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Il divertimento puro (e duro) di “Just Cause 3”

Il nuovo capitolo della serie sviluppata da Avalanche Studios non ha alcun obbligo di realismo, e va benissimo così.

La cover di Just Cause 3

Just Cause 3 è disponibile dal 1° dicembre, giusto in tempo per quelle vacanze natalizie “in un posto caldo” tanto ambite da ogni italiano che si rispetti. Il posto caldo in questione è il luogo immaginario in cui si svolge questa avventura: l’idilliaco arcipelago simil-mediterraneo di Medici, alla cui bellezza naturale fa da contrappasso l’odiosa dittatura di un odioso dittatore, il Generale Di Ravello (si noti la comica italianità dei nomi). L’area di gioco è talmente grande e dettagliata che è possibile addirittura fare del turismo dentro questa improbabile regione, che assomiglia un po’ alla Costa Azzura, un po’ a Malta e un po’ alla Grecia. Ma con la neve.

Abbiamo avuto la possibilità di provare questo titolo in anteprima per un paio d’ore, completando l’intero segmento introduttivo e dedicandoci al test più completo e fedele di tutti: andare in giro a caso dentro il suo mondo, per capire se c’è il rischio di annoiarci. In attesa della recensione completa, ecco alcune impressioni. (Spoiler: non ci si annoia.)

L’intro del gioco mette subito in chiaro quale sarà il tono generale. Il protagonista della serie, l’impulsivo Rico Rodriguez, ritorna alla sua terra natale. L’eroe manca da casa da un bel po’, e sta entrando nel paese a bordo dell’aereo di un vecchio amico contrabbandiere. L’accoglienza dell’esercito locale, però, non è delle più calorose, e Rico non ci pensa due volte: esce dall’aereo, sale sul tetto e prende a sparare con un bazooka. Qui il giocatore sta già controllando il personaggio, per fortuna. Com’era scontato, varie cose iniziano a esplodere, giù in terra. Poi esplode anche l’aereo, sotto i colpi della contraerea. Ma Rico, senza fare una piega, plana con il paracadute in una piccola baia. Inizia da qui il suo viaggio per liberare la patria. A questo punto compaiono i titoli di testa.

Just Cause 3 è tutto quello che oggi il cinema d’azione cerca di essere: la libertà sfrenata di infrangere le leggi del verosimile in nome del divertimento. Ma qui ci sono molti più mezzi per raggiungere lo scopo. È Fast and Furious al cubo, con tutti i gadget di James Bond a disposizione e te stesso al posto di Vin Diesel. Forse esistono videogame con una storia più profonda (The Last of Us, per citarne uno), o dialoghi più intelligenti (The Witcher 3), ma nessuno promette di dare un simile senso di gioiosa, casinista libertà come Just Cause 3.

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