In un salotto di Parigi, a due passi da Belleville, un famoso scrittore stava guardando il telegiornale insieme a un amico, Pako, attore napoletano. Le valigie erano pronte accanto alla porta. Da lì a poco sarebbero dovuti partire per un’isola caraibica. Il servizio in onda su France 2 parlava di un misterioso virus che, nonostante molti dicessero che la tecnologia ci avesse allontanati, continuava a mietere vittime a causa di alcune peculiarità dell’essere umano: la voglia di vicinanza, il desiderio di stare in branco, la necessità dell’abbraccio. L’anchorman del tg lo diceva chiaramente: i governi, per il bene di tutti, avevano deciso di chiudere i confini, anzi le porte di casa: era iniziata la quarantena.
Il viaggio previsto per quel piccolo puntino di Francia nel mare caraibico, dove la sabbia è molto più bianca di quella che i francesi usano in estate per ricreare le spiagge sulle rive della Senna, si rivelava improvvisamente impossibile, anzi, anche spostarsi in Europa diventava difficile come attraversare il mediterraneo su una barchetta da 4 posti. L’attore napoletano non poteva né partire per portare la sua tournée in giro per il Mondo, né tornare a casa. «Non ti preoccupare, resta qui con la mia famiglia, qualcosa ci inventeremo per passare il tempo!», con una sola frase lo scrittore aveva tranquillizzato l’amico.
La vita è letteratura e i protagonisti di questo racconto sono personaggi della saga dei Malusséne in carne e ossa: Pasquale Pako Ioffredo, attore e regista teatrale partenopeo e Daniel Pennac, uno degli autori francesi contemporanei più famosi al mondo. Pako si è trovato improvvisamente bloccato a Parigi e ha avuto la fortuna di essere ospitato a casa dallo scrittore.
«Dovevamo partire a inizio marzo per la Martinica per portare nel teatro nazionale Tropiques Atrium di Fort-de-France, in Martinica, e più precisamente nella sala dedicata a Frantz Fanon, uno spettacolo ispirato a Un amour exemplaire, il libro illustrato di Florence Cestac e Daniel Pennac», dice. «Verso metà febbraio già si iniziava a sentire di qualche notizia legata all’emergenza sanitaria, anche se la minaccia sembrava ancora lontana. Per evitare di restare bloccato in Italia e con l’incertezza di quanto stesse per succedere, mi sono consultato con il resto della mia compagnia teatrale e ho deciso di partire per Parigi in anticipo, a metà febbraio, per poter fare scalo da lì per andare a Fort de France. Ne ho approfittato per fermarmi a casa di Daniel, con cui lavoro da tempo e che mi ospita quando passo da Parigi. Da lì a poco ho però capito di essere rimasto bloccato e Daniel mi ha ospitato volentieri».
Bisogna precisare una cosa: Daniel Pennac per tutti è l’autore di molteplici bestseller, ma per Pako Daniel è un amico, conosciuto nei tanti anni di collaborazione. Durante questa convivenza si sono cimentati in nuovi progetti, dai più creativi e insoliti ai più quotidiani, spesso documentati da Pasquale Pako Ioffredo con dei video pubblicati sulla sua Instagram TV.
Daniel, ex professore di letteratura, ha utilizzato alcuni testi di canzoni francesi per aiutare Pako a perfezionare il suo già ottimo francese; insieme si sono appassionati alla cinematografia di Kubrick e hanno rivisto i capolavori di Fellini a cui Pennac ha dedicato il suo ultimo libro La legge del sognatore, ma hanno anche messo in piedi una vera e propria maratona di Game of Thrones che lo scrittore ha apostrofato con un laconico «quelle connerie!» (che cazzata!) soprattutto per la bizzarra abitudine che i draghi della serie hanno di cuocere la carne umana prima di consumarla. Pako ha deliziato Daniel con la cucina italiana, hanno ridipinto insieme le pareti dello studio in verde bosco, ma si sono dedicati soprattutto alla loro passione comune: il teatro.
È in corso la lavorazione di una versione teatrale di La lunga notte del dottor Galvan racconto tragicomico di una notte passata in un Pronto Soccorso. Il testo sarà ricalibrato e terrà conto della pandemia in corso e avrà come titolo riadattato Non mi sento tanto bene.
Non possiamo ancora immaginare quando sarà possibile vedere in scena questo testo perché non è ancora prevedibile una ripresa delle tournée teatrali per come le conosciamo. Compagnie di attori e addetti ai lavori si stanno dedicando a una riflessione su come reinventare il teatro per poter comunque continuare a lavorare durante questo periodo dalla durata ancora non definita in cui la parola d’ordine è il distanziamento sociale. L’idea di spettacoli teatrali riproposti in video, ma senza le grandi regie di teatri importanti come il National Theatre di Londra, resta una strada difficile da seguire. Inoltre la magia del teatro sta proprio nell’incontro tra spettatori e attori che si crea solo in sala.
A questo e ad altre riflessioni si dedicheranno durante questi sgoccioli di semi-isolamento, almeno fino a quando non sarà possibile per Pasquale tornare a casa. Dopo quasi tre mesi di convivenza forzata però qualsiasi amicizia potrebbe scricchiolare ed è per questo che ho chiesto anche all’altra campana, a Daniel, come si è trovato con l’amico durante questo isolamento. Ecco la sua risposta:
«La presenza di Pako è stata piacevole: è un tipo silenzioso ed è un “misantropo socievole” perché adora la solitudine, ma ama la compagnia. La sua presenza tranquilla e dolce è stata di conforto in un momento tutt’altro che semplice. La pandemia è una realtà terribile e ha anche scatenato una nevrosi collettiva. Noi siamo stati molto bene, il tempo passato insieme è stato meraviglioso. Per il resto della nostra vita, aver passato questo periodo insieme, sarà, nonostante sia quasi scandaloso dirlo, un eccellente ricordo».