In occasione del lancio del nuovo, fighissimo, NBA 2K20, il gioco di basket di 2K Games, abbiamo fatto quattro chiacchiere con i tre rapper per scoprire quanto se ne intendono di divertimento a base di bit e gamepad. Si parte con Tormento, fresco di nuovi successi con “Acqua su Marte” e “2 gocce di vodka”.
Questi nuovi lavori segnano un deciso cambio di direzione nel tuo stile: che tipo di ricerca hai fatto per arrivare qui?
Ci ho impiegato circa due anni. Un lavoro durante il quale abbiamo cercato la sonorità giusta. Che poi il bello è che quando cerchi qualcosa, è l’universo che inizia a muoversi attorno a te. O per lo meno mi piace pensarla così. Per esempio, nel momento in cui ho deciso di creare questa nuova sonorità attorno al mio personaggio, ho trovato questo bravissimo produttore (DJ Simon de Jano n.d.r.), giovane, che mi ha proposto dei nuovi concetti.
Cosa vorresti sottolineare di questi nuovi concetti?
Più che altro che è stato preso tutto molto più alla leggera. Uscire da certi parametri senza ansia o frenesia, con la voglia di sperimentare e superare certe barriere. Non l’ho mai fatto in passato, con le love song nei Sottotono o nella mia fase di Yoshi, più underground, quindi son riuscito a farlo ora.
Questo saltare le barriere ti lascia tempo per i videogame, magari con tuo figlio che vedo qui?
Sì assolutamente, passiamo parecchio tempo sui videogame io e lui, anche se spesso resto a guardarlo mentre gioca a Minecraft, che è la sua vera passione. Del resto è pure la mia: sono nei videogame da sempre, fin dalle prime sale sale giochi coi cabinati da “200 lire”.
Addirittura?
Sì sì, parliamo di preistoria. Considera che in casa avevamo di tutto, partendo da uno Spectrum, quindi dei “giochini” rispetto a quelli attuali. E in fondo è proprio da lì che è nata la passione anche per i “tracker”, i sequencer step-by-step che hanno permesso ed Esa, mio fratello, di creare le prime basi musicali. “La mia coccinella” è stato fatto con uno di questi software, su Amiga. E nel mentre, tantissime partite a Ghost’n Goblins. Adesso sono a palla su GTA, diciamo da un bel po’ di tempo. Un gioco straordinario che mi prende anche dal punto di vista audio: ti metti una stazione radio tipo West Coast Classics e via, ascolti i grandi classici con cui sei cresciuto. Al punto che hai quasi paura che passino inosservati da chi li ascolta senza però conoscerli.
Del resto la musica perfetta, in un gioco, è quell’elemento di cui quasi non ti accorgi fino al momento in cui manca…
Esatto, è proprio così!
Cosa ne pensi di questo nuovo NBA 2K20?
Che è riuscito a stupirmi anche in questa edizione, dove sembra che sia ormai la realtà a inseguire il videogame. Poi parli con uno che, da giovane, giocava nel Varese e ha sempre seguito l’evoluzione di questo sport, quindi immagina cosa possa provare nel vedere tanto realismo a portata di gamepad.
E voi due (Ensi e Nerone), invece, senza troppe leccate di culo: cosa ne pensate di questo nuovo NBA 2K?
Ensi: io sono proprio neofita, non ci avevo mai giocato, se non in passato, ma ti devo dire che è un gioco davvero accessibile e che in poco tempo mi ha permesso di fare numeri e battere il tizio che ha voluto sfidarmi. Non so se sia solo culo, ma credo di essere portato.
Nerone: premesso che sono un grande appassionato di videogame, e che ho giocato sia al 18 che al 19, noto che, al solito, ci sono tempi di recupero lunghissimi.
In che senso?
Per sembrare realistico, vai a peredre un po’ di velocità nel gioco. Ti faccio un esempio: il mio coinquilino è appassionato di un gioco di wrestling (WWE 2K19, sempre della stessa famiglia di NBA2K20 n.d.r.), che è uno sport molto veloce e dinamico, ma tra inquadrature e replay si perde molto della sua immediatezza. E qui succede un po’ la stessa cosa. Ecco, l’unico difetto che gli trovo è questo: è talmente bello e realistico che lo vorrei più veloce, per giocare e basta.
Ensi, tu con le console come te la cavi? Ne hai una?
Sì ho una PS4 e la cosa divertente è che l’ho comprata da lui (dice indicando Nerone).
Nerone: Non eravamo ancora amici e forse quello è stato il collante che ci ha fatto poi conoscere.
Ensi: mi sa proprio di sì. Comunque eravamo a un evento dove si partecipava a un torneo di videogame e in palio c’era una PS4. Dopo che l’ho visto giocare e ho visto quanto era bravo, ho chiesto a Nerone se ne avesse già una e, quando mi ha risposto di sì, gli ho detto che se l’avesse vinta gliela avrei comprata io. Ovviamente ha vinto, solo che a quel punto la stava per vendere al padre di un bambino. Io mi son intromesso e gli ho fatto rispettare i patti. Però oltre ai soldi gli ho dato un passaggio a casa.