Probabilmente molti di voi a quell’epoca erano troppo piccoli per ricordare l’impatto che la prima console Sony ebbe sul mercato. È stata di fatto la console che ha sdoganato il “divertimento elettronico casalingo” su scala planetaria e trasformato il marchio PlayStation nella nuova definizione di videogioco, alla pari di quanto a suo tempo fece il Game Boy Nintendo per i videogames portatili. Anche i fan della prima ora però faticheranno a ricordare alcune delle curiosità che troverete nella nostra ennesima Top 10: quella realizzata per celebrare i 25 anni di PlayStation!
10. Si modificava con una penna
Oltre ai videogiochi la prima PlayStation ha incrementato all’ennesima potenza la diffusione della pirateria. Nella seconda metà del suo ciclo vitale era possibile trovare giochi copiati anche dal macellaio di fiducia e per farli girare bastava un intervento hardware della durata di pochi minuti, che prevedeva l’inserimento di un semplice chip. Pochi ricordano però che la primissima “modifica” aveva una procedura ben più macchinosa, che prevedeva l’inserimento di una penna (o un cacciavite, se preferite) nel buco… della console ovviamente. La seguente operazione denominata “hot-swap disc” consisteva nel far girare un qualsiasi disco originale per ingannare il lettore e successivamente inserire quello copiato. Funzionava una volta su due ma era solo l’inizio.
9. Poteva diventare un sistema audio da paura
Un solo modello della prima PlayStation, l’SCPH-1001, era provvisto di entrata RCA che la rendeva un superbo dispositivo audio, superiore per certi versi a impianti da centinaia di euro. Gli “audiofili” che si accorsero di questa caratteristica fecero a gara per accaparrarsi uno o più modelli di questa console e li modificarono anche esteticamente per renderli più gradevoli e compatibili con il proprio stereo. In giro per la rete trovate alcune mod davvero incredibili, al punto che in alcuni casi si fa fatica a ritrovare in quelle linee il design squadrato e rigoroso della primissima PlayStation.
8. Potevi navigarci in rete
Sembra impossibile ma già la prima PlayStation permetteva di connettersi ad Internet, anche se la procedura non era esattamente comoda ed economica. Nel 2001 Sony lanciò sul mercato giapponese un cavo che consentiva di collegare ad una delle due porte-controller un telefono cellulare. Per potersi connettere era necessario però un apposito abbonamento chiamato i-Mode e uno specifico software da far girare sulla PS1. Era anche possibile giocare un paio di titoli in rete e scaricare dei mini-giochi sul cellulare. Questo esperimento rimase però confinato sul suolo nipponico, fortunatamente aggiungiamo noi visti i costi di rete dell’epoca.
7. Ne esiste una versione Transformer
Non funzionante, ovviamente. Si tratta di un esperimento “giocoso” portato a termine con pieno successo da un fan (ovviamente giapponese) sia dei Transformer che della prima PlayStation. Il risultato è il giocattolo dei sogni di chi è nato e cresciuto negli anni 90, un ibrido robot-console capace di non fare praticamente nulla… ma è già splendido così. Ora guardatelo bene e provate a dire che non ne volete uno. Purtroppo per voi (e per noi) è un esemplare unico.
6. Ci potevi creare i giochi da casa
A patto di avere a disposizione all’incirca 750 dollari da spendere. Si chiamava Net Yaroze (che in giapponese si può tradurre in “facciamolo insieme”) ed era in sostanza una versione programmabile della prima PlayStation, disponibile in accattivanti colori che spaziavano dal blu “sono povero” al nero “uccidetemi ora”. Scherzi a parte, era un hardware davvero interessante e in rete è possibile trovare un bel po’ di video di talentuosi programmatori in erba che dalla Yaroze tirarono fuori risultati sorprendenti (un paio dei quali uscirono qualche anno più tardi, ironia della sorte, su Xbox Live Arcade). Alcuni di loro iniziarono una brillante carriera proprio con questo rivoluzionario hardware.
5. Aveva anche un HDD esterno
I giochi PlayStation One occupavano pochissimo spazio se paragonati a quelli dell’attuale PS4 e l’installazione dati era un concetto praticamente sconosciuto su console. Nonostante questo Sony diede il via libera a produttori terze parti di realizzare degli Hard Disk esterni che si connettevano direttamente alla porta delle memory card. Ne furono prodotti pochi esemplari e venduti ancora meno, anche per questo sono oggi diventati dei pezzi ambiti dai collezionisti. Quello che vedete in foto venne prodotto dalla Datel. È uno dei più belli, ma ne esistevano anche versioni… ehm, decisamente più discutibili.
4. Le periferiche strane abbondavano
Quella che però merita il gradino più alto del podio è sicuramente il Reality Quest Glove. A vederlo ricorda tanto il Power Glove di nintendiana memoria e in effetti il destino fu simile, ovvero totalmente fallimentare. In teoria venne creato per i giocatori particolarmente competitivi, in quanto avrebbe dovuto fornire un controllo maggiore e più preciso a prescindere dal gioco utilizzato. Anche qui vale il discorso fatto per l’HDD esterno, ne vennero venduti veramente pochi ma in questo caso non entra in gioco neanche il valore storico. Su eBay se ne trovano alcuni a poche decine di dollari.
3. Potevi giocarci… con il Game Boy
I primi modelli di PlayStation avevano porte di connessione che nelle successive versioni vennero tolte. Una di queste, la porta parallela I/O, venne “cannata” da Sony perché mai utilizzata per periferiche esterne e ritenuta quindi del tutto inutile. Di parere diametralmente opposto erano molti sviluppatori esterni di talento, che se la tennero stretta e la sfruttarono nei modi più disparati. Una piccola ditta di produzioni hardware, la Innovation, realizzò addirittura un lettore di cartucce Game Boy e Game Boy Color chiamato Super GB Booster che una volta collegato alla suddetta porta consentiva di giocare i titoli delle due console portatili Nintendo.
2. Il suo “cuore” arrivò su Plutone
L’hardware della prima PlayStation oggi fa sorridere, ma all’epoca era davvero notevole. Evidentemente anche in tempi più recenti è stata considerata ancora una tecnologia valida visto che la NASA pochi anni fa utilizzò una versione riveduta e corretta del microprocessore RISC a 32-bit sviluppato a suo tempo dalla MIPS Computer Systems per guidare la sonda spaziale su Plutone… quando questo era ancora considerato un pianeta del Sistema Solare. Il chip PlayStation è stato utilizzato in particolare per “alimentare i propulsori antincendio, trasmettere dati e monitorare i sensori” della sonda New Horizons.
1. Poteva visualizzare i video in “HD”
All’epoca le televisioni in alta definizione erano rarissime e costosissime, ma i monitor HD Ready erano già più avvicinabili. La prima PlayStation era in grado di visualizzare la risoluzione 720i a patto di collegarla nel modo migliore, consigliabile a tal proposito un cavo S-Video o in alternativa un RGB la cui qualità era però nettamente inferiore. Stiamo comunque parlando di una risoluzione “upscalata” neanche minimamente paragonabile a quella progressiva divenuta standard qualche anno dopo e nettamente superata in quelli successivi.