Bisogna ammetterlo, la Milan Games Week non è mai stata tra le fiere più importanti del settore, ma l’edizione di quest’anno è un po’ debole, anche se per colpe non sempre sue. Complice un sciopero dei mezzi che si è sovrapposto alla manifestazione per il clima, gli ampi e semi-deserti corridoi del venerdì pomeriggio ci hanno condotto a un’illuminante rivelazione: in fiera, quest’anno, c’è più cibo che software. Non potendovi sorprendere con effetti speciali, ecco dunque la nostra accurata e ponderata selezione di tutto ciò su cui è possibile affondare i denti in assenza di meglio da fare.
Il Classico
Presenza immancabile nel contesto della fiera milanese, lo stand stellare, ma non stellato: siamo pur sempre in una fiera di videogiochi, suvvia. Il binomio con il junk food, però, appare inscindibile. Viste le code per mettere le mani su hamburger, patatine e kebab, pare che anche in questo caso i luoghi comuni abbiano un fondo di verità.
Il Doppiosenso
Difficile scegliere tra ingenuità e malizia per lo stand che proponeva la quanto meno fraintendibile accoppiata tra patate country e salsiccia. Dopo aver superato la fase adolescenziale siamo stati però assaliti da un dubbio: come si cucineranno mai le patate country? Per nostra sfortuna, non abbiamo trovato nessuno che potesse testimoniarlo. Non ci resta che sperare di ritrovarle alla prossima Games Week.
Il Trionfo Asiatico
Rispetto alle passate edizioni sono decisamente in ascesa le bancarelle che propongono cibo asiatico, per lo più proposto in colorate e incomprensibili confezioni che promettono di mandare le nostre papille gustative verso l’estremo oriente. Il mix frittini asiatico da 5€ ci ha tentato fino all’ultimo, poi il pensiero alla condizione del nostro fegato ci ha riportato a più miti consigli. Ovvero dei dolcini ripieni di qualcosa di indefinito accompagnati da piselli secchi piccanti. No, davvero, non è uno scherzo.
Sorpresa in Lattina
Se il cibo proveniente dalla terra del sol levante è qualcosa a cui abbiamo ormai abituato il palato, le bevande riservano ancora grandi sorprese. In mezzo a bottigliette che sfoggiavano tonalità di rado associate a liquidi commestibili alle nostre latitudini, abbiamo scelto l’ignoto della lattina brandizzata Pokemon. I tentativi di conoscerne il contenuto si sono infranti di fronte alla gentile signora che le vendeva e alla sua fermezza nel non parlare nessuna lingua a noi nota. Se mai troveremo il coraggio di aprirla ve lo faremo sapere.
L’acqua dello Sviluppatore
Nel settore dedicato agli indie troneggiava un imponente frigorifero traboccante di snelle e attraenti bottiglie d’acqua che sfoggiavano fiere l’etichetta Unreal Engine. Mai vista un’acqua così realistica come quella realizzata dal motore di Epic. Il nostro desiderio di benchmark tuttavia si è infranto su un cartello che le descriveva come contenuto esclusivo destinato agli sviluppatori.
Il Dolce Ipocalorico
Di fronte a quei teneri bicchierini di fragole per un momento ci siamo illusi di aver finalmente trovato del cibo sano da introdurre nel nostro corpo ormai ai limiti della sopportazione. Poi il nostro sguardo ha incrociato la fontana di cioccolato e i buoni propositi sono stati rimandati alla next gen.
Consegnate in fiera?
L’ultimo, grande dubbio, a cui non ci siamo sentiti di dare una risposta, riguarda l’enigmatico stand del celebre colosso del fast food a stelle e strisce. Presidiato da una sola e annoiata standista, sembrava suggerire la possibilità di ordinare un hamburger e farselo consegnare nel bel centro del padiglione dedicato all’esport. In tutta onestà, noi non ce la siamo sentita di scoprirlo, ma se ci fosse qualche temerario là fuori avrebbe tutta la nostra stima.