Quando si parla di cosplayer italiani, il primo nome che viene in mente è sicuramente quello di Himorta (Antonella Arpa): non solo perché è la più seguita in Europa, con un milione di follower, o per la sua partecipazione ad Avanti Un Altro, ma anche perché è una delle influencer del settore più attive. Sia perché i suoi cosplay hanno una grandissima varietà di temi, sia perché segue molti progetti.
Ieri ad esempio è uscito il suo primo fumetto, La Carta Del Fuoco, in cui Himorta per la prima volta diventa “cosplay di se stessa”. È infatti la protagonista di un mondo a metà strada fra quello reale e il fantasy – dopo essere entrata in possesso di una carta speciale, Himorta scoprirà di possedere dei poteri, e si getterà alla ricerca del misterioso fan che gliel’ha regalata – in cui però per la prima volta il suo pubblico modo di approfondire anche molte delle sue passioni autentiche, mentre la trama procede.
Dopo aver impersonato per anni molti dei protagonisti dei suoi fumetti preferiti, insomma, Himorta ha deciso di entrare direttamente nel mondo delle storie a colori.
Ciao Antonella, puoi spiegarmi come è nato questo progetto?
Devo dire che ho sempre sognato di realizzare un fumetto. Da piccola ero innamorata di Topolino, e subito dopo sono passata ai supereroi. Quindi quando Mondadori è arrivata a bussare alla mia porta ho risposto con entusiasmo, non lasciandomi sfuggire l’occasione.
Per l’appunto ne La Carta del Fuoco la supereroina sei tu…
Sì ho deciso di prendere questa veste un po’ come omaggio alla mia infanzia, e un po’ come riconoscimento ai miei fan: che mi vedono un po’ così. La trama iniziale ruota attorno a me: una influencer che ha molti fan, e che riceve molti regali. Un giorno ricevo un regalo piuttosto strano, una carta, a cui inizialmente non do molta importanza: ma dopo poco mi rendo conto che questo oggetto mi dona dei poteri, e da lì si sviluppa tutta la trama, che ruota attorno alle responsabilità che derivano dai poteri, e dalla figura di questo misterioso fan.
Quali sono i riferimenti che hai sfruttato per costruire questo tuo primo lavoro? A quali fumetti ti sei ispirata?
Sicuramente alle grandi saghe di Marvel e DC: lo stesso potere del fuoco è un piccolo tributo a Fenice di X-Men. Anche se io il potere del fuoco lo acquisisco da un oggetto. La stessa illustratrice ha uno stile molto americano.
Uno dei lati interessanti di questo fumetto è proprio legato al fatto che i tuoi fan sono abituati a vederti vestire i panni più disparati in quanto cosplayer, mentre stavolta hai potuto inserire molto di te stessa e della tua vita…
Esatto. Ci sono molti riferimenti alle mie passioni in questo fumetto: il Lucca Comics, i costumi cosplay, lo Stadio Diego Armando Maradona (quindi le mie radici), ci sono i miei amici a quattro zampe (sono una grande amante dei cani) e poi anche la musica. Uno dei personaggi, ad esempio, è un dj molto simile a David Guetta.
Un altro tema che viene fuori leggendo il fumetto è quello legato all’importanza dell’impegno sociale e per la comunità. Una questione che ti sta a cuore anche nella vita reale.
Non vorrei sembrare presuntuosa, però è la verità: io sento molta responsabilità nei confronti delle persone che mi seguono. Per me è importante, e quindi tento di sensibilizzare il mio pubblico su determinate questioni, come l’importanza dello studio. Durante il primo lockdown ad esempio, ho partecipato al progetto #distantimauniti con il Ministero dello Sport e delle Politiche Giovanili, dando lezioni gratuite di letteratura inglese [Himorta è laureata in lingue] ai giovani. Un altro tema che mi sta molto a cuore, e su cui cerco di sensibilizzare, è quello della lotta contro il maltrattamento degli animali. Credo molto nella responsabilizzazione collettiva.
Un’altra campagna a cui avevi partecipato durante il lockdown è stata #ioleggoacasa, per gli amanti della lettura. Quali sono i tuoi autori che ti hanno influenzato?
Io sono un’amante dei grandi classici. Cervantes, Shakespeare, Kafka ecc ecc. La mia scrittrice preferita però è Jane Austen.
Cosa ti ha colpito di più di questa esperienza nel fumetto? Ci hai preso gusto?
Sicuramente è stata un’esperienza che mi ha insegnato moltissimo, ed è stato un processo di produzione molto coinvolgente. La sfida di mettermi alla prova in un ambito che ho sempre ammirato ma con cui non mi ero mai confrontata è stata sicuramente la cosa più emozionante: spero che per i lettori sia gratificante quanto lo è stato per me.
Il fumetto poi, senza fare troppi spoiler, si conclude aprendo nuovi scenari futuri: quindi io spero che sia il primo di una lunga serie.
Potrebbe diventare anche un manga.
Magari!
E per quanto riguarda gli altri progetti? Come ti vedi in futuro?
Sicuramente continuare a sperimentare nel fumetto. Poi credo che la pandemia ci abbia dimostrato quanto investire nel digitale sia il futuro: ho iniziato in questi mesi a realizzare delle live in streaming, e vorrei continuare a coltivarle con sempre maggior decisione. Mi piacerebbe in futuro avere uno studio mio dove realizzarle, e creare dei programmi dedicati al mio pubblico, magari proprio sui fumetti