La routine è classica. Aeroporto di prima mattina, colazione, volo verso Londra, seconda colazione, evento. Solo che questa volta, per tanti motivi, non si tratta di una presentazione qualunque. Perché il gioco che siamo andati a provare non è un gioco qualunque. È un capolavoro, che si appresta a tornare sulle scene con una versione che presenta un notevole quantitativo di nuovi contenuti. È Persona 5. E così, i locali di The Yard Shoreditch si sono trasformati per qualche ora in Tokyo. E noi siamo tornati a essere dei Ladri Fantasma. Con immensa soddisfazione.
Una storia particolare
Raccontare la storia della saga di Persona richiederebbe migliaia di caratteri. La serie di Atlus, nata nel 1996 come costola di Shin Megami Tensei, è protagonista di un’esistenza tutt’altro che lineare che si sviluppa tra episodi “principali”, riedizioni arricchite da nuovi contenuti e spin-off sotto forma di rhythm game, picchiaduro e dungeon crawler. A conti fatti, malgrado il numero 5 campeggi trionfante sulla copertina dell’ultimo nato, il conteggio di titoli legati all’universo di Persona supera ampiamente la decina di unità. A complicare ulteriormente le cose, almeno per quanto riguarda i giocatori europei, la difficile reperibilità di alcuni capitoli, mai distribuiti in maniera ufficiale nel vecchio continente. Per conoscere ogni segreto, ogni elemento narrativo e ogni personaggio è necessario un vero e slalom tra console ormai in pensione, importazioni parallele, formato fisico e digitale. Un’operazione non eccessivamente complessa, è bene sottolinearlo, che potrebbe però spaventare chi vuole avvicinarsi alla serie da assoluto ignorante in materia, facendo crollare l’entusiasmo ancora prima di iniziare. E sarebbe un errore. Perché? Semplice. Prima di tutto, chi non è colto dalla mania del “completismo” può tranquillamente entrare nel mondo di Persona partendo direttamente dal fondo, dal quinto episodio. Anzi, per essere più precisi, da Persona 5 Royal lanciato in Giappone il 31 ottobre 2019 e pronto ad approdare dalle nostre parti il 31 marzo su PlayStation 4. In secondo luogo perché, così facendo, si perderebbe un’esperienza unica. Un vero e proprio concentrato di stile. E questo è un concetto che merita di essere approfondito…
Amore a prima vista
Lo sappiamo, non si giudica un libro dalla copertina. E, trasportando questo antico adagio nel nostro settore, non si giudica un videogioco dal suo comparto tecnico. Esistono esempi, anche clamorosi, di produzioni tanto esaltanti da guardare quanto pallide e prive di mordente una volta preso in mano il pad. Pur tenendo ben chiaro in mente questo presupposto, è difficile (impossibile) non rimanere istantaneamente colpiti da Persona 5 Royal. Non si tratta solo di una questione di cura nei dettagli. È un fatto di stile. Tutti gli elementi del comparto grafico, e intendiamo davvero tutti, sono studiati per seguire una direzione artistica ben precisa. Anche i menu delle opzioni, spesso trascurati, mostrano una personalità spiccata, fatta di font che “bucano lo schermo” e di soluzioni cromatiche di notevole impatto. Il character design di Shigenori Soejima, impegnato nella serie sin dalle sue origini, è una garanzia assoluta. Ogni singolo personaggio può contare su qualche tratto che lo rende unico e che gli conferisce una precisa identità. Al tempo stesso tutte le ambientazioni sono accattivanti, particolareggiate, piene di piccoli tocchi da scoprire visione dopo visione. Il tutto con un extra da non dimenticare. Per quanto possa sembrare difficile da immaginare, Persona 5 riesce a fondere al suo interno in maniera pressoché impeccabile due universi diametralmente opposti tra di loro. Le sezioni giornaliere, riproduzione di un mondo “classico”, corrono parallele a quelle notturne, in cui vengono sciolte le briglie della fantasia e lasciato libero spazio all’immaginazione. Un incrocio tra realtà e finzione che presenta sempre una coerenza di fondo e che, fatto non da poco, corre su un filo sottile evitando con un’agilità degna del miglior equilibrista di cadere nel baratro del kitsch e di trasformarsi in un’enorme baracconata. Lo spettacolo si estende dalla vista all’udito grazie a una colonna sonora che sottolinea ogni passaggio con le giuste note, sapientemente composte da Shoji Meguro. In alcuni momenti, potrebbe anche venire voglia di restare fermi ad ascoltare le musiche che accompagnano l’azione, senza fare nulla. È una tentazione che dura però per pochi secondi. Perché Persona 5 è figo da vedere. Perché Persona 5 è figo da ascoltare. Ma, soprattutto, è fighissimo da giocare. È un JRPG che incrocia interazioni sociali, azione e combattimenti, che propone due piani distinti ma legati a doppio filo uno all’altro, in cui si passa in maniera fluida dalla vita di uno studente impegnato nelle sue attività quotidiane a quella di un Ladro Fantasma. È un enorme contenitore di eventi e situazioni che si diramano e propongono tante piccole variazioni. È un viaggio che, una volta entrati in sintonia con le sue caratteristiche, non risulta mai pesante malgrado si possa protrarre per decine di ore.
Lo abbiamo provato in prima “persona”
Giocando a Persona 5 Royal, per la precisione a spezzoni del titolo Atlus appositamente selezionati per mostrarci alcune delle novità presenti, abbiamo avuto la stessa sensazione che si prova a incontrare dopo qualche anno un vecchio amico. C’era da recuperare il tempo perduto, mettendosi al passo con eventuali cambiamenti. Ma c’era anche quella sintonia che non può essere cancellata facilmente. Ed è questo che rende questa riedizione interessante per tutti. Chi ha già sviscerato a dovere ogni elemento dell’originale, si troverà comunque tra le mani una considerevole mole di novità. Chi invece è al primo acquisto, avrà a disposizione un pacchetto ancora più ricco e corposo. Con un’aggiunta extra. Persona 5 Royal sarà infatti il primo capitolo della saga a essere tradotto in italiano. Un aspetto che per molte persone potrebbe anche essere insignificante, ma che amplierà ulteriormente lo spettro di potenziali acquirenti, catturando tutti coloro che ignoravano i Phantom Thieves, ma che sono pronti a trasformarsi in Ladri Fantasma.