Immaginate questo scenario. Avete quattordici anni, e siete un videogiocatore professionista. Siete impegnati in un torneo con la vostra squadra. Siete comodamente seduti sulla vostra poltrona di casa, cuffie ben calate in testa, pad saldamente in mano. Tutto sembra andare per il verso giusto. D’improvviso, alla porta si presentano le forze dell’ordine. E non dei tranquilli e sorridenti poliziotti, impegnati in un giro d’ispezione di routine. Ma una squadra della SWAT, specializzata nella risoluzione di situazioni ad alto rischio. Caschi, pettorine antiproiettile e fucili spianati in mano. Ecco, questo è ciò che è accaduto a Cody “Clix” Conrad durante una partita valida per le Fortnite Champion Series.
Si tratta dell’ennesimo episodio di “swatting”, una pratica tanto demenziale quanto pericolosa che consiste nel richiedere l’intervento della polizia presso l’abitazione del proprio “bersaglio” per sventare un reato inesistente. Per fortuna in questo caso, come già accaduto al campione del mondo di Fortnite Kyle “Bugha” Giersdorf, tutto si è risolto con un semplice spavento e nulla di più, ma la cronaca ricorda anche situazioni concluse con esiti drammatici e conseguenti (lunghe e meritate) condanne penali.