Parli di rugby e finisci per forza lì, nella frase fatta: “Questo sì che è uno sport rock&roll”. «Ma lo è davvero, e adesso ti spiego perché». Gabriele Rubini aka Chef Rubio è passato a trovarci in redazione nelle vesti di commentatore sportivo: fino al 21 marzo spegnerà i fornelli per animare il Rugby Social Club, il “pacchetto” di telecronache e approfondimenti sul campionato RBS 6 nazioni, trasmesso in esclusiva su DMAX (canale 52 digitale terrestre).
«Nel rugby c’è tutta la storia del rock, a cominciare dallo swing, che in campo è il colpo di classe, quello che finisce in mezzo ai pali. Le mischie invece sono metal».
E l’indie? «I tre quarti centro e ala sono molto indie. Il numero 9 invece è punk: non gliene frega un cazzo di niente perché è piccolo, prende un sacco di botte, ma ne dà altrettante. I numeri 9 sono tutti matti. Il solitario estremo, invece, è l’elettronico: sta da solo, come i portieri, gestisce la situazione dalla consolle. E poi c’è il rap: lo fanno le terze linee flanker, che tappano i buchi e ne creano, hanno licenza di uccidere, fanno il bello e il cattivo tempo. Sono gangsta».