È morto a 85 anni Philip Roth, uno dei maestri della letteratura contemporanea americana.
Secondo quanto scrive il New York Times, la causa della morte sarebbe stata un’insufficienza cardiaca congestizia, una malattia cronica che indebolisce il cuore.
Ironia della sorte, se ne va proprio nell’anno in cui non viene assegnato il Nobel alla Letteratura, premio che ha sfiorato più volte senza mai vincerlo.
Philip Roth died tonight, surrounded by lifelong friends who loved him dearly. A darling man and our greatest living writer. pic.twitter.com/v01QkXi7wD
— Blake Bailey (@BlakeBaileyOn) 23 maggio 2018
Il mondo lo conosce per Pastorale americana, sicuramente uno dei suoi lavori più famosi, del 1997, che si portò a casa un premio Pulitzer. Tra i suoi lavori principali, sicuramente da citare, Addio, Columbus e cinque racconti, Lamento di Portnoy, La macchia umana e Nemesi, l’ultimo libro del 2010.
Oltre al Pulitzer, Roth vinse diversi premi letterari, tra cui due National Book Award per Addio, Columbus e per Il teatro di Sabbath. Obama nel 2010 decise di conferirgli la National Humanities Medal, ovvero il maggiore riconoscimento americano per chi ha diffuso e “migliorato” la cultura.
A gennaio, Roth aveva rilasciato un’intervista al Times parlando del tema della morte. “Sono felice di essere ancora vivo. Di settimana in settimana, di mese in mese da quando sono andato in pensione, mi è nata l’illusione che questo ritmo non finirà mai, anche se ovviamente lo so che da un momento all’altro potrebbe finire. È come un gioco che faccio giorno dopo giorno, un gioco dalla posta molto alta che al momento, contro tutte le previsioni, continuo a vincere. Vedremo quanto andrà ancora avanti questa mia fortuna”.