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I 10 videogame più violenti

Sono i più violenti, eppure giocandoci vi renderete conto che al cinema, e nelle cronache, troverete di molto, molto, peggio

Le fatality hanno accompagnato generazioni di giocatori. Nessuno, a quanto pare, si è procurato una spina dorsale di riserva imitando Sub Zero.

Combattere. Sconfiggere. Eliminare. Verbi che gli appassionati dei giochi d’azione conoscono molto bene. I bersagli possono essere creature fantastiche, mostri provenienti dallo spazio, soldati di una fazione avversa, pericolosi criminali… o chissà cos’altro. L’importante è che cadano al suolo e che non si rialzino. A volte, cadranno in maniera semplice e poco coreografica. In alcuni casi, e qui ne abbiamo elencati una decina, lo faranno tra urla e stridore di denti…

10. The Darkness 2

Ispirato a un fumetto prodotto dalla casa editrice americana Top Cow, The Darkness 2 (proprio come il suo predecessore) è uno sparatutto in prima persona in cui armi convenzionali si miscelano a poteri sovrannaturali per dare vita a un festival di morte e distruzione. Sono presenti tutti gli elementi tipici del genere, resi più originali e caratteristici sia da un comparto grafico che risulta particolarmente accattivante grazie all’utilizzo della tecnica del cel-shading, sia dal dualismo derivante dall’arsenale disponibile. Le pistole sono infatti divertenti, ma è utilizzando i poteri della tenebra (tentacoli, evocazioni demoniache) che si raggiunge il massimo della follia. Una curiosità: n entrambi gli episodi, la voce della tenebra è quella di Mike Patton.

The Darkness 2 cattura l’atmosfera del fumetto e la trasporta in uno sparatutto estremamente godibile.

9. Hatred

In una classifica dedicata ai giochi più violenti non possono certo mancare dei titoli “furbi”, che cercano di far parlare di sé per l’impatto emotivo che generano, e non per l’effettivo valore. È questo il caso di Hatred, twin-stick shooter in cui il protagonista odia l’umanità, e per questo motivo ha deciso di sterminare chiunque gli capiti a tiro. Al netto delle dichiarazioni fatte dagli sviluppatori, che hanno sottolineato come la loro idea fosse quella di colpire il politically correct e il perbenismo che pervade l’industria dei videogiochi, Hatred è un gioco che nessuno avrebbe calcolato se al posto degli esseri umani ci fossero state creature di fantasia. Piuttosto rozzo, poco curato e banale. Insomma, il classico tutto fumo e niente arrosto.

Il protagonista di Hatred (denominato con estrema fantasia l’Antagonista) parla e spara. In entrambi i casi, è estremamente noioso.

8. Thrill Kill

Per l’ottava posizione in classifica abbiamo scelto Thrill Kill, un gioco mai uscito ufficialmente. Un picchiaduro che mutua alcune idee da Mortal Kombat, ma le inserisce in un contesto particolare e disturbante. I personaggi che si trovano a combattere nelle profondità degli Inferi sono assassini, maniaci e pazzi, ognuno caratterizzato da un’indole malvagia e perversa. Ogni combattimento ha luogo con quattro contendenti e una peculiarità: non è presente una barra di energia vitale che si riduce a ogni colpo subito, ma una che si riempie a ogni attacco. Cosa accade una volta arrivati al 100%? Semplice si dispone dell’attacco speciale che permette di eseguire una “thrill kill”, l’equivalente della fatality. Per i più curiosi, oltre a qualche video su Youtube, esistono anche copie “bootleg” utilizzabili su vari emulatori.

Thrill Kill sarebbe dovuto uscire su PSone nel 1998. Il progetto, nato sotto etichetta Virgin, è stato cancellato una volta finito in mano a EA.

7. Carmageddon

Un gioco di macchine in una classifica dei titoli più violenti della storia? Può sembrare strano, ma bastano un paio di partite per ricredersi. Carmageddon, uscito sul finire degli anni ’90 per PC, PlayStation e Nintendo 64, riprendeva alcuni elementi tipici degli arcade automobilistici, inserendoli in un contesto “guerraiolo”. Gare veloci e scattanti, in cui il tempo a disposizione per giungere al traguardo poteva essere incrementato in due modi: distruggendo altri concorrenti o investendo ignari passanti. Proprio quest’ultima azione, indispensabile per conquistare la vittoria, è stata ampiamente criticata, con tanto di censure e “sostituzioni” che hanno trasformato gli esseri umani in zombie o robot. Situazione ripetuta anche per i sequel, altrettanto violenti, e altrettanto divertenti.

In Carmageddon i pedoni si trasformano in bersagli mobili. Colpirli regala secondi extra utili per conquistare la vittoria finale.

6. MadWorld

PlatinumGames. Un nome, una garanzia per chi ama i giochi d’azione. Sono tanti i capolavori sviluppati dal team nipponico, e tra questi dobbiamo sicuramente annoverare anche MadWorld. Un picchiaduro che sprizza stile da ogni poro, con soluzioni grafiche che ricordano la saga di Sin City creata da Frank Miller. Un bianco e nero che, arricchito da una spruzzata di colore (rigorosamente rosso sangue) accompagna i giocatori in una missione che non lesina situazioni spettacolari e violente. La trama, risibile, è un pretesto perfetto per dedicarsi al combattimento a mani nude, o con tutta una serie di corpi contundenti. Perché in fondo, chi l’ha mai detto che le motoseghe devono essere un’esclusiva dei cattivoni dei film horror?

Oltre a colpire per il suo personalissimo stile grafico, MadWorld è anche un titolo estremamente divertente da giocare.

5. Postal 2

Postal 2 è una sorta di “Un Giorno Di Ordinaria Follia” in salsa videoludica. È la storia della settimana tipo di un modesto impiegato, costretto a vivere in una roulotte ai margini della città. Commissioni semplici, a tratti banali, che sono però pronte a trasformarsi da un secondo all’altro in un pretesto per far esplodere tutta la rabbia e la violenza insite nel protagonista. Perché se a livello teorico è possibile completare ogni obiettivo in maniera pacifica, la struttura di gioco incoraggia a compiere azioni sconsiderate e ad attaccare i presenti (aspettare in coda il proprio turno? No, meglio massacrare tutte le persone che ci precedono). Qualche idea interessante c’è, ma il tutto naufraga in un mare di banalità e di situazioni che, alla lunga, stancano per la ripetitività.

Le frustrazioni di un uomo comune sono alla base di Postal 2. Idea interessante, resa però in maniera per nulla adeguata.

4. Hotline Miami

Un misterioso sicario che agisce indossando la maschera di un animale. Una grafica colorata e sgargiante. Una martellante colonna sonora. Una struttura di gioco semplice e immediata. Tutto questo è Hotline Miami. Tutto questo, ma non solo. Il titolo di Dennaton Games è anche uno sparatutto estremamente cruento e punitivo, in cui il sangue scorre a fiumi dalla prima all’ultima missione. L’azione è frenetica, senza alcun tipo di pause, con decine di nemici da massacrare a colpi di arma da fuoco. Non è un titolo facile, visto che vige la legge “one shot, one kill”, ma riuscire a portare a termine un livello correndo tra decine di proiettili e colpendo tutto ciò che si muove è estremamente soddisfacente. Anche il sequel mantiene gli stessi livelli di follia e divertimento.

Le maschere indossate dal protagonista aggiungono un tono surreale all’azione, oltre a fornire poteri speciali di varia natura.

3. Manhunt

Rockstar Games è una software house abituata alle controversie. È successo con diversi (tutti) capitoli della saga di GTA. È successo con Bully. Ed è successo anche con Manhunt, titolo che avvolge il giocatore in una trama ambientata nel mondo degli snuff movie in cui regnano violenza, colpi di scena e morti. Un mix che funziona grazie a una narrazione di ottimo livello, a cui si affiancano soluzioni strutturali che comprendono combattimenti e una spiccata componente stealth. A far discutere sono state soprattutto le esecuzioni dei nemici, con mazze, barre o addirittura sacchetti con cui provocare il soffocamento. Rispetto ad altri titoli presenti in questa categoria, Manhunt si distingue per un semplice motivo. È un gioco vero, non un tentativo di sfruttare la violenza per vendere qualche copia.

Un condannato a morte, un pazzo appassionato di snuff movie, un gruppo di poliziotti corrotti. Gli ingredienti per un massacro ci sono tutti.

2. DOOM

DOOM è storia dei videogiochi. È una pietra miliare che ha segnato un epoca, e che ha contribuito alla crescita e alla diffusione degli sparatutto in prima persona. È una ricetta praticamente perfetta, che riesce a riunire in un’unica portata ingredienti prelibati (ritmo, mostruose creature, armi, ambientazioni), condendoli con poderose spruzzate di adrenalina e annaffiando il tutto in litri di sangue. Ogni episodio è stato oggetto di polemiche a causa della presenza di armi devastanti e di morti cruente. L’ultimo nato (2016 per PC, PS4, Xbox One e Switch) ha potuto sfruttare il progresso tecnologico per dare vita a scene ancora più violente e d’impatto. Tra le tante lamentele, non è ancora giunta quella dell’associazione demoni, massacrati senza ritegno dai marine controllati dal giocatore.

Pochi titoli riescono a essere divertenti e immediati come DOOM. Un capolavoro assoluto, con o senza sangue e violenza.

1. Mortal Kombat

“Finish Him”. È dal 1992 che gli appassionati di picchiaduro sentono queste parole al termine di un combattimento. Dal primo Mortal Kombat, titolo che ha riscosso un clamoroso successo sia in sala giochi che nelle conversioni casalinghe anche grazie alla presenza di mosse finali che permettevano di smembrare, mutilare e massacrare in vari modi l’avversario appena sconfitto. La serie ideata da Ed Boon e John Tobias non è però solo sangue e violenza. Nel corso degli anni si è raffinata nella struttura di gioco offrendo combattimenti intensi, spettacolari e molto divertenti. Per decretare l’episodio di Mortal Kombat più cruento sarebbe necessaria una classifica nella classifica. Noi votiamo per l’11, ma anche l’X e il 9 non scherzano.

Le fatality sono uno dei marchi di fabbrica di Mortal Kombat. Cruente e letali.

 

 

 

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