Le condizioni di lavoro nell’industria dei videogiochi da qualche anno sono al centro di frequenti discussioni, vuoi per le insostenibili pratiche di crunch time, comuni a quasi tutti gli studi, o i continui licenziamenti, oppure ancora i casi di discriminazione o molestie di cui troppo spesso si viene a conoscenza. Un nuovo, sgradevole episodio arriva questa volta da Xseed Games, azienda statunitense, sussidiaria di Mervelous Inc e responsabile della pubblicazione e della localizzazione di diversi giochi giapponesi in occidente.
Il publisher è finito sotto i riflettori dopo che la traduttrice Brittany Avery si è lamentata su Twitter per essere stata tolta dai titoli di coda nella riedizione di The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel per PlayStation 4.
oh lol… the ps4 ending credits for cold steel 1 were updated so my name isn’t in them…so i’m guessing it’s the same for cold steel 2 as well.
— Brittany Avery (@Hatsuu) June 7, 2019
Avery ha di recente lasciato la compagnia, dopo aver lavorato per 12 anni come localization editor ed essersi occupata della traduzione dal giapponese all’inglese dell’intera trilogia originale di Cold Steel uscita su PlayStation 3 e PS Vita. Per la cura dedicata a questi adattamenti, la traduttrice è diventata un volto discretamente noto tra i fan della serie. Tuttavia, nonostante nella versione rimasterizzata del gioco i testi siano rimasti invariati e quindi il lavoro di Avery sia stato riutilizzato per intero, la politica aziendale di Xseed prevede che nei riconoscimenti compaiano solo le persone nel libro paga della compagnia al momento della pubblicazione. È una scelta forse dettata da pigrizia, ma che fa ottenere ad alcuni riconoscimenti per giochi ai quali non hanno mai lavorato e, al contrario, penalizza autori di lavori, anche piuttosto consistenti, mettendoli in difficoltà qualora volessero rivendicarne la paternità.
Lo sfogo di Avery su Twitter ha raccolto diversi messaggi di solidarietà e numerose testimonianze di casi analoghi, che avverrebbero per quasi ogni livello di produzione: dagli artisti ai sound designer fino, ovviamente, ai programmatori. D’altra parte, abbiamo assistito in passato anche a casi eclatanti di prevaricazioni del genere. Difficile infatti dimenticare quando Konami provò a togliere dal gioco ogni riferimento a Hideo Kojima da Metal Gear Solid V, dopo che il designer, nonché creatore del gioco e della serie, era stato allontanato dall’azienda. Episodi come questo ci ricordano la necessità, quantomai attuale, di dar vita a forse associative tra gli sviluppatori per tutelare il talento e i sacrifici che le donne e gli uomini del settore affrontano quotidianamente per dar vita alle opere che amiamo.