Negli ultimi tre giorni all’Arthur Ashe Stadium – solitamente il tempio americano del tennis – è andata in scena una battaglia diversa da quelle tra Federer e Djokovic, ovvero le finali dei primi campionati mondiali di Fortnite, il videogame più famoso al mondo. Trenta milioni di dollari di montepremi in un tutti contro tutti, vince chi sopravvive alla carneficina digitale.
Tra i 250 milioni di gamers che giocano a Fortnite, alle finali di New York sono stati ammessi solo i migliori al mondo, tra cui un solo italiano, Edoardo Badolato, in arte ‘Carnifex’. Il 24enne bergamasco, durante un’intervista rilasciata al Corriere, ha raccontato le dieci settimane di qualificazioni per arrivare alle finali così come l’ambizione di diventare un gamer professionista. La sua carriera inizia su Overwatch, con il primo contratto, i primi stipendi e i tornei internazionali che hanno spinto Edoardo a lasciare il lavoro per dedicarsi totalmente al mondo degli eSport. E ancora, tre mondiali e i tornei con la squadra in Australia, Francia, America e Spagna che hanno convinto definitivamente i genitori, all’inizio restii davanti alla scelta di Edoardo di licenziarsi da un lavoro come grafico.
Un anno fa lo sbarco su Fortnite, il videogame attualmente più redditizio per i partecipanti ai tornei internazionali, e gli allenamenti che diventano ancora più duri, con 8 ore giornaliere passate a giocare, tra la casa dei genitori o la gaming house messa a disposizione dal team. Fino alla finale di New York dove, insieme al suo team, Edoardo è arrivato sesto sugli otto finalisti, portandosi a casa circa 67mila dollari.
Al primo posto sono arrivati il norvegese Emil “Nyhrox” Bergquist Pedersen e l’austriaco David “Aqua” Wang, rispettivamente 16 e 17 anni, vincitori di una cifra che si aggira sui 3 milioni di dollari a testa.