Oggi è un giorno decisivo delle primarie americane per la presidenza: è il secondo Super Tuesday, il giorno in cui voltano cinque stati che posso sancire i nomi definitivi dei candidati – Florida, North Carolina, Ohio, Missouri e Illinois. Le celebrità americane si stanno scagliando quotidianamente contro il candidato repubblicano e milionario Donald Trump, e anche il collettivo Anonymous ha in programma un nuovo attacco a Trump.
L’operazione Trump (#OpTrump) era già stata lanciata l’11 dicembre 2015, e il risultato è stato la messa offline per ore del sito trumptowerny.com tramite attacco DDoS a seguito dei commenti razzisti verso gli immigrati messicani e musulmani – era passato un mese dagli attacchi di Parigi, e dall’inizio dell’#OpISIS. Anche altri gruppi di hacker hanno attaccato Trump (così dice), rendendo pubbliche informazioni e messaggi personali. E non si era ancora raggiunto l’apice.
In un video pubblicato sul canale YouTube, il collettivo annuncia di voler “smantellare” la campagna presidenziale di Trump e di «esporre ciò che non vuole che il pubblico sappia.» L’1 aprile Anonymous ha detto di voler mettere offline il sito TrumpChicago.com, e invita tutti a partecipare all’attacco. «Ti abbiamo seguito per tanto tempo e quello che abbiamo visto è molto disturbante. Non fai altro che fare ciò che è nei tuoi interessi.»
Non è chiaro se questo attacco sortirà qualche effetto sulla campagna elettorale, eppure il collettivo non lesina parole forti, parlando di una vera e propria “dichiarazione di guerra totale”. Intanto, dalle primarie di oggi c’è il rischio che Trump ne esca come candidato definitivo dei Repubblicani – e tutto questo nonostante il primo (ormai palesemente inutile) attacco degli hacker. Certo, piuttosto che niente…