Rolling Stone Italia

10 “Fascette Oneste” che non vedrete mai in libreria

Direttamente dalla raccolta di Marco Cassini: "A sua madre è piaciuto tantissimo", "Dall'autore di un libro migliore di questo" e altre frasi promozionali dei libri trasformate in descrizioni sincere e accurate

Foto via Twitter

Avete presente quando in libreria, prendendo un libro, leggete frasi clamorose tipo “il caso letterario che ha salvato l’umanità dal coronavirus” o “10 miliardi di copie vendute nel solo giorno di Natale”? Ecco, quelle piccole strisce di carta che sicuramente si stanno prodigando per raccontarvi la verità più assoluta, si chiamano fascette. Le fascette vengono utilizzate dagli editori per dare qualche informazione in più sull’opera con l’ambizione di convincere il lettore all’acquisto. Maurizio Crosetti, in un suo articolo su Robinson, l’inserto di Repubblica, ne parla come di un “bizzarro e a volte comico doping di parole”.

Ma cosa succederebbe se, in una grande rivoluzione dell’editoria, queste fascette fossero davvero, davvero, ma davvero oneste? Cosa succederebbe se gli editori potessero dire la verità che si cela dietro l’opera letteraria in questione?

Questa è l’idea che Marco Cassini (editore di Edizioni Sur e co-fondatore di minimum fax) e un gruppetto di scrittori, traduttori, giornalisti, editori hanno avuto persi nei fiumi dell’alcool di uno dei tanti festival letterari di fine estate. Tutto inizia con una sbronza, un gioco cinico tra addetti lavori e, infine, un tweet dello stesso Cassini. 

In breve #FascettaOnesta è trending topic su Twitter, diventando davvero un caso, tanto che l’editore Italo Svevo decide di pubblicarne una raccolta a cura di Marco Cassini per la collana Piccola Biblioteca Di Letteratura Inutile col titolo Fascette Oneste, se gli editori potessero dire la verità.

E proprio da qui vi estrapoliamo una decina di fascette oneste (nel libro ce ne sono centinaia, su Twitter vi potreste perdere), con una comicità che ricorda il primo fantastico Maccio Capatonda, per capire un po’ cosa ci nascondono questi furbeschi editori.

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