Facebook non è più Facebook. O meglio, Facebook non è più solo Facebook. Questo, in estrema sintesi, il messaggio che ci arriva dall’ultima edizione di F8, l’evento dedicato agli sviluppatori Facebook durante il quale Mark Zuckerberg ha tenuto un keynote di circa un’ora e mezza. F8, come ormai da tradizione, non è un evento geek ma il pretesto perfetto per annunciare le novità del colosso americano. E che novità ci aspettano, ragazzi.
Si parte dalla privacy, ovviamente. Il tema è molto sentito da Mark e compagni, colpiti duramente dallo “scandalo” Cambridge Analytica. Facebook corse ai ripari nell’immediato, adottando subito alcune strategie a protezione dei dati personali, ma adesso arriva la cavalleria vera e propria.
Clear History è l’emblema di un ragionamento approfondito su come Facebook funziona, su come viene usato e su come è necessario lucchettarlo per tutelare i suoi utenti. Si tratta di una funzione simile al “cancella cronologia” dei principali browser. Un pulsante rapido per eliminare lo storico di alcune delle attività che facciamo su Facebook. Zuckerberg, nel suo annuncio, parla della possibilità di eliminare app e siti con cui abbiamo interagito all’interno del social network, ma poco altro si sa in merito alla moltitudine di altre informazioni che la sua piattaforma raccoglie in ogni istante.
Il mio riferimento va ai dati prettamente personali: puoi cancellare le attività svolte su Facebook, ma resta da capire se rimarranno accessibili dati quali i “like” a post e pagine, le interazioni con altri utenti e via dicendo. Perché, benché io stesso abbia difeso Mark nelle scorse settimane, il punto cardine dell’affaire Cambridge Analytica riguardava proprio questo genere di informazioni. Non resta che vedere Clear History all’opera, appena sarà disponibile.
È curioso che vada in senso diametralmente opposto il secondo annuncio in merito alle novità di Facebook. Si tratta di Dating, un servizio à la Tinder che tenta di farci accoppiare anche tramite questo social network. Anche qui, spessa cortina di fumo che non chiarisce molti aspetti, ma di base si tratta di un servizio in buona parte disgiunto da Facebook: richiede la compilazione di un profilo a parte e non mostra foto, se non quella del profilo. Tuuttavia, è possibile vedere quello dei partecipanti solo quando si ha in comune un particolare evento. In questo caso la comunicazione avviene comunque solo per messaggi testuali, bloccando sul nascere invio e ricezione di foto (se no sai, poi, che via vai di immagini oscene…).
Sarà interessante vedere come Dating si integrerà nell’ecosistema Facebook, che diventa ogni anno di più ricco di servizi anche molto diversi tra loro, ma intimamente legati. In quest’ottica, per chiudere, ecco arrivare anche la video-chiamate tramite Instagram e le chiamate di gruppo in WhatsApp. Non si molla un metro nemmeno nella realtà virtuale: F8 è stata l’occasione per vedere all’opera Oculus GO, il primo caschetto VR low cost che non richiede collegamento a computer o smartphone. Con un prezzo che parte da 219 euro, sembra essere arrivato il momento di godersi la realtà virtuale in ogni dove e con qualsiasi budget. Peccato che le prime recensioni non si mostrino particolarmente entusiaste: la grafica è molto rudimentale e, soprattutto, il caschetto non riconosce tutti i movimenti dell’utente. Una realtà virtuale ben castrata, insomma: speriamo che anche la tutela della privacy non si fermi a metà.