Un formicaio psichedelico. Al terzo giorno di NAMM queste sono le parole che mi vengono in mente.
Centinaia di migliaia di persone che si spostano freneticamente. Provano, suonano, ridono, ascoltano. E magari vanno a sbattere contro il loro guitar hero di tutta una vita.
Come ogni anno la fiera è stata piena di super guest musicali sui palchi e tra gli stand, per citarne alcuni: Dave Mustaine, John Petrucci, Kiko Loureiro, Slash, Stevie Wonder, Chad Smith, Jonathan Rudess, Billy Sheenan, Richie Sambora, Johhny Depp, Trè Cool. Ma la mia emozione più grande è stata abbracciare Bernard “Prettie” Purdie: l’uomo che con il suo shuffle ha fatto la storia della musica. Si dice sia “the most recorded drummer ever”. Questo signore, che ha suonato fra gli altri con Aretha Franklin, James Brown, Donnie Hathaway, Miles Davis, B.b. King, Steely Dan, era lì a presentare il suo libro e ho scoperto essere un uomo di un’umiltà e allo stesso tempo di un’energia che è solo dei Grandi con la “G” maiuscola. Un vero Maestro.
La verità è che davvero qui si capisce che la musica è viva, fluida. Brulica. E che è divertente. Dal liutaio che mette in mostra le sue chitarre al nerd che costruisce synth modulari in cantina per arrivare a chi rappresenta i marchi enormi ha una sola ragione di vita: la musica.
E in un certo senso è vero che sembra che tutto possa succedere, che tutti siano una unica grande famiglia, che comprende le rockstar e i semplici appassionati.
Ed è la stessa sensazione che sale dai marciapiedi di Los Angeles. Nulla è facile, ma tutto può succedere. E’ la musica che lo decide. E qui è ancora in grado di farsi strada. E tanto. Sarà che le freeway sono molto più grandi, sarà che il cielo ha più spazio. Ma qui ogni tanto tutto suona più grande.