Potrebbe essere il più grande caso della storia dei videogiochi di coinvolgimento involontario in politica, quello di Watch Dogs: Legion di Ubisoft, che prima finisce in un talk show della BBC sul tema della Brexit e adesso se la deve vedere con Pechino per un annuncio pubblicitario che sembra in qualche modo spalleggiare la fortissima protesta contro il governo cinese esplosa in questi giorni ad Hong Kong.
Dallo scorso 13 giugno, infatti, i cittadini della regione stanno scendendo in piazza a centinaia di migliaia per protestare contro un emendamento della legge penale che permetterebbe l’estradizione in Cina dei criminali accusati di reati gravi come omicidio e stupro. Dietro la proposta di modifica, secondo i manifestanti di Hong Kong, ci sarebbe un tentativo da parte del governo cinese di aumentare la propria ingerenza sull’ex colonia britannica e di controllare i dissidenti politici. Con un tempismo a dir poco diabolico, negli stessi giorni Ubisoft ha lanciato una pubblicità di Watch Dogs tre dove si leggerebbe: “Non ci conosciamo né ci siamo mai incontrati, ma lottiamo per lo stesso obbiettivo e per questo ci ritroviamo tutti qui! È arrivato il momento di riprenderci la nostra città e il nostro futuro”. Come se non bastasse già il messaggio particolarmente in linea con lo spirito della contestazione, nell’immagine del poster (visibile in apertura) si può notare che i ribelli portano con sé degli ombrelli. Nel 2014, sempre Hong Kong fu teatro di un’altra importante protesta contro il governo cinese, e gli ombrelli che i manifestanti utilizzarono per proteggersi dalla pioggia e dai gas lacrimogeni della polizia divennero un simbolo di resistenza passiva dando il nome al cosiddetto “Movimento degli Ombrelli”. È davvero curioso, dunque, che Ubisoft abbia deciso di ricorrere proprio a una simbologia del genere in maniera del tutto involontaria. Eppure l’azienda continua a nascondere la testa sotto la sabbia, e con un messaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook cerca di minimizzare la questione: “Il nostro post promozionale di Watch Dogs: Legion […] potrebbe essere stato frainteso perché non abbiamo specificato che il setting del gioco è Londra. Non era nostra intenzione creare confusione e ce ne scusiamo”.
Insomma, ancora una volta la compagnia francese si è ritrovata a fare politica “per caso”, complici una serie di bizzarre coincidenze. Ma probabilmente, alla fine, come al solito è tutta questione di marketing.