a non diffondere ulteriormente il contagio del famigerato Corona-virus. Sono indicazioni che non vanno molto oltre i banali consigli estivi per affrontare il caldo. Avete presente? Bevete molto, non uscite nelle ore più calde e via dicendo. In nostro aiuto arrivano ancora una volta i videogiochi, che nel tempo ci hanno insegnato i segnali da cogliere per capire quanto una pandemia è davvero grave e ci hanno suggerito cosa fare (o non fare) per uscirne fuori sani e salvi.

10. L’inizio dell’epidemia è sempre lo stesso

Inizia in uno sperduto villaggio orientale o del centro-Africa. Spesso il Pazienze Zero muore in una pozza di sudore, tremante e ricoperto di pustole ributtanti. Quello che trasmette realmente il contagio è il medico del villaggio che, poveraccio, si sacrifica ma al tempo stesso diventa la causa scatenante dell’epidemia. Ovviamente le autorità che hanno interessi nella zona fanno di tutto per coprire il fatto, che viene però reso pubblico da “giornalista indipendente/medico in odore di dottorato/sfigato che era li in vacanza e ha nozioni di medicina”, il quale viene braccato dalle autorità di cui sopra ma riesce a fuggire tirando fuori abilità e un culo degno del miglior James Bond.

9. C’è sempre un potente che vuole lucrarci

Che sia un politico, un militare di alto rango o il CEO di un industria farmaceutica, se l’epidemia in cui siete invischiati attira la sua attenzione dovete iniziare a preoccuparvi. In giro ci saranno sicuramente i soliti maligni che lo additeranno come responsabile di ciò che sta accadendo, ma non è sempre così… a volte il tizio avrà come uniche colpe l’essere bravo nel prendere la palla al balzo per guadagnare una barca di soldi ed essere riuscito a far crescere una decina di centimetri di pelo sullo stomaco. Certo, se poi di cognome fa Spencer o Wesker la situazione è diversa, ma in quel caso basta non accettare un suo invito a cena.

8. Il virus è violento e si diffonde velocemente, ma…

C’è sempre un luogo in cui misteriosamente il contagio non si diffonde o una persona che ne è totalmente immune, quasi sempre una bambina di 7/8 anni, bionda con treccine e voce stridula, apparentemente ingenua ma capace all’occorrenza di aprire una porta blindata con il suo apparecchio per i denti. Il suo “potere” attirerà ovviamente le mire del potente descritto al punto 9, che non esiterà a rapirla per estrarne il sangue con cui produrre un vaccino da vendere poi a peso d’oro. Nel 99.9% dei casi il suo piano andrà a pu***ne perché un suo scagnozzo si è dimenticato di chiudere la bimba in una stanza non apribile con un apparecchio ortodontico.

7. Le medicine normali non funzionano

Ingollare un intero tubetto di antibiotici facendo schioccare il collo come si fosse appena ricevuto un colpo di frusta può fare molto figo in un film con Bruce Willis o in un videogioco della Capcom ma in caso di reali epidemie hanno il solo effetto di indebolire le difese immunitarie. Se proprio volete darvi un tono potete riempire un tubetto (ovviamente trasparente e con una bella etichetta scritta a mano) con delle mentine e svuotarlo di tanto in tanto per darvi un tono ma l’unico effetto che otterrete sarà un alito fresco. Al bando mascherine protettive alternative come buste di plastica o reggiseni di vostra moglie tagliati, potrebbero diventare il motivo della vostra dipartita da questo mondo… per soffocamento o ira funesta della consorte.

6. Non pensate che esista un luogo sicuro

Quasi sempre durante un’epidemia su scala mondiale chi vive ad Est è convinto che ad Ovest esistano luoghi sicuri, al tempo stesso chi vive a Nord giura di aver sentito una trasmissione alla radio che parlava di una città “pulita” a Sud… e viceversa. L’unico risultato di tutto questo è un’immensa transumanza di superstiti, che inevitabilmente verranno a contatto gli uni con gli altri e finiranno per contagiarsi o spararsi a vicenda alla ricerca di viveri o risorse. La cosa migliore che potete fare è rimanere dove siete ma non abbassate mai la guardia perché potrebbe verificarsi ciò che abbiamo descritto nel punto 5.

5. Se la città è in quarantena scendete in cantina

Sappiamo bene tutti come va a finire quando una città viene contagiata e il governo non riesce a risolvere la situazione, vero? Nel più fortunato dei casi i militari passano casa per casa facendo test a chiunque e portando via i contagiati non prima che questi si rendano protagonisti di scene strappalacrime (“non ti preoccupare campione, la mamma tornerà presto”). Quando però non c’è nulla da fare parte la telefonata. Qualcuno compone il fatidico numero 666 su una tastiera del 1986 e da il via all’ordine “tabula rasa”. A quel punto un numero variabile di caccia si alza dalla base militare più vicina, portando con sé bombe capaci di bruciare qualsiasi cosa nel raggio di un paio di chilometri. L’unico modo per salvarsi è rifugiarsi in quel bunker della Seconda Guerra Mondiale in cui giocavate da ragazzini. In mancanza di quello potrebbe bastare anche una cantina dove voi e i vostri cari potrete iniziare a pregare che accada il miracolo descritto al punto 1.

4. Non fidatevi di amici, parenti e soprattutto… capi!

Mors tua, vita mea… o almeno un bel pacco di soldi. I videogiochi ci hanno insegnato che quando si ha a che fare con un contagio ognuno pensa per sé. Che sia per salvarsi la vita o per farci sopra un bel gruzzolo, non vi aspettate che la persona con cui avete condiviso birre e donne vi pari il culo. Se poi si parla di diretti superiori la situazione è ancora più semplice, non appena gli darete le spalle non esiterà a tradirvi. Da cosa ve ne potete accorgere? Dalla finta espressione di sorpresa che avrà quando vi incontrerà (avete presente il famigerato “Chris” pronunciato da Wesker nel primo Resident Evil? Se però vi considerate persone pure e non potete credere che i vostri compagni di una vita possano voltarvi le spalle allora ci dispiace, siete destinati a soccombere. Tanto sappiamo benissimo che quando toccherà a voi dare una mano non vi tirerete indietro, e questo ci porta al punto 3.

3. Qualcuno si è sentito male. Cosa fare?

Per prima cosa maledite la scelta di non aver frequentato il corso di Primo Soccorso, preferendogli quello di Campana Tibetana perché pensavate potesse esservi più utile nella vita. Anyway, la persona è svenuta e intorno a voi si è creato il vuoto pneumatico, siete più soli di un italiano ad una cena con degli scozzesi dopo che è stato chiesto il conto. Dovete fare qualcosa. Avvicinatevi coprendovi il viso con una mascherina, se non ne avete trovate in giro strappatevi le mutande e usate quelle. Nella caduta si è ferito? Prendete la fiaschetta di whisky che sicuramente tenete nello zaino e versatene un po’ sulla ferita, ma non dimenticate: A) di dire al ferito “questa brucerà un po’”, poco importa che non possa sentirvi; B) berne un sorso alla fine, anche nei film americani fanno sempre così. Se non si riprende e il cuore smette di battere non è Corona-virus, probabilmente è solo Ebola quindi potete togliere le mutande dalla faccia. Provate il massaggio cardiaco premendo ritmicamente le mani sotto lo sterno, senza esagerare perché per le fratture non siete preparati. Se non dovesse riprendersi piazzategli un cazzottone sul petto urlando “non puoi morire qui figlio di pu***ana”, anche questo funziona sempre nei film americani. Se anche stavolta andrà buca e non avete una siringa di adrenalina da piantargli nel cuore, lo avete perso. Tranquilli, dal nulla apparirà qualcuno che battendovi compassionevolmente una mano sulla spalla vi sussurrerà: “non è colpa tua, non puoi salvarli tutti”. Voi allontanatevi di corsa però, non si sa mai… potrebbe rialzarsi.

2. Se vi dicono “andrà tutto bene”, preoccupatevi

Ok, siete stati contagiati ma fortunatamente avete meno di 99 anni e siete in piena salute. Il virus che vi ha assaliti non fa marcire le carni o liquefare gli organi interni, provoca sintomi simili a quelli di una bella influenza che dovrebbero sparire nell’arco di qualche giorno. Siete mediamente tranquilli e passate le ore al Pronto Soccorso giocando con il vostro smartphone… non siete neanche un codice bianco, vi considerano trasparente. Poi però arriva lui, il dottorino laureato da 3 mesi che è stato chiamato in servizio per far fronte all’epidemia. Vi guarda intensamente, poggia una mano sulla vostra fronte (raramente le labbra a meno che non sia un vostro parente) e poi con aria rassicurante vi dice di stare tranquilli, tutto finirà bene. Eravate già abbastanza tranquilli ma qualcosa nella vostra testa fa click quando vi accorgete che il tizio in camice si allontana con passo svelto cospargendosi di Amuchina pagata a peso di platino al mercato nero.

1. Il vaccino viene creato sempre all’ultimo

Quando l’umanità è sull’orlo del baratro. Quando anche l’ultima speranza sembra ormai spenta. Solo allora succederà qualcosa che sistemerà tutto. Lo abbiamo visto accadere 1000 volte nei videogiochi e anche al cinema, è perfettamente inutile quindi che speriate nella scoperta di un vaccino nei primi mesi di contagio. Prima va cercato il paziente zero che quasi sicuramente si è ritirato in meditazione nel più inaccessibile dei monasteri. Poi serve l’elemento catalizzante, che potrebbe essere un rarissimo elemento ricavabile da una pianta che cresce solo in una palude ancora più inaccessibile… che ovviamente si trova esattamente dalla parte opposta del globo. Il tutto poi va messo insieme e c’è un solo uomo che può farlo, che nel frattempo ha avuto un attacco di cuore ed è ricoverato in uno sperduto villaggio del centro Africa dove prestava servizio come volontario. Villaggio che nel frattempo è stato sterminato da un altro virus sconosciuto. E così via, in loop fino anche il pubblico non si rompe le balle e le vendite calano.

 

 

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