Rollink Stone è un osservatorio sull’universo del tatuaggio moderno in continua e turbolenta espansione. Marco Annunziata fotografo e contributor da Europa e California per Inked, Rebel Ink, Total Tattoo, desideroso per una volta di esprimersi nella propria lingua madre, porta sulle pagine di RS le storie e i lavori di tattoo artists più o meno celebri, da New York a Termoli, passando per Copenhagen, dalle macchinette artigianali fatte con uno walkman, una spazzolino, una penna bic e una corda di chitarra, ai reality shows ultra milionari.
Di Marco Annunziata
Perchè hai lasciato l’Italia?
Non ci sono ragioni in particolare. Sono una persona curiosa, mi piace mettermi alla prova e fare nuove esperienze. Mi sono trovato a lavorare a New York per una serie di coincidenze e ho capito che gli Stati Uniti sono il posto giusto per uno che vuole mettersi alla prova giorno dopo giorno.
Hai lavorato per una delle leggende del tatuaggio in Italia e in Europa, il maestro Maurizio Fiorini, cosa ricordi di questa esperienza?
Esperienza indimenticabile. In quegli anni il tatuaggio stava cambiando e Maurizio rappresentava l’ancoraggio alla tradizione che rende questo il mestiere più bello del mondo. Devo molto a Maurizio anche sul piano umano, è stato per me un mentore, dentro e fuori lo studio.
Quali erano i tuoi tatuatori americani preferiti all’epoca?
Indubbiamente Sailor Jerry, Ed Hardy, Bob Roberts, Lyle Tuttle e Mike Malone.
Come hai iniziato in America?
Nel 2002 tramite un conoscente ricevetti un’offerta di lavoro presso uno studio di Brooklyn. Tatuavo professionalmente solo da 3 anni ma accettai comunque. Per circa un anno ho lavorato duro imparando molto sia dal punto di vista professionale che umano. Poi con 2 macchinette e qualche soldo che sono riuscito a mettere da parte sono volato a Los Angeles dove ho fatto i turni di notte, disegnando molto e tatuando poco, fino a quando il mio nome ha cominciato a a circolare e finalmente sono arrivati un pò di clienti.
E poi hai fondato The Honorable Society.
Dopo aver lavorato per 5 anni per uno degli studi più importanti di Los Angeles, mi sono trovato a dover affrontare stupide gelosie da parte di artisti prime donne che non gradivano i miei successi personali, così ho deciso di mollare per un pò. Poi nel 2010 insieme a Kyle McLean, un mio caro amico e cliente di vecchia data, abbiamo fondato The Honorable Society, un tattoo parlor unico, a metà tra un salotto vittoriano e l’atelier di un pittore neoclassico. Abbiamo 8 postazioni e siamo sempre alla ricerca di artisti di qualità che abbiano voglia di mettersi alla prova.
Come hai fatto a diventare uno dei tatuatori più rispettati a Los Angeles?
In una città come Los Angeles dove c’è uno studi di tatuaggi a ogni angolo e dove la gente tatua a casa o in garage non è facile lavorare. A parte le questioni tecniche, ho sempre cercato di ascoltare con attenzione le richieste dei mici clienti per poter poi dare loro i giusti consigli e soddisfarli in pieno. Anche rimanere con i piedi per terra è fondamentale per vivere e lavorare in una città come questa.
Cosa tatui?
Mi piace tatuare le mie donnine, ma sono aperto alle richieste dei miei clienti e faccio un pò di tutto. Il mio lavoro deve essere una prova continua altrimenti ci si annoia e si perde la passione. In ogni caso, che si tratti di fanciulle, teschi o galeoni, la costante è linee solide e precise e colori belli accesi.
Cosa hai tatuato a Sylvester Stallone?
Doveva sistemare alcuni pezzi vecchi e riempirsi un pò le braccia. Ha apprezzato il mio lavoro e mi ha chiesto di buttare giù qualche idea per The Expendables, così gli ho disegnato il teschio con i due candelotti di dinamite e un pò di donnine che ha poi utilizzato per il film.
Cosa pensi del film?
E’ passabile ma lasciami dire che Mickey Rourke come tatuatore è vergognoso eheh!
Cosa ti manca dell’Italia?
Leggendo i giornali e tenendomi costantemente informato su ciò che succede in Italia, mi convinco sempre di più di aver fatto la cosa giusta ad andarmene, e credimi questo te dico con il magone.
E il cibo? Quali sono i tuoi ristoranti italiani preferiti a Los Angeles?
Devi provare i tortelli al gorgonzola della Locanda Veneta sulla Third Street.
Ho sentito dire che sei un ottimo cuoco e un grande conoscitore di vini, hai mai pensato di smettere di fare i tatuaggi e aprire un ristorante?
Sono solo un semplice appassionato di buona cucina e buon vino. Francamente non ho mai pensato di aprire un ristorante anche perché attualmente il mio lavoro e i miei quattro figli Giovanni, Niccolò, Luca e Lorenzo mi tengono abbastanza impegnato!