Avete presente quando in libreria, prendendo un libro, leggete frasi clamorose tipo “il caso letterario che ha salvato l’umanità dal coronavirus” o “10 miliardi di copie vendute nel solo giorno di Natale”? Ecco, quelle piccole strisce di carta che sicuramente si stanno prodigando per raccontarvi la verità più assoluta, si chiamano fascette. Le fascette vengono utilizzate dagli editori per dare qualche informazione in più sull’opera con l’ambizione di convincere il lettore all’acquisto. Maurizio Crosetti, in un suo articolo su Robinson, l’inserto di Repubblica, ne parla come di un “bizzarro e a volte comico doping di parole”.
Ma cosa succederebbe se, in una grande rivoluzione dell’editoria, queste fascette fossero davvero, davvero, ma davvero oneste? Cosa succederebbe se gli editori potessero dire la verità che si cela dietro l’opera letteraria in questione?
Questa è l’idea che Marco Cassini (editore di Edizioni Sur e co-fondatore di minimum fax) e un gruppetto di scrittori, traduttori, giornalisti, editori hanno avuto persi nei fiumi dell’alcool di uno dei tanti festival letterari di fine estate. Tutto inizia con una sbronza, un gioco cinico tra addetti lavori e, infine, un tweet dello stesso Cassini.
come promesso ieri dopo il 3º gin tonic al @festletteratura, sono pronto a lanciare l’hashtag che rivela i segreti del mondo editoriale!
siete pronti?#FascettaOnestasi parte con:
«Un insuccesso da 1.300 copie» e
«Il sequel di cui francamente non si sentiva il bisogno».a voi! pic.twitter.com/0fvj1lFTDg
— marco cassini (@marcolessico) September 8, 2019
In breve #FascettaOnesta è trending topic su Twitter, diventando davvero un caso, tanto che l’editore Italo Svevo decide di pubblicarne una raccolta a cura di Marco Cassini per la collana Piccola Biblioteca Di Letteratura Inutile col titolo Fascette Oneste, se gli editori potessero dire la verità.
E proprio da qui vi estrapoliamo una decina di fascette oneste (nel libro ce ne sono centinaia, su Twitter vi potreste perdere), con una comicità che ricorda il primo fantastico Maccio Capatonda, per capire un po’ cosa ci nascondono questi furbeschi editori.
- Il romanzo di cui tutti parlano e che nessuno ha letto.
- I critici da noi pagati dicono che è bellissimo.
- Dall’autore di un libro migliore di questo.
- Almeno è breve.
- 100 pagine scritte grosse e costa il doppio dei Fratelli Karamazov
- Abbiamo scritto «Distopia» perché «Cazzata adolescenziale» pareva brutto
- Pensieri banali di un influencer con degli a capo a caso spacciati per poesia
- A sua madre è piaciuto tantissimo.
- La cover vi trasmette un certo tipo di storia, ma dentro troverete tutt’altro… Ah, anche la sinossi non ve la racconta giusta.
- Il primo di una serie di venti libri che abbiamo dovuto comprare per forza, altrimenti l’agente non ci vendeva quello che veramente ci interessava.