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I 10 peggiori videogame secondo Metacritic

C'è un metodo analitico per stabilire quali sono i peggiori videogame su cui mettere mano? Sì, e utilizzandolo sono saltate fuori delle belle sorprese

Nella nostra classifica sono presenti solo titoli lanciati nel nuovo millennio, dalla nascita di Metacritic in poi. Grandi “classici” come ET sono quindi assenti.

Stilare una classifica dei peggiori videogiochi della storia non è un’impresa facile. I parametri da tenere in considerazione sono davvero numerosi e, pur facendo un’imponente selezione all’ingresso, la lista dei potenziali candidati pronti ad apparire in un’ideale “Flop Parade” è comunque chilometrica. Per questo motivo abbiamo deciso di affidarci a un strumento matematico: la media voto di Metacritic. L’aggregatore di recensioni creato nel 2001, con tutti i suoi limiti, è infatti un ottimo punto di partenza per comprendere quali siano i titoli peggio valutati dalla stampa specializzata. Ovviamente abbiamo voluto toccare con mano queste perle rare e, nel limite del possibile, ci siamo autoflagellati per qualche ora passando da un gioco all’altro. Un tour de force nei bassifondi tra brividi di terrore, corse automobilistiche e avventure da dimenticare il più rapidamente possibile.

10. Infestation: Survivor Stories (PC)

Ideato per sfruttare il successo di DayZ, mod gratuita di Arma 2, Infestation: Survivor Stories (noto anche come The War Z) avrebbe tutte le carte in regola per essere un gran gioco. Peccato che qualcosa sia andato storto. O meglio, peccato che tutto sia andato storto. Ogni elemento strutturale, a partire dal sistema di combattimento fino ad arrivare a quello di evoluzione del proprio personaggio è un gigantesco ammasso di bug in cui si scorge di tanto in tanto un barlume di speranza, destinata a svanire miseramente dopo qualche secondo. I progressi adottano meccaniche “succhiasoldi”, e il comparto tecnico è tremendo, con alcuni tra gli zombie peggiori mai visti in un videogioco. I server sono rimasti attivi online per quasi quattro anni. Come sia stato possibile resistere tanto tempo resta tutt’ora un mister inspiegabile.

Punteggio Metacritic: 20 su 100.

Un survival duro e puro in un mondo popolato da morti viventi. Cosa c’è di meglio? Quasi tutto, a quanto pare.

9. Deal Or No Deal (DS)

Ispirato a una trasmissione televisiva statunitense, Deal Or No Deal è un gioco senza senso. Anche sforzandosi, è difficile comprendere cosa abbia spinto una software house a pensare che qualcuno potesse spendere dei soldi per acquistare un titolo in cui tutto è affidato alla fortuna e in cui le vincite, anche ingenti, sono rigorosamente in valuta virtuale. Il fascino dell’originale, vedere se il concorrente di turno si troverà tra le mani una valigetta contenente un centesimo oppure un milione di dollari, è completamente assente, così come manca qualunque sorta di divertimento. Una partita è sufficiente a vedere tutto quello che Deal Or No Deal ha da offrire. Ed è sempre e comunque una partita di troppo.

Punteggio Metacritic: 20 su 100.

Howie Mandel, popolare conduttore canadese, è il presentatore di Deal Or No Deal. Almeno lui avrà visto dei soldi veri, e non virtuali…

8. Alone In The Dark: Illumination (PC)

Alone In The Dark: Illumination è il primo (e purtroppo non ultimo) esponente di una particolare sottocategoria presente in questa classifica: i videogiochi caduti in disgrazia. Come una vecchia gloria che avrebbe dovuto appendere le scarpe al chiodo da qualche anno, lllumination si trascina per ore mettendo in campo una serie di lacune che riguardano qualunque componente di gioco. Manca una storia capace di coinvolgere. Manca una realizzazione che contribuisca a creare un pizzico d’atmosfera. Mancano le idee, le soluzioni strutturali che non si limitino a banali rimasticazioni di concetti già visti. Manca l’equilibrio che spinga a imparare dagli insuccessi e a progredire spinti dalla voglia di vincere. Manca soprattutto il divertimento. Più che un gioco dell’orrore, un orrore di gioco.

Punteggio Metacritic: 20 su 100.

Illumination è tremendo, ancora di più se paragonato ai suoi illustri predecessori.

7. SPOGS Racing (Wii)

Perché limitarsi a sfruttare i cari e vecchi go-kart, protagonisti di titoli spettacolari, quando si può dare libero sfogo alla propria fantasia e creare un mezzo originale? È questa probabilmente la domanda che è balenata nelle menti degli sviluppatori di SPOGS Racing quando hanno inventato gli Sports Player Object Gyros e hanno deciso di portarli su strada. Peccato che il risultato finale sia tremendo. Si parte da un design anonimo, privo di personalità, incapace di conferire alcun tipo di fascino al proprio mezzo di trasporto, e si prosegue con un sistema di guida che risponde ai comandi con assoluta, totale e costante imprecisione. Ogni curva è un incubo, ogni contatto è una tragedia, ogni avvallamento è un salto nel vuoto. Gli SPOGS, se li conosci, li eviti. Se li conosci, puoi avere qualche speranza di divertirti… con altro.

Punteggio Metacritic: 18 su 100.

Gli SPOGS sono l’equivalente videoludico della macchina progettata da Homer Simpson. Un disastro su tutta la linea.

6. Double Dragon II: Wander of the Dragons (Xbox 360)

Altro classico martoriato. Un pugno nello stomaco, per un gioco che proprio nel menare le mani dovrebbe avere il suo punto di forza. Double Dragon II: Wander of the Dragons è la trasposizione in poligoni (pochi) e texture (sbiadite? Slavate? Forse semplicemente scadenti) dei peggiori incubi che infestano le notti degli appassionati di picchiaduro a scorrimento. Brutto da vedere, riesce nella difficile impresa di peggiorare ulteriormente una volta entrati nel vivo dell’azione. Poche mosse, controlli imprecisi e un sistema di collisione imbarazzante rappresentano una combo devastante, in grado di stendere i fratelli Jimmy e Billy ancor più dei cazzotti di qualunque avversario.

Punteggio Metacritic: 17 su 100.

Un gioco indegno, per una saga entrata nella storia dei videogiochi. Da dimenticare il più in fretta possibile.

5. Vroom In The Night Sky (Switch)

Uscire al lancio di una console può essere una mossa vantaggiosa. Sfruttando la penuria di titoli, può infatti accadere che la smania di acquisti spinga qualcuno a investire i propri soldi in ogni genere di titoli. Anche nei peggiori. Vroom In The Night Sky è uscito al lancio del Nintendo Switch. E magari ha venduto qualche copia. Anche se non avrebbe dovuto. Difficile trovare una definizione calzante per un gioco in cui si controlla una ragazza alla guida di uno scooter volante, impegnata a raccattare delle stelle necessarie per aprire dei portali. Inutile? Brutto? Orribile? Ingiocabile? Tutto questo, e molto altro. Poche volte abbiamo provato un tale livello di imbarazzo davanti a un videogioco.

Punteggio Metacritic: 17 su 100.

Riuscire a trovare un singolo pregio in Vroom In The Night Sky è un’impresa titanica. È pochezza allo stato puro.

4. Leisure Suit Larry: Box Office Bust (PS3/PC)

Le avventure di Larry Laffer create da Al Lowe ci hanno permesso di vestire i panni di un impenitente (e clamorosamente sfigato) latin lover sempre in cerca di una preda. Lo hanno fatto mantenendosi sempre sul filo del rasoio, con situazioni piene di allusioni sessuali e un umorismo da caserma. E sono riuscite nel loro intento, ovvero divertire senza troppo impegno. È per questo che abbiamo provato Leisure Suit Larry: Box Office Bust ci siamo trovati delusi e arrabbiati. Perché è un gioco sbagliato in ogni sua componente, che non rende un pizzico di giustizia al suo passato. Un enorme pasticcio all’interno dei quali sono stati buttati a caso tanti elementi, senza curarsi in alcun modo di amalgamarli in maniera corretta. Seguendo gli insegnamenti del buon Larry e tralasciando il politically correct, l’unica definizione che ci viene in mente è “porcata totale”.

Punteggio Metacritic: 17 su 100.

La carriera di Larry Laffer è un saliscendi continuo. Box Office Bust è sicuramente il punto più basso. Sottoterra per la precisione.

3. Yaris (Xbox 360)

Yaris per Xbox 360 è un perfetto (e presumibilmente involontario) esempio di pubblicità boomerang. Dopo averci giocato per qualche minuto si sviluppa infatti una vera e propria avversione per la guida, e si guarda con diffidenza al modello Toyota utilizzato come unico mezzo a disposizione nel corso del gioco. Difficile capire quali fossero gli obiettivi che il team di sviluppo si era prefissato, sicuramente tra questi non c’era di divertire gli appassionati di titoli automobilistici. Ritirato dall’Xbox Live Marketplace un anno dopo essere stato distribuito, Yaris è un titolo senza qualità e senza pregi. Perché no, il fatto che fosse scaricabile in maniera gratuita non può in alcun modo essere considerato come un aspetto positivo.

Punteggio Metacritic: 17 su 100.

Sei secondi. Non è il tempo necessario per raggiungere i 100Km/h, ma quello sufficiente per capire di trovarsi di fronte a un gioco imbarazzante.

2. Ride To Hell: Retribution (PC/Xbox 360)

Ride To Hell: Retribution è un’altra dimostrazione di come anche le buone idee possano portare a risultati tragici. Si parte da una premessa con del potenziale (veterano del Vietnam che torna a casa), la si inserisce in un contesto interessante (le bande di biker) e la si avvolge in una struttura che unisce picchiaduro e guida. Si miscela con decisione, e tutto va a putt… ehm, in malora. Perché? Semplice, perché preso in mano il pad, il viaggio di Jake Conway diventa una vera e propria corsa a ostacoli in cui evitare bug, problemi grafici e difetti di ogni genere. Le sequenze in moto sono tra le cose peggiori che ci sia capitato di giocare, seguite a ruota dalle sezioni di combattimento, tremende sia nel corpo a corpo che con armi da fuoco.

Punteggio Metacritic: 16 su 100.

Ride To Hell: Retribution è la fiera del potenziale inespresso. E della totale mancanza di divertimento.

1. Family Party: 30 Great Games Obstacle Arcade (WIIU)

Family Party: 30 Great Games Obstacle Arcade domina la classifica del peggior titolo della storia dei videogiochi secondo Metacritic con un punteggio da record. E dimostra come sia possibile fare dei danni enormi anche quando si opta per scelte strutturali semplici. Se non addirittura elementari. A livello puramente teorico sono presenti tutti gli elementi tipici dei party game: tanti minigiochi, possibilità di giocare fino in quattro, grafica colorata, dinamiche immediate. Al lato pratico, la mancanza di un pizzico di originalità, unita a un sistema di controllo che definiremmo in maniera eufemistica “impreciso”, rende ogni singola prova una vera e propria tortura. Se volete liberarvi di un amico, sfidatelo a Family Party: 30 Great Games Obstacle Arcade. Una sola partita, e difficilmente metterà nuovamente piede in casa vostra.

Punteggio Metacritic: 11 su 100.

Rivaleggiare con la serie Mario Party è molto difficile. Fare peggio di Family Party: 30 Great Games Obstacle Arcade è quasi impossibile.

 

 

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