Anthem non è andato bene. Anzi, è entrato di diritto nell’elenco dei più grandi flop del settore. Annunciato come un titolo rivoluzionario, e con il marchio Bioware a fare da garante, all’uscita si è rivelato un’accozzaglie di idee buone ma confuse, minate da aspetti tecnici discutibili e una storia banale. A quel punto, lo sfacelo è stato inevitabile, e le vendite del gioco sono state molto al di sotto di quei sei milioni che Electronic Arts si era posta come obiettivo minimo.
Tuttavia, i buoni incassi generati dalle micro-transazioni, hanno convinto il publisher a non lasciar morire il progetto, e dopo alcune veloci operazioni di ricalibrazione, a furia di aggiornamenti, si è deciso di rimettere mano in modo pesante al gioco.
È stata la stessa Bioware, in un post dello scorso febbraio, ad annunciare un piano a lungo termine per Anthem, col quale riprogettarlo e riportarlo in vita.
In un nuovo post, Christian Dailey, studio director di Bioware Austin e a capo del progetto Anthem, ha spiegato che il nuovo corso del gioco è in una fase definita “Incubation”, che consente al team di sperimentare nuove soluzioni di design. La fase è portata avanti da una trentina di persone e occuperà molto tempo, visto che è appena iniziata. E questo fa presagire che per Anthem, qualsiasi cosa diventerà, la strada da fare è ancora molto lunga.