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Mirko Scarcella: «Le Iene hanno mentito, volevano solo la gogna mediatica»

Dopo due mesi di silenzio, Scarcella risponde al servizio in cui era dipinto come un truffatore: tra date manipolate e vecchie collaborazioni con la redazione, il “guru di Instagram” racconta la sua versione della storia

Mirko Scarcella non ci sta a passare da guru di Instagram a truffatore. E dopo due mesi dal servizio delle Iene che ha passato al setaccio la sua attività, torna all’attacco con un video in linea con lo stile del programma di Italia1. Punto su punto – dieci le carte svelate per ora –, l’imprenditore ha cercato di smontare il “teorema” costruito intorno alla sua figura.

E si è concentrato in particolare sul lavoro di Gaston Zama, autore del “lungometraggio” (durava quasi un’ora e mezza) svelando alcuni particolari inquietanti di come, attraverso il montaggio e la distorsione della temporalità degli eventi, sia stato in grado di cambiare, a suo avviso, la realtà dei fatti. Non ne escono bene neppure i suoi principali accusatori, l’avvocato Gianni Mendes e l’artista Simone D’Auria, visto che dai Whatsapp, dalle mail e dai contratti sottoscritti, pare che fossero a conoscenza delle tecniche utilizzate per fargli guadagnare visualizzazioni, commenti e followers.

Questo e molto altro, tra cui i rapporti di collaborazione che appaiono quantomeno opachi tra diverse “iene” e lo stesso Scarcella, che ha evidenziato in che modo alcuni della redazione del programma diretto da Davide Parenti si affidassero a lui per ottenere contatti con personaggi, entrature per la realizzazione di servizi o addirittura guadagnassero con attività di business on line.

Ce lo ha raccontato lo stesso Mirko, oltre a confessarci che dopo le numerose minacce ricevute (17mila solo per messaggio), sia arrivato persino a pensare che, se non avesse avuto una famiglia alle spalle e non fosse diventato padre da poco, forse, sarebbe stato tentato dal suicidio.

Cosa si prova quando si è investiti da tanto odio?
Posso dirti che Le Iene volevano esattamente questo, buttarmi in una gogna mediatica in pasto agli insulti, in pasto alla gente, è chiaro da come è stato montato il servizio. Sono finti, non etici.

A volte chi è vittima di quella che gli americani hanno definito shit storm ha ammesso di aver pensato addirittura a farla finita. Tu sei arrivato a tanto?
La reputazione di una persona è la sua vita. Sono arrivati a ledere la dignità di una persona e a ridicolizzarla, se non avessi migliaia di prove anche molto pesanti, se non fossi amante della vita, e in un momento così straordinario come ora che ho una moglie che amo, una figlia meravigliosa, una famiglia unica, e soddisfatto professionalmente e in salute, probabilmente mi avrebbero fatto pensare al suicidio. E forse è quello a cui puntavano. Per questo confido che la giustizia cancelli questo programma. L’hanno fatto spesso. Non solo con me. In più, in piena emergenza Covid 19, e tutti sapete la situazione in Florida, sono stato costretto a cambiare velocemente casa, in quanto sono stati resi pubblici dati sensibili come l’indirizzo di casa dove vivevo con mia moglie e mia figlia di pochi mesi, e proprio loro hanno avuto brutti incontri sotto casa.

Veniamo al servizio delle Iene. Nel tuo video, che ricalca lo stile del programma di Italia1, hai segnalato diverse incongruenze. Come per esempio quando la “iena” Sebastian Gazzarrini ti coinvolge per uno scherzo che, però, poi ti si ritorce contro.
È chiaro che è stato un complotto. Il video non l’ho potuto pubblicare su YouTube come risposta in quanto loro attraverso la protezione del copyright non danno la possibilità di pubblicare una smentita, rimuovendo o non rendendo trovabile ogni video che li riguarda!

Anche nelle date c’è qualcosa che non torna. È solo un “arricchimento narrativo”?
Le date come si può vedere nella risposta che ho pubblicato sono completamente stravolte. Questa è una delle tecniche che usano per riuscire a stravolgere la realtà e far apparire ciò che non è…

Da quanto hai ricostruito, sembra anche che fra te e diverse “iene” ci fosse un rapporto che andava al di là della semplice conoscenza. Con Gaston Zama appari particolarmente in confidenza, tanto che lo hai aiutato a contattare altri personaggi, mentre Gazzarrini addirittura ha collaborato con te su alcuni business, mentre Veronica Ruggeri ti chiede consigli per i suoi social.
È così. L’apoteosi è che Davide Parenti proprietario delle Iene mi contattava perché voleva una persona a cui facevo da manager per condurre il programma. Mi chiamavano per fare servizi su miei clienti. Sapevano bene chi ero, con chi e come lavoravo. Hanno manipolato la mente di milioni di persone.

Dal punto di vista umano, aver scoperto che Gaston Zama – quello che pensavi fosse un amico – in realtà da due anni lavorava per quel servizio, come ti ha fatto sentire?
Mi ha fatto essere fiero di me e di quello che sono. Mai per lavoro farei questo ad una persona, soprattutto inventando una storia per fare audience, per inventare una storia che vende e che mi fa diventare il giornalista che ha fatto il servizio più visto. Giorgio Romiti alias Gaston Zama si commenta da solo, Le Iene trattano i propri telespettatori da stupidi, ma non è così. La gente ha capito. Sta capendo. Romiti ha inventato un servizio per fare uno scoop, quindi Mediaset se vuole dissociarsi deve dare lo stesso trattamento che ha riservato a Mingo e Fabio di Striscia La Notizia, accusati da loro di inventarsi servizi. Inoltre, Mediaset dovrebbe prendere provvedimenti, ma non penso che lo farà mai, hanno troppa pubblicità durante quel programma come avete visto.

Un altro aspetto interessante è la differenza tra profili fake e bot. Per chi non lo sapesse, i primi sono falsi, mentre il secondo è un metodo per ottimizzare le operazioni ma, hai chiarito, non veicola profili falsi. Spiegaci meglio questa differenza.
Profili fake sono profili che hanno 0 post e 0 followers. Bot vuol dire RoBOT, quindi automazioni, per cui usano delle strategie di marketing come il fare interazioni dal tuo account per farti notare da altri account, e lo fanno in modo automatico per comodità. E le mie aziende sanno lavorare con queste piattaforme con grandi risultati sia in modo automatico che manuale. Non c’è nessuna storia strana dietro, ma solo dei grandi risultati ottenuti. Vorrei ribadire che questo è soltanto un aspetto marginale del mio lavoro, dietro la creazione e la valorizzazione di un personaggio vi è tanto tanto altro. Questo è quello che faccio.

Fra i tuoi principali accusatori abbiamo imparato a conoscere Gianni Mendes e Simone D’Auria. Concentriamoci su Mendes. Come mai ha firmato un rinnovo di tre anni per i tuoi servizi e poi ti ha screditato chiedendo la revoca degli accordi?
Perché da come lui stesso mi diceva (Gianni Mendes, nda) aveva problemi economici e non riusciva a sostenere la spesa. Purtroppo per lui, come avvocato a Miami non è visto molto bene e il suo lavoro non dava gli stessi frutti, non posso entrare per ora nei dettagli. È stato un modo per disfarsi del contratto, sfruttare la visibilità in tv, ma ha commesso dei reati in tutto questo e in altri casi. Mendes ai commenti della gente che gli chiede risposte su tutte le bugie che ha inventato, risponde che ci sarà un altro servizio a settembre dando dettagli, come può saperlo e avere tutta questa complicità con Le Iene? È un complotto?

Come hai evidenziato nel video – attraverso i messaggi Whatsapp tra voi -, sia Gianni Mendes che Simone D’Auria erano informati, non solo del modo in cui gli portavi commenti, visualizzazioni e followers, ma anche che non tutto era organico. Giusto?
La mia azienda era pagata per portare interazioni da profili che erano reali. Questo portava grandi risultati in quanto come detto da Toniutti Mendes stesso, i suoi post arrivano in post più popolari per Hashtag tra la concorrenza di milioni di Accounts. Questo generava un’esposizione immane e da quella una grossa utenza di followers reali, di gente che lo vedeva nella pagina dei “popolari” per esempio.

Ma il tuo lavoro era solo legato ai social o c’era di più per giustificare quelle spese?
Sì, certo. Con alcuni clienti che volevano apparire come nel suo caso ma non avevano idea di cosa fare, io studiavo la creatività dei video e lo slogan, per esempio, Cose che lui (Mendes, nda) continua ad usare dopo avermi dato del truffatore. Proprio due settimane fa ha utilizzato il videoclip della canzone ideato da me a cui ho curato la direzione artistica, tutte le idee, i protagonisti, gli attori e per il quale ho lavorato per mesi. Anche il video “manichino vivente di Zara” era l’ennesimo contenuto ideato per intero da me, oltre ad averne creato la regia è stato da lui utilizzato nel lancio della sua canzone.

Ma come eri entrato in contatto con Mendes?
Si era presentato come un milionario americano. Come potete capire non era così. Era uno che forse aveva trovato in me l’ultima spiaggia per svoltare. Era conscio delle strategie di marketing usate, ha rinnovato il primo contratto di 8 mesi per 3 anni e al primo anno ha voluto interrompere senza pagare la penale. Ma se davvero avesse voluto interrompere bonariamente, ero disposto a farlo, visto che come vedete dal video, io stesso avrei voluto interrompere la collaborazione in un paio di occasioni, molto prima di quando lui me lo ha chiesto. È evidente che non era quello che lui voleva, bensì questa esposizione mediatica. Ha provato a fare la vittima, come se fosse stato raggirato.

Scarcella e Gianluca Vacchi

Alla fine del servizio delle Iene chiude un commento lapidario di Gianluca Vacchi nei tuoi confronti. Ma non eri stato tu ad aiutarlo a diventare un personaggio su Instagram?
Con Vacchi ho deciso di interrompere un rapporto di lavoro dopo 4 anni, per tutto il resto che dovrò dire ora non posso come hai visto nel video. Sto aspettando l’autorizzazione da Vacchi a dire la mia su di lui, così potrà essere un confronto alla pari. Credimi ci sarà tempo.

Sai che in autunno è già annunciato il sequel di “Do you know Mirko Scarcella” alle Iene. Non hai timore di essere smentito un’altra volta?
Le Iene e chi dice falsità sul mio conto per avere della notorietà dovrà risponderne davanti alle autorità competenti, insieme alle persone che abbiamo prontamente denunciato con l’avvocato Vincenzo “Ezio” Esposito e il suo studio. Hanno contattato miei ex clienti, conoscenti, ex collaboratori. Veniva proprio richiesto da Giorgio Romiti se avevano visto il servizio diffamante e se avessero storie da raccontare su di me. È probabile che qualcuno per avere notorietà si inventi altre storie. Se ne assumerà le responsabilità…. Per quanto riguarda il servizio già andato in onda, avevo avvisato Mediaset e i loro legali tramite i miei avvocati con ben tre diffide. Non mi hanno mai risposto. Si sono resi complici.

Dicci la verità: cosa hai imparato da questa esperienza e, quindi, c’è un consiglio che ti senti di dare a chi ha meno mezzi per difendersi di te?
Il consiglio che mi sento di dare alla gente è di non fidarsi di quello che vede in un programma che lavora in questo modo. Come ho fatto io, impegnatevi sempre per la ricerca della verità. Per tutto il resto fidatevi solo di giornalisti seri e della giustizia. Le Iene devono fornire una loro identità, non approfittare dell’ambiguità. Se sono una testata giornalistica devono rispettare un codice deontologico. Se sono investigatori devono possedere delle abilitazioni e avere dei permessi. Se fanno intrattenimento, allora sono attori, cabarettisti, satiri, però devono dirlo apertamente.

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