È un triste riflesso dei tempi in cui viviamo il fatto che le stragi negli Stati Uniti tendano ad avere sempre alcune caratteristiche comuni. Nelle ore dopo una strage, per esempio, i giornalisti passano in rassegna gli account social del colpevole, trovando spesso una lunga storia di messaggi anonimi su qualche forum e materiali di estrema destra. Dopo l’attacco che una decina di giorni fa, il 15 aprile, ha colpito un magazzino della FedEx a Indianapolis, causando la morte di 9 persone tra cui lo stragista, c’è stata una piccola novità. L’attentatore 19enne era un brony. Ovvero faceva parte della sottocultura degli uomini che sono fan di My Little Pony.
Secondo il Wall Street Journal – che citava dei memo interni fatti circolare da Facebook subito dopo l’attacco – lo stragista infatti usava il suo account Facebook praticamente solo per parlare del suo amore per My Little Pony, un cartone animato per bambini che ha per protagonisti dei pony magici. Certo, il memo non si spingeva fino ad affermare che la sottocultura brony abbia giocato un ruolo nell’attentato. Ma è un fatto che lo stragista, un’ora prima dell’attacco, abbia scritto un post parlando del suo amore per Applejack, una delle protagoniste del cartone animato.
“Spero che sarà con Applejack nell’aldilà, la mia vita non significa niente senza di lei”, ha scritto. “Se non c’è alcun aldilà e se lei non è reale allora vuol dire che la mia vita non ha avuto alcun significato”. Oltre all’amore per My Little Pony, lo stragista aveva postato in passato anche contenuti di estrema destra, come un meme in cui si suggeriva che Gesù si fosse reincarnato in Hitler.
È importante notare che la sottocultura brony è spesso poco compresa e male interpretata, e che di suo non è razzista o suprematista bianca. La maggior parte dei membri della sottocultura sono semplici fan del cartone animato, e hanno raccolto denaro per le vittime dell’attentato tramite varie campagne su GoFundMe. Eppure la presenza social dell’attentatore ha portato molta attenzione su una tendenza che effettivamente esiste all’interno della comunità, che fin dall’inizio è stata infiltrata dall’estrema destra.
Per cominciare, chi sono i brony? Come abbiamo detto, sono i fan maschi di My Little Pony. Secondo Lauren Orsini, una giornalista che ha coperto la sottocultura fin dalle sue origini, la comunità è nata nel 2010, un paio d’anni dopo l’inizio del cartone animato, e ha le sue radici sul famoso imageboard 4chan. Anche se quella per My Little Pony può sembrare un’ossessione ben strana per degli uomini adulti, la realtà è che sono in molti a condividere non ironicamente il loro amore per la serie e per il messaggio che trasmette.
“Come un sacco di contenuti per bambini di oggi, My Little Pony è stato creato per diversi segmenti di pubblico: perché piacesse ai bambini senza annoiare a morte i genitori”, spiega Orsini. “Il fatto di averlo reso interessante per gli adulti che lo guardavano insieme ai loro figli spiega perché si sia sviluppata una comunità di fan adulti”.
Un po’ come per il mondo dei furry, c’è una componente erotica innegabile. Gli uomini adulti interessati a My Little Pony dal punto di vista sessuale sono noti nella comunità come “clopper” – un gioco di parole tra “fapper”, segaiolo, e il clop clop degli zoccoli dei cavalli. Ma come per la comunità furry, molti dei brony non sessualizzano i personaggi di My Little Pony e si offendono se i media mainstream dipingono la comunità solo come un fetish sessuale.
“Penso che dica molto di noi il fatto che siamo così poco a nostro agio con il fatto che degli uomini adulti possano essere fan di un cartone animato per bambini che parla di pony e amicizia”, mi dice Anne Gilbert, una professoressa di Media studies che ha studiato la sottocultura brony. Da quando esiste, il mondo dei maschi adulti fan di My Little Pony è cresciuto fino a diventare una vera e propria sottocultura online, con tanto di una convention annuale (il BronyCon) e diversi documentari che la raccontano.
Ma che relazione c’è, se ce n’è una, tra il mondo dei brony e l’estrema destra? Dato che la comunità è nata su 4chan, un sito famoso per essere bastione di odio e misoginia, c’è sempre stata una piccola sezione del mondo brony fatta di estremisti di destra. “Già negli anni Dieci abbiamo visto comparire questi gruppi estremisti all’interno della sottocultura. Persone che partecipavano alla sottocultura solo per sconvolgere e disgustare, ad esempio postando foto di pony con svastiche o coperti di sperma”, spiega Orsini. “Certo si vedevano anche elementi positivi, come artisti e musicisti brony che cercavano di contribuire al fandom, ma gli elementi sdradevoli della sottocultura sono lì da un decennio”.
Negli ultimi anni, questi elementi estremisti hanno ottenuto sempre più attenzione. L’anno scorso, dopo l’omicidio di George Floyd e l’ondata di proteste Black Lives Matter che ha investito gli Stati Uniti, la reporter dell’Atlantic Kaitlyn Tiffany ha raccontato dello scoppio di una guerra civile sulla piattaforma di di fan art Derpibooru, dove molti utenti lasciavano voti negativi a disegni pro-BLM a tema My Little Pony sostenendo che la piattaforma non dovessere essere usata per diffodnere messaggi politici – e nonostante il fatto che sul sito venissero caricati regolarmente disegni dei personaggi di My Little Pony a tema trumpiano o nazista. (In risposta all’articolo, gli amministratori di Derpibooru, anche se all’inizio erano riluttanti a censurare, avevano aggiornato le regole della piattaforma per proibire immagini che promuovevano il razzismo o che venivano caricato solo per causare polemiche).
Dopo la notizia che l’attentatore di Indianapolis era un brony, molti membri della comunità stanno cercando di cacciare gli estremisti di destra dalla sottoccultura. “I brony di estrema destra aadesso hanno le mani sporche di sangue. Bisonga continuare a buttarli fuori dalla nostra comunità e dai nostri spazi. Queste persone vanno ATTIVAMENTE respinte”, ha scritto su Twitter un membro della comunità brony. Molti brony si sono detti preoccupati per il modo in cui la comunità verrà raccontata dai media dopo l’attentato, visto quanto storicamente è stata male interpretata.
Stando così le cose, è importante far notare che, se è vero che c’è una componente della comunità fatta di estremisti, sarebbe ingiusto usare la strage di Indianapolis per sostenere che tutti i brony siano degli estremisti o per dipingere la sottocultura in sè come problematica. “Sono riluttante a stabilire un legame tra l’attrazione per My Little Pony e una particolare ideologia politica. Penso che si tratti più che altro di un insieme di circostanze”, spiega Gilbert. “I luoghi di internet dove sono nati i brony sono anche i luoghi dove proliferano le comunità di estremisti. Penso che la migliore spiegazione sia che le persone che frequentano questi luoghi finiscono per essere attratte sia dalle comunità di estremisti sia dalla comunità brony”. Gilbert fa anche notare che “uno spazio popolato quasi solo da maschi, buona parte dei quali sono bianchi, etero, single e del ceto medio, potrebbe essere attraente per chi ha già un certo tipo di idee”.
Anche Orsini vorrebbe evitare di dipingere tutti i brony come estremisti. “La grande maggioranza dei brony sono solo persone normali a cui piace un cartone animato con un messaggio positivo”, afferma, aggiugendo che le idee dello stragista di Indianapolis sono “antitetiche ai valori che i brony affermano di sostenere” come l’amore e l’amicizia.
Questo articolo è apparso originariamente su Rolling Stone US