Negli ultimi 30 anni, Bret Easton Ellis ha trattato l’ultraviolenza e il nichilismo, massacrando le superficialità americane. Con qualche lavoro recente ferocemente re-censito, il brand Easton Ellis potrebbe non avere così tanto fascino commerciale come una volta. Ma, a 54 anni, Ellis è felice.
American Psycho è diventata una pietra miliare e Meno di zero sta per diventare una miniserie per Hulu. Quest’anno ha portato il suo podcast (iniziato nel 2013 con ospite Kanye West) su Patreon, un servizio a pagamento. E in un momento in cui i podcast sono visti come un’operazione da pazzi, Ellis sembra un esperimento vivente.
Cosa ti ha spinto a muoverti verso un contenuto a pagamento?
Il modello Patreon è complicato. Non è proprio ciò che volevo quando ho iniziato. Limita la tua audience, ma in un certo modo mi piace che sia così ristretto e che mi obblighi a produrre contenuti ogni due settimane. Scrivo mezz’ora di monologo per ogni show, quindi è parecchio lavoro. Mi hanno detto che la gente non paga per i podcast, ma credo che sia necessario uscire dal gregge. Non puoi considerarti come gli altri. Se questo vuol dire essere dei montati, allora lo sono.
Sei stato attaccato per i tuoi tweet. Hai paura di finire sotto tiro di nuovo?
Penso che tutti si sentano un po’ imbavagliati, devi capire quanto puoi reggere il colpo. Posso dire la mia opinione? Arrivi a un punto in cui devi decidere se andare fino in fondo o nasconderti. E io non so come si possa vivere una vita nascosti. Mi sento più a mio agio a essere totalmente trasparente.
È un momento noioso, culturalmente?
Sono sicuramente più critico ora rispetto a prima. Non so se è colpa dell’età o se la cultura sia diventata meno interessante. Sono ancora curioso, e questa è la differenza tra me e molti miei amici. Tv, cinema, musi- ca… Leggo libri e trovo tante cose che mi piacciono, anche se oggi l’atteggiamento più comune è quello del “been there done that”.
Hai detto che avresti smesso di discutere di politica con la gente di sinistra a cena. È perché sono tutti indignati di principio?
Esatto. Vivo con un socialista millennial anti-Trump. Non sono, come dice a tutti il mio ragazzo, un tipo politicizzato. Mi interessa il teatrino e come i media lo raccontano. Ma non ho mai visto una sinistra più noiosa di quella attuale. È un gioco delle parti.
Come gay, non ti farebbero arrabbiare se dovessero toccare i tuoi diritti?
Questo suggerirebbe che credo nelle politiche di identità e che ho votato con il mio pene. È un problema che esiste con le politiche di identità, è il il problema che ha avuto Hilary. Se avevi una vagina, allora dovevi votare per lei. Non voto come gay ma non penso che certi diritti ci vengano negati. Trump non è un presidente antigay, in nessun modo. Ho anche amici lo supportano e lo votano, per alcune sue politiche. Non è solo una questione di matrimoni gay.
Stiamo vivendo nell’America ideale di Patrick Bateman? (protagonista di American Psycho e di altri romanzi di Ellis, ndt)
Ho twittato la notte delle elezioni: “Da qualche parte, Patrick Bateman sta sorridendo”. Ho deciso poi di cancellarlo, non sapevo come l’avrebbero presa. So che è successo qualcosa di dirompente e mi dà sui nervi. Ma sicuramente è l’America dei sogni di Bateman. Non ho mai fatto questa connessione prima di adesso. Bateman adora Trump, è il suo idolo.
Glamorama quest’anno compie 20 anni: ha anticipato alcuni aspetti della società, dalla selfie generation al boom della violenza domestica.
Non credevo che saremmo arrivati a questo punto. Mi sembrava fossimo una società abbastanza satura allora, invece ha aperto la porta a uno stardom ridicolo e senza senso.
L’irrilevanza culturale potrebbe essere la tua paura più grande?
Non è la mia paura più grande, se c’è un senso di irrilevanza culturale che aleggia attorno a me, mi sta bene. Non puoi decidere di essere rilevante, devi solo essere te stesso. Devo essere sincero nei miei confronti. Non puoi essere felice altrimenti, e io lo sono. Sono più felice che mai. Non so perché, ma lo sono.