Venerdì 6 settembre, dodici anni dopo la sua chiusura, la Casa degli Artisti di corso Garibaldi è stata restituita alla città, o meglio ne è stata notificata la sua riapertura.
Decisamente bello rimettere piede in questa struttura che per tanti anni ha animato la vita di Brera, e tanta l’emozione di chi oggi ha tenuto la conferenza stampa. Un gruppo di 11 persone, molto differenti tra loro per le attività svolte e gli interessi culturali, ma, forti di queste diversità, si sono uniti attraverso le proprie associazioni per creare un futuro alla Casa forte e ricco di interdisciplinarità.
L’incontro si è svolto al pian terreno della struttura sotto gli sguardi attenti e le orecchie tese di molti partecipanti. L’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo del Corno, e l’Assessore alla Cultura, Centri di Aggregazione, Sport e Giovani del Municipio 1, Luca Foschi hanno varato questa nuova avventura ridonando alla città un suo bene storico.
La Casa degli Artisti nasce nel 1909 su iniziativa dei Fratelli Bogani, mecenati innamorati dell’arte, e dopo le alterne vicende storiche della prima metà del Novecento, nel secondo dopoguerra, l’attività artistica riprende, ma sotto la gestione del Comune che nel frattempo ne è divenuto proprietario. Alla fine degli anni Settanta, la presenza di artisti di fama internazionale come Luciano Fabro, Hidetoshi Nagasawa e la critica e storica dell’arte Jole De Sanna danno un nuovo slancio artistico allo spazio, con mostre collettive dedicate a giovani artisti emergenti, relazioni con altri spazi no profit della città e il restauro de “I bagni misteriosi” di Giorgio De Chirico del 1994.
Il gruppo dei gestori, che da oggi abiterà la casa e la vivrà, ha promesso di dare ospitalità ad artisti in residenza senza vincoli di età e nazionalità, offrendo spazi di lavoro, supporto produttivo, tecnico e organizzativo per lo sviluppo e la realizzazione di progetti. Metteranno a disposizione degli artisti un network di artigiani, aziende, istituzioni, collezionisti, e promuoveranno il loro lavoro attraverso studio visit, mostre personali e collettive, eventi performativi, talk, ed edizioni. Al programma si potrà accedere su invito e attraverso open call, e la residenza avrà ogni anno un tema, un titolo che esprima un orientamento e faccia da comune denominatore a tutte le scelte progettuali.
Scampata alla distruzione che la Moratti avrebbe voluto, grazie alla proposta “Cross” delle cinque associazioni milanesi (ZONA K, THAT’S CONTEMPORARY, Atelier Spazio XPO’, NIC Nuove Imprese Culturali e Itard), un luogo culto della Milano visionaria e colta, ricca di un percorso lungo più di un secolo, è pronta di nuovo per essere condivisa con noi cittadini.