Nel nostro percorso di conoscenza dell’ayahuasca, iniziato con una conversazione sulle cerimonie avuta con Annalisa Valeri, vogliamo ora indagare uno degli aspetti fondamentali della pianta sacra, la spiritualità. L’ayahuasca, difatti, è alla base di alcune religioni cosiddette ayahuaschere come la Barquinha, l’União Do Vegetal (UDV) e la Chiesa del Santo Daime. Proprio quest’ultima è tema di questo nostro approfondimento.
La Chiesa del Santo Daime è un culto eclettico cristiano, un movimento religioso che non si pone come sostituto di altri credo, ma che abbraccia e accoglie le varie correnti spirituali sotto la guida della bevanda sacra, il Santo Daime. In Italia conta una decina di centri e della sua storia ne ha scritto Walter Menozzi all’interno di Ayahuasca. Dall’Amazzonia all’Italia (Shake Edizioni, 2021), antologia di scritti sulla pianta sacra a cura di Giorgio Samorini, con cui ne parlammo nel nostro articolo sul benessere della psichedelia.
Come si può immaginare, in un paese come il nostro, del Santo Daime se ne è scritto in passato per cronaca con un certo pregiudizio. Per questo abbiamo voluto sentire la sua storia proprio da Walter Menozzi, fondatore del centro di Santo Daime ‘Stella Azzurra’ a Reggio Emilia, legale rappresentante della Chiesa Italiana del Culto Eclettico della Fluente Luce Universale (ICEFLU Italia) che confedera i centri di Santo Daime in Italia e membro del Consiglio Direttivo della Chiesa del Santo Daime in Europa. Nonché autore del saggio Ayahuasca, la liana degli spiriti (Spazio Interiore, 2013). Ne è uscita una lunga conversazione sulla storia e la spiritualità del Santo Daime.
Partiamo dalle definizioni base: cos’è il Santo Daime?
Il Santo Daime è la bevanda sacramentale del nostro movimento che segue la ricetta classica dell’ayahuasca: il decotto acquoso dei fusti della Banisteriopsis caapi, la liana chiamata proprio ayahuasca in lingua quechua, e delle foglie di Psychotria viridis, un arbusto della famiglia delle Rubiaceae che contiene il principio attivo DMT in forma naturale. L’etimologia di Daime, deriva dal brasiliano dai-me che significa ‘dammi’, diventando quindi una richiesta, ‘santo dammi’. Questo deriva da un cantico a tempo di valzer di Mestre Irineu dedicato alla luna (‘Lua Branca’) in cui il testo dice ‘Oh! Virgem da Conceição / Dai-me o perdão’ (‘o Vergine della Concezione, dammi il perdono’). Tutto quello che si chiede allo spirito e alle forze spirituale, al mondo invisibile, si ottiene a seconda dei propri meriti. Mestre Irineu stesso consigliava di chiedere luce, amore, gioia, perdono.
Qual è la storia del Santo Daime?
Il Santo Daime nasce dalla figura di Raimundo Irineu Serra (1890-1971), un nero africano nipote di schiavi liberati, d’origine cattolica. Lavorando come seringueiro (cercatore di gomma) nelle foreste dell’Acre, lo stato brasiliano a confine con il Perù, Irineu conobbe gli indios peruviani e provò l’ayahuasca nei suoi vent’anni. Furono loro ad insegnarli a cercare le piante adatte e a dirgli che c’era una “donna”, la sua guida spirituale, che lo aspettava e che per raggiungerla avrebbe dovuto praticare una dieta (inn, nda). Durante questa dieta Irineu entrò in una dimensione spirituale e, una notte di luna piena, ebbe una visione: sulla luna piena vide un trono con una figura femminile vestita di bianco e verde, incoronata, con un’aquila che le volava attorno, che gli si avvicinò fino a star a pochi passi da lui. ‘Chi pensi che io sia?’ gli domandò la figura, e lui rispose ‘una dea universale’. Lei si presentò come la Regina della foresta con una missione da affidargli: ripiantare gli insegnamenti e la dottrina di Gesù Cristo alla luce del sacramento (l’ayahuasca) degli indios della foresta. Lui le fece presente che era un umile analfabeta di una famiglia di schiavi, ma lei gli assicurò che tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno gli sarebbe stato dato. In quel momento Irineu canalizzò il suo primo inno, Lua Branca, riconoscendo nella Regina della foresta la manifestazione della Vergine della Concezione.
Quando iniziarono i primi lavori di Daime?
Ci vollero altri vent’anni prima che Mestre Irineu cominciasse i lavori e iniziasse a definire la simbologia del Santo Daime (la croce di caravaca a due braccia, le uniformi per le cerimonie con la stella a sei punte sul petto etc.). Nel mentre continuò a ricevere istruzioni da una serie di entità spirituali collegate alla Regina della foresta-Vergine della Concezione che, nell’arco degli anni, gli spiegarono come strutturare questo lavoro spirituale. Dall’astrale ricevette quindi altri inni (alla fine saranno 130 e formeranno l’innario O Cruzeiro Universal) e diede alla bevanda il nome di Daime. Nel 1920 si trasferì a Rio Branco dove, nel 1930, aprì i primi lavori di Santo Daime e, nel 1945, fondò la prima sede centrale, Alto Santo, attorno a cui gravitavano piccoli “punti di soccorso” sparsi nella zona di Rio Branco. Pochi mesi prima di trapassare, Mestre Irineu chiese di registrare giuridicamente un’associazione che prese il nome di CICLU (Centro d’Illuminazione Cristiana Luce Universale). È grazie ad un suo discepolo, Sebastião Mota de Melo (Padrinho Sebastião), che si ha invece l’espansione globale del Culto del Santo Daime. Negli Anni Settanta il Daime iniziò ad aprirsi, ricevendo persone dal Sud America e dall’Europa. Nel 1974 Padrinho Sebastião fondò invece il CEFLURIS, che poi diventerà l’odierna ICEFLU. Sarà infine suo figlio Padrinho Alfredo (l’attuale leader mondiale) a girare il mondo per espanderne la dottrina.
Come e quando è arrivato il Santo Daime in Italia?
Marina Ruberti è la prima italiana a bere il Daime nel 1978, nonché la prima italiana a fardarsi (prendere l’uniforrme, nda). Ed è un’italiana, Tiziana Vigani, la prima a portare l’ayahuasca in Europa nel 1981, ad uso personale. È la prima testimonianza certa che abbiamo. Nel 1982 viene fondata la prima Chiesa del Santo Daime fuori dalla foresta Amazzonica, a Rio de Janeiro. Nella seconda metà degli Anni Ottanta, i primi lavori di Daime in Europa vengono fatti a Madrid, espandendosi negli ambienti psicoterapeutici e medici. Nel 1990 avviene in Toscana il primo lavoro di Santo Daime in Italia grazie ad un gruppo di psicoterapeuti legati a Claudio Naranjo, celebre antropologo e psicoterapeuta cileno. Dal ’94 partono poi i primi due gruppi italiani, Assisi e Arenzano, vicino Genova.
È particolare pensare che il Santo Daime fu interesse di psicoterapeuti e, comunque, di una fascia intellettuale
Fuori dalla foresta amazzonica, e in particolare nel mondo occidentale, nessuno sapeva cos’era l’ayahuasca, se non antropologi come per esempio Claudio Naranjo, i fratelli McKenna, Eduardo Luna. In Brasile la situazione d’origine è opposta: il Daime viene dai poveri e analfabeti.
Qual è la definizione più adatta per il vostro movimento ad oggi?
Qui in Italia a noi piace dire che è una scuola spirituale, un movimento spirituale, un movimento religioso inteso nell’ottica del significato etimologico che alcuni attribuiscono alla parola religione, ovvero re-ligare, riconnettere con il divino, con lo spirito, con la realtà spirituale invisibile dell’universo. Chiesa del Santo Daime è il nome informale con cui questo movimento è conosciuto nel mondo, ma il nostro nome ufficiale è ICEFLU (Chiesa del Culto Eclettico della Fluente Luce Universale). Non ci consideriamo una religione alternativa poiché chiunque può fare i lavori di Daime mantenendo il proprio credo personale; piuttosto un centro libero di unione nella spiritualità.
Definite il vostro movimento un culto eclettico, cosa si intende con questa definizione?
Il Daime è per tutti, una scuola per approfondire la vita e lo spirito. È la sacra scrittura per quelli che non sanno leggere, diceva Padrino Sebastião. La chiesa del Santo Daime è, in primis, un movimento cristiano. A questo si unisce il legame con la natura, la sptiritualizzazione del creato e l’animismo indigeno inteso come spiritualità indigena che porta con sé il bagaglio sciamanico dell’utilizzo della bevanda sacra (i canti e la musica). Fu Padrino Sebastião a definirlo culto eclettico. Il nostro quadrivio dottrinale si basa sui valori di armonia, amore, verità, giustizia, a cui si aggiunge l’imprescindibile valore della pace. A partire da questo c’è un abbraccio e un’accoglienza di tutte le correnti spirituali che vogliono manifestarsi in questi valori. E così che, negli Anni Novanta, si sono avvicinate correnti religiose afro-brasiliane che aderiscono al Daime portando con sé il proprio bagaglio religioso culturale (entità e divinità come orixàs, pretos velhos, caboclos). Padrinho Alex Polari invece ha approfondito le filosofie orientali e ora abbiamo inni in cui si nominano il Budda, Krishna e Shiva. Io lo definisco ecclettismo evolutivo, un’idea di unione necessaria: nell’universo la spiritualità è una.
Come è strutturato il calendario del Santo Daime?
Il Santo Daime ha un calendario liturgico ufficiale. Le concentrazioni (lavori base lasciati da Mestre Irineu, con almeno un’ora di silenzio prolungato nella forza del Santo Daime della durata di 3-5 ore) sono il 15 e il 30 di ogni mese. Ci sono poi feste comandate (in alta uniforme) che ci ha tramandato Mestre Irineu: la notte tra il 7/8 dicembre (la Vergine della Concezione, patrona del Santo Daime), tra il 23/24 giugno (San Giovanni Battista) e tra il 5/6 (i Re Magi) che chiude l’anno liturgico. Poi sono state introdotte altre date come per esempio San Giuseppe, il Giovedì Santo, il 2 di novembre. Padrinho Sebastião ha introdotto poi altre date legate ai santi cristiani. Festeggiamo poi la data di nascita e di trapasso di Mestre Irineu e di Padrino Sebastião. Fuori da questo calendario ufficiale, invece, ci sono i lavori di cura (per la cura materiale e spirituale). Il lavoro di cura (detto trabalho de estrela) è stato introdotto da Padrino Sebastião, mentre Padrino Alfredo ha creato il lavoro di San Michele (trabalho de São Miguel), un lavoro di cura e di pulizia spirituale.
Qual è la differenza tra una concentrazione e un lavoro di cura?
La concentrazione è il lavoro base che ci ha lasciato Mestre Irineu. Questo lavoro si apre con delle preghiere cattoliche (Padre Nostro e Ave Maria) e preghiere del circolo esoterico comunione del pensiero (chiave di armonia e consacrazione dello spazio), a cui Mestre Irineu era legato. Viene quindi servito il Santo Daime e si passa a cantare l’orazione di Padrino Sebastião (della durata di 30-40 minuti) mentre sale l’effetto del Daime. Raggiunto l’effetto, si procede ad almeno un’ora di silenzio nella forza del Santo Daime, restando immobili sulla sedia, a luce di candela, in meditazione. Passata un’ora si beve dell’altro Santo Daime, si cantano una decina di inni e dopo si possono fare letture o meditazioni. Infine, si canta il Cruzeirinho di Mestre Irineu, ovvero gli ultimi quattordici inni da lui ricevuti che compongono il fulcro degli insegnamenti della Regina della Foresta. Nei lavori di cura invece si beve più Daime poiché parliamo di lavori di purga e di rilascio di tossine (tramite vomito, defecazione, sudorazione). Si procede come nelle concentrazioni con preghiere e orazione. Può esserci in seguito un piccolo silenzio, per trovare la concentrazione, seguito dal canto dell’innario della cura, una raccolta di canti di cura selezionati appositamente da Padrino Sebastião.
Chi dirige questi lavori?
Ogni centro ha una persona di riferimento che chiamiamo dirigente o padrino/madrina (è un ministro di culto, ma non un intermediario) che dirige il lavoro spirituale coadiuvato possibilmente da un nucleo di persone con esperienza.
Quali sono gli obiettivi di questi lavori?
L’obiettivo dei nostri lavori spirituali è l’evoluzione spirituale delle persone presenti. Le persone continuano a fare lavori di Daime perché notano che migliora la loro vita. Queste persone si sentono più serene e calme, soddisfacendo finalmente la fame spirituale causata da uno stile di vita carente da questo punto di vista. Questi lavori rinsaldano le radici dell’individuo con il mondo spirituale e la natura.
Quante chiese sono presenti sul territorio italiano? E di quanti seguaci parliamo?
Ad oggi in Italia abbiamo cinque centri più strutturati, in cui si svolgono lavori a cadenza almeno mensile, e altri cinque punti che invece eseguono lavori saltuariamente. Noi definiamo chiese i centri che seguono tutto il calendario ufficiale. Di chiese in Italia ce ne sono principalmente due (Reggio Emilia e Assisi), i restanti sono punti o nuclei. Questi dieci centri sono frequentati con continuità da circa 150/200 persone. C’è poi un movimento di frequentati occasionali che, dal 2008, ha registrato alcune migliaia di presenze. Con i nostri centri, tra l’altro, realizziamo progetti sociali e ambientali nelle comunità della foresta amazzonica. Anche in Italia collaboriamo in merito con comunità e istituzioni locali.
Il culto si fonda attorno al concetto di comunità?
Il concetto di comunità è sempre stato forte, a partire da Mestre Irineu. Ma la prima comunità vera e propria è nata con Padrinho Sebastião, nel 1983, all’interno della foresta amazzonica: il Céu do Mapiá. È una comunità in mezzo alla giungla in cui ci vivono 800-1000 persone. In Italia abbiamo un’ispirazione comunitaria ma non abbiamo ancora comunità così strutturate come quella brasiliana, seppur il centro di Assisi, nel suo piccolo, si avvicini a questa aspirazione.
Nella nostra precedente conversazione con Giorgio Samorini si è parlato dell’ayahuasca come possibile soluzione per superare le dipendenze croniche. Avete persone che si avvicinano al Santo Daime per superare le proprie dipendenze?
Molta gente si è curata dalle dipendenze grazie al Daime proprio perché è un potente disintossicante. Oltretutto è scientificamente e farmacologicamente provato che la DMT non crea dipendenza e non crea assuefazione, ma, anzi, con il passare degli anni si sente il bisogno di assumerne sempre meno poiché il Daime stimola consapevolezza. È un acceleratore del processo della meditazione. In vent’anni abbiamo visto 15-20 persone superare le proprie dipendenze da droghe pesanti grazie ai lavori spirituali del Daime. Oltre a tanti altri che hanno smesso altre dipendenze da sostanze “leggere”. Ma noi non promettiamo cure e non facciamo proselitismo, che sia ben chiaro.
L’ayahuasca, come detto in precedenza, contiene DMT, una triptammina psichedelica endogena. Qual è dunque la situazione legale per il Santo Daime in Italia?
In Italia abbiamo uno status legale favorevole sul tema. La normativa a livello mondiale sull’ayahuasca può essere soggetta a interpretazione in ogni singolo paese anche se l’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità), attraverso la sua agenzia INCB (International Narcotics Control Board), responsabile delle tabelle mondiali delle sostanze proibite, è dal 2010 che ripete che l’ayahuasca non è proibita a livello internazionale. Per questo non è presente nelle tabelle, ma resta interpretabile in ogni singolo paese. In Italia, seppur sempre interpretabile, nel nostro specifico caso del Santo Daime, abbiamo avuto cinque procedimenti penali (di cui un processo) in cui abbiamo sempre avuto un risultato positivo. Sono a conoscenza però anche di un caso di ayahuasca (contenente sostanze chimiche) che invece ha avuto esito negativo. Nel caso del Santo Daime, la giurisprudenza ha interpretato la legge a nostro favore e tre volte ci ha restituito il Santo Daime sequestrato. Nel 2008 la Corte Suprema di Cassazione mi ha restituito personalmente 40 litri di Santo Daime sequestratomi nel 2004.