Dal 1980 a oggi il pubblico dei videogiochi si è allargato e differenziato, toccando tutti i generi e tutte le età, e ormai qualsiasi dispositivo con uno schermo ha il suo giochi (videocitofoni a parte). Il 1980 è molto significativo in questo ambito: il 22 maggio di quell’anno è stato pubblicato Pac-Man nel formato da sala giochi, diventato subito un successo di pubblico e un fenomeno pop da stampe su magliette e battute diventate false citazioni.
A inaugurare la Milan Games Week di quest’anno c’era proprio l’inventore di Pac-Man, Tohru Iwatani, arrivato a festeggiare i 35 anni della sua creatura e a mostrare la nuova (ennesima) vita del gioco, Pac-Man 256, la versione per smartphone in cui si cerca di sfuggire dal baco che rendeva impossibile superare il livello 256 del gioco originale.
Il retrogaming (giocare ai grandi classici recuperando console non più in vendita) ha un’intera sezione della Games Week, ed è un movimento che attira sempre più interesse tra gli appassionati, ma la fiera è fatta per presentare i nuovi giochi e anche per capire quali sono le nuove fonti di informazione su questi temi – leggi, gli youtuber. La presenza di Favij, St3pny, Federico Clapis e altre star di YouTube ha attirato orde di ragazzi che hanno potuto vederli giocare dal vivo invece di vederli giocare nei video dei loro canali *inserire qui commento da anziana che non capisce i giovani*.
Le code per provare i nuovi videogame come Guitar Hero Live, Call of Duty: Black Ops 3 e Assassin’s Creed Syndacate sono impressionanti per chi è fuori dal giro dei videogame ma fanno percepire l’evento attorno all’uscita di un nuovo gioco – che chi vi scrive ha sentito per Rise of the Tomb Raider, nuovo capitolo della saga della migliore eroina dei videogiochi, e l’esperienza di gioco è valsa tutta la coda fatta. Eppure non sembrava esserci un vero killer game che attirava su di sé tutta l’attenzione: il vero evento sembravano piuttosto gli sconti allo stand Unieuro.
Un plauso a tutti i cosplayer, da quelli ufficiali di Star Wars a tutti i cani sciolti che si sono fatti fotografare e additare dai presenti – compreso il mio accompagnatore scambiato per un cosplayer di Where’s Waldo?. In tre giornate le presenze sono state oltre 120.000, superando del 30% la scorsa edizione già da record, dimostrando una volta per tutte che il gaming non è roba da nerd – oppure che siamo diventati tutti nerd, scegliete l’opzione che vi fa sentire più a vostro agio.