Satoru Iwata è venuto a mancare nel 2015 all’età di soli 55 anni. Era diventato presidente di Nintendo nel 2002, quando raccolse l’onerosa eredità del leggendario Hiroshi Yamauchi, e lo rimase fino all’ultimo istante della sua vita.
È ricordato da molti come il volto umano della compagnia: sempre in prima linea nelle Direct di Nintendo e pronto a dedicare parte del suo preziosissimo tempo per rispondere alle curiosità dei fan attraverso la sua rubrica “Iwata risponde”. Il suo atteggiamento gentile e educato, mai ingessato nel rigore formale del suo ruolo, così come l’inconfondibile gestualità hanno fatto sì che diventasse uno dei personaggi più noti e amati dell’industria.
Ai più cinici verrebbe da pensare che si tratti solo di marketing, ma fortunatamente non è questo il caso. In un libro pubblicato da pochi giorni in Giappone, intitolato semplicemente “Iwata-san”, in perfetta linea con la discreta eleganza del personaggio, si trova un’intervista inedita con Shigeru Miyamoto, che parla del rapporto con il suo Presidente.
“Per me era un amico, prima di ogni altra cosa – racconta il game designer – Non mi sono mai sentito come se fosse il mio capo o che stessi lavorando alle sue dipendenze. Non si è mai arrabbiato, e non ci siamo mai scontrati su nulla”. Questo nonostante Iwata fosse di ben sette anni più giovane di Miyamoto e da meno tempo in Nintendo, quando in Giappone l’anzianità sul posto di lavoro viene prima di qualsiasi altro merito. Eppure, neanche così ci fu mai motivo di attriti tra i due: ” È sempre stato ovvio che fosse più adatto di me per quel ruolo, quindi non è mai stato un problema. Penso che sia questo che ci abbia permesso di diventare davvero amici”.
Miyamoto racconta anche che tutti i lunedì andavano fuori a pranzo insieme e pagavano “alla romana” dal momento che Nintendo non copre quel genere di spese personali. La tradizione, iniziata quando Iwata era ancora in HAL Laboratory fu portata avanti con regolarità anche successivamente alla sua nomina a presidente. Quegli incontri permettevano ai due di confrontarsi e di far circolare le idee e secondo Shigesato Itoi, uno dei suoi più antichi collaboratori, erano una delle cose preferite di Iwata.
“Da quando lui non c’è più Nintendo non sta andando male – nota Miyamoto – Ha lasciato molto, in termini di parole e strutture che continuano a vivere nel lavoro dei nostri impiegati più giovani oggi. L’unico problema è che, se mi viene in mente qualche idea da quattro soldi nel weekend, non ho nessuno con cui condividerla. Non posso più sentirlo che mi dice ‘Oh, a proposito di quella cosa…’, ed è un po’ un problema per me. Mi rende triste”.